Governo: scosso da caso Shalabayeva, attesa per informativa Alfano

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(askanews) – Roma, 15 lug – E’ destino che il governo guidato da Enrico Letta non abbia vita tranquilla. Dopo la vicenda di Silvio Berlusconi e dell’udienza anticipata a fine luglio dalla Cassazione sul caso Mediaset, che ha generato polemiche interne alla maggioranza tali da far sfiorare la crisi, ecco arrivare altre due questioni, potenziali cause di scontro all’interno dell’esecutivo: il caso di Alma Shalabayeva e della piccola Alua, moglie e figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov espulse dall’Italia in circostanze poco chiare alla fine di maggio, e la relazione del commissario straordinario dell’Ilva, Enrico Bondi, nella quale si parla di tumori dovuti alle troppe sigarette fumate e non alle emissioni dell’impianto siderurgico. Senza dimenticare gli insulti del vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli, al ministro dell’integrazione Cecyle Kyenge, certo condannati dall’intero fronte politico ma che rimangono sempre fonte di fibrillazione e di possibili polemiche. Sul caso di Shalabayeva e’ intervenuta ieri il ministro degli Esteri Emma Bonino, che ha ricostruito i fatti dal suo punto di vista. ”Sono ben consapevole della gravita’ di questa vicenda e della pessima figura fatta dall’Italia. E non a caso dalla notte del 31 maggio, da quando ne sono venuta a conoscenza, quasi non mi sono occupata d’altro. Tutto quello che posso fare io lo faro’. Qualcuno dovra’ pagare, dovra’ dire davanti all’opinione pubblica: si sono stato io”. Bonino non ha pensato di dimettersi per quello che e’ successo. ”’Il 31 maggio, quando ho saputo di questa storia – racconta – quella poveretta era gia’ in Kazakistan, non sarebbe servito a nulla un gesto politico di quel tipo. Ho cercato invece di essere utile a lei. Abbiamo incontrato due volte il team di avvocati, abbiamo verificato con il nostro console ad Almaty che stesse bene, che potesse uscire di casa, l’abbiamo invitata al consolato per farle firmare il ricorso contro l’estradizione ed esercitare cosi’ il diritto alla difesa internazionale. Mi sono subito fatta mandare il dossier, ho convocato il capo della Polizia alla Farnesina”. Giuridicamente pero’, ammette, ”’abbiamo le mani legate. E comunque, nonostante tutto, stiamo cercando di vedere se c’e’ qualche spiraglio anche minimo, qualcosa a cui appigliarsi”. Del pasticcio accaduto in quei giorni di fine maggio ”Io non so davvero niente – dice Bonino – so invece quello che e’ successo dopo il 31 maggio, quando vengo informata di quello che e’ successo e avverto il presidente del Consiglio e i ministri”. Letta, Bonino e Alfano si trovano insieme sul palco della festa della Repubblica, il 2 giugno. Il ministro degli Esteri si avvicina al premier e ad Alfano, li prende in disparte e spiega chi sia Shalabayeva, cosa le e’ accaduto. ”Molte cose non hanno funzionato e’ ovvio – riflette il ministro degli Esteri – e non sto assolvendo nessuno. Resto pero’ convinta che, a livello politico, i ministri non fossero informati, il che e’ ancora peggio per certi aspetti. Non c’e’ traccia di un coinvolgimento del livello ”politico” in questa storia. Evidentemente la pressione da parte del Kazakistan e’ stata fortissima, ma si e’ scaricata ai livelli piu’ bassi”. Bonino azzarda un’ipotesi: ”Puo’ darsi che abbiano approfittato del vuoto di potere al vertice degli apparati prima del 31 maggio”. In ogni caso, aggiunge, ”Io non ne sapevo niente, Alfano nemmeno. Del resto anche quattro magistrati, mica uno, hanno convalidato quegli atti di espulsione!”. Sempre ieri la Farnesina interviene con una nota ricordando che ”non ha alcuna competenza in materia di espulsione, ne’ ha accesso ai dati relativi a cittadini stranieri ai quali sia riconosciuto da Paesi terzi lo status di rifugiato politico”. Chiara la posizione del premier. ”Faremo piena luce e arriveremo in fondo, anche dal punto di vista delle sanzioni. E dunque chi ha sbagliato ne rispondera”’, dice Letta che aggiunge: ”’Mi aspetto che la relazione del capo della Polizia arrivi prestissimo e sono sicuro che sara’ in linea con quella total disclosure che abbiamo imposto sulla vicenda”. La vicenda rimane delicata comunque e la preoccupazione di Palazzo Chigi per possibili conseguenze sulla tenuta del governo resta alta. M5S presentera’ una mozione di sfiducia sul ministro Alfano. Anche SEL e’ contro il ministro degli Interni. E la Lega Nord con Roberto Maroni parla senza mezzi termini di ”responsabilita’ politica” del governo. ”Il governo deve chiarire perche’ c’e’ una responsabilita’ politica o un’omissione molto grave” dell’esecutivo stesso, spiega il leader del Carroccio specificando di parlare ”da ex ministro dell’Interno”. Per il segretario del Pd Guglielmo Epifani ”’la vicenda e’ inquietante, ma aspetto di capire cosa sia successo esattamente. Prima di chiedere le dimissioni di qualcuno per le responsabilita’ politiche, voglio sapere quali siano le responsabilita’ funzionali. Se dal capo del governo ai ministri interessati erano tutti all’oscuro, qualcosa non quadra. Ma si dovranno trarre le conseguenze dopo”. Probabilmente giovedi’ Alfano – che ha chiesto una relazione al Capo della Polizia, Pansa – riferira’ su quanto accaduto ed e’ evidente che se il titolare del Viminale dovesse saltare l’esecutivo avrebbe poche probabilita’ di rimanere in piedi. Deflagrante dal punto di vista politico rischia di essere anche la vicenda dell’Ilva di Taranto, da sempre terreno minato per il governo. Secondo la relazione del commissario straordinario dell’azienda siderurgica Enrico Bondi le cause dell’altra incidenza di tumore ai polmoni dei tarantini sono da ricercare nel ”fumo di tabacco e nell’alcol, nonche’ nella difficolta’ nell’accesso a cure mediche e a programmi di screening”. Insomma tumori non prodotti dalle emissioni dell’Ilva ma dallo stile di vita dei tarantini. Duro l’intervento del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che definisce ”inaccettabili ” gli argomenti di Bondi e conferma tutti i suoi dubbi ”sull’affidare il ruolo di commissario dell’Ilva all’ad dell’azienda. Mi sarei aspettato dal commissario – afferma il governatore – una piu’ netta presa di distanza dall’approccio negazionista che l’Ilva ha tenuto negli ultimi vent’anni. Come temevo, invece, le osservazioni di Bondi commissario non sembrano molto diverse da quelle di Bondi amministratore delegato”. Il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando ha convocato per le prossime ore lo stesso Bondi. Al momento non genera problemi al governo il caso degli insulti di Roberto Calderoli al ministro dell’Integrazione Cecyle Kyenge, respinti anzi in maniera compatta dall’intero fronte politico. Ma e’ evidente che, vista la fragilita’ dell’esecutivo, anche questioni che producono inizialmente reazioni univoche e non divisive possono trasformarsi in un secondo momento in fonte di polemiche e ostacoli per l’esecutivo. Il vice presidente del Senato ed esponente di primo piano della Lega Nord in un comizio nel bargamasco ha detto del ministro Kyenge: ”Quando vedo le sue immagini non posso non pensare alle sembianze di un orango”. Frase che ha scatenato lo sdegno di tutte le forze politiche (Carroccio compreso). Ieri sera il senatore ha fatto una telefonata di scuse alla Kyenge. Telefonata che ha portato a dire al leader leghista Roberto Maroni che Calderoli ”ha sbagliato ma si e’ scusato”. Per la Kyenge, che fa sapere di avere accettato le scuse, pero’ ”il nodo istituzionale resta: ciascuno deve tener presente sempre la carica che riveste”. Comunque, dice ancora il ministro, ”’le parole di Calderoli non le prendo come un’offesa personale, ma mi rattristano per l’immagine che diamo dell’Italia”. Calderoli chiarisce ulteriormente: ”Sono disponibile al confronto con il ministro, ma sono pronto a dare battaglia in tutte le sedi riguardo alle sue posizioni che considero sbagliate sull’immigrazione”. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si dice ”colpito ed indignato” per alcuni ”gravi episodi” accaduti in questi giorni, dalla vicenda alle minacce a Mara Carfagna all’incendio del liceo Socrate di Roma, fino agli insulti odierni al ministro Kyenge. Fatti, fanno sapere fonti del Quirinale, ”che dimostrano la tendenza all’imbarbarimento delle vita civile”. Un tema che il Capo dello Stato ”’affrontera’ nell’incontro con la stampa del 18 luglio”. A condannare senza appello la frase razzista dell’esponente leghista e’ il presidente del Consiglio Enrico Letta: ”Inaccettabili oltre ogni limite le parole di Calderoli. Avanti Cecyle col tuo lavoro! Siamo con te”. Il presidente del Senato Pietro Grasso richiede pubbliche scuse e afferma che ”’la quantita’ di messaggi che mi stanno arrivando in queste ore mi danno la felice certezza che i cittadini del nostro Paese rifiutano questi comportamenti in modo netto e totale”. Il presidente della Camera Laura Boldrini esprime ”’solidarieta’ alla ministra Kyenge. Dal vicepresidente del Senato Calderoli parole volgari e incivili, indegne per le istituzioni”. Il Pd chiede le dimissioni di Calderoli. Per Guglielmo Epifani quanto pronunciato dal senatore del Carroccio ”lascia senza parole e non dovrebbe nemmeno essere pensato. Detto dal vice presidente del Senato, apre un problema che andra’ opportunamente affrontato”, rileva il segretario del Pd concludendo: ”’Accetti un consiglio Calderoli, si dimetta”. Dimissioni vengono chieste anche dal ministro della Semplificazione Giampiero D’Alia. ”Linguaggio spregevole da Ku Klux Clan – dice – Calderoli e’ in cerca di visibilita’, il suo partito e’ allo sbando, si dovrebbe dimettere”. ”Inaccettabile” e’ anche il commento del ministro dell’Istruzione Chiara Carrozza mentre il ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo accusa il clima di intolleranza dilagante: ” Ieri e’ toccato alla Carfagna, oggi alla Kyenge. Episodi diversi, ma entrambi espressione di pregiudizi e arretratezza culturale”. Il ministro dell’interno e segretario del Pdl Angelino Alfano, ha telefonato alla collega di governo e le ha manifestato la sua solidarieta’ a nome di tutto il partito. fdv/