Immigrati: Fam.Cristiana,raccolta firme per abolire reato clandestinita’

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(askanews) – Roma, 12 lug – Famiglia Cristiana lancia, attraversoil suo sito, una raccolta di firme per abolire il reato diclandestinita’. L’iniziativa, che si ispira alle parole diPapa Francesco nella sua recente visita a Lampedusa, ha gia’raccolto importanti adesioni: mons. Francesco Montenegro,vescovo di Agrigento (”Sono completamente d’accordo. Quelreato va abolito, se vogliamo mettere in pratica fino infondo cio’ che ha detto il Papa a Lampedusa”); mons.

Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo (”Prevediamoregole piu’ umane per chi arriva da noi e per chi nasce inItalia”); Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl;Piero Martello, presidente del Tribunale del lavoro diMilano; don Armando Zappolini del Coordinamento Nazionaledelle Comunita’ di Accoglienza; Gianni Bottalico, presidentenazionale Acli; Dario Antiseri, filosofo; Paolo Borgna,magistrato. E numerosi altri.

Secondo Famiglia Cristiana ”le parole del Papa aLampedusa hanno messo a nudo l’assurdita’ di una legge cheoffende la dignita’ umana”. Si tratta dell’articolo 10-bis D. Lgs. 286/98 (Testo Unico Immigrazione) cosi’ modificatodall’art. 1, comma 16, Legge n. 94/09 del 15 luglio 2009, cheprevede una ammenda da 5 a 10 mila euro (”reato di ingressoe soggiorno illegale nel territorio dello Stato”). Sul punto e’ intervenuto anche il vicepresidente delConsiglio Superiore della Magistratura Michele Vietti, delquale www.famigliacristiana.it pubblica un lungo e articolatointervento dove, tra l’altro, e’ scritto: ”Immaginare che lacondizione di clandestinita’, connessa al semplice ingressonel territorio dello Stato senza autorizzazione, sia di perse’ un reato, significa espandere in maniera eccessival’ambito del diritto penale, senza peraltro disporre deglistrumenti applicativi”. ”Ma significa anche sottovalutarela problematica di ordine etico sottesa alla necessita’ diuomini e donne, giovani e giovanissimi, alla ricerca di unavia di fuga, nella migliore ipotesi dalla miseria, quando nondalla morte”. ”Il diritto penale deve perseguire singoliatti criminali, non situazioni soggettive legate ad esigenzemigratorie che, se anche non assurgono tutte alle condizionilegali di rifugiati o asilanti, hanno quasi sempre allespalle condizioni di necessita”’.

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