Caso Ruby: Ghedini e Longo, solo a Milano possibili queste sentenze

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(askanews) – Roma, 19 lug – ”Quando si cerca di esplicare ilproprio mandato defensionale in modo completo, e opponendosiad eventuali prevaricazioni, a Milano possono verificarsi lesituazioni piu’ straordinarie”.

Lo sostengono in una nota comune i difensori di Berlusconiil senatore Niccolo’ Ghedini e l’on. Piero Longo.

”La decisione del Tribunale di Milano nel processocosiddetto ‘Ruby bis’ di inviare gli atti per tutti itestimoni che contrastavano la tesi accusatoria gia’ fa bencomprendere l’atteggiamento del giudicante” affermanoGhedini e Longo, che aggiungono: ”Ma inviare gli atti aifini di indagini anche per il presidente Berlusconi e per isuoi difensori e’ davvero surreale. Come e’ noto ne’ ilpresidente Berlusconi ne’ i suoi difensori hanno resotestimonianza in quel processo. Evidentemente si e’ipotizzato che vi sarebbe stata attivita’ penalmenterilevante in ordine alle esperite indagini difensive. Cio’ e’ davvero assurdo. Silvio Berlusconi non aveva alcuninteresse in quel processo e a maggior ragione i suoidifensori.

Alcuni di quei testimoni avevano reso dichiarazioni in altroprocedimento in sede di indagine difensiva.

Tali dichiarazioni sono state raccolte dai difensori con leregole previste dal Codice e alla presenza di persona difiducia; e con la massima trasparenza sono stateimmediatamente depositate alla Procura della Repubblica perle verifiche del caso.

Tali testi, per ancor maggiore tranquillita’, sono stati poinuovamente assunti sugli stessi argomenti da altri avvocatimediante stenotipia e registrazione”.

”Ci difenderemo in ogni sede da queste assurdeinsinuazioni con la certezza che non avranno seguito perche’emergera’ l’assoluta infondatezza delle ipotesi accusatoriaprospettata dal Tribunale” concludono Longo e Ghedini.

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