Governo: corsa contro il tempo, da Iva a carceri da ambiente a dl Fare

43 1, 1294 -

(askanews) – Roma, 5 lug – E’ corsa contro il tempo ormai. Ilgoverno guidato da Enrico Letta, uscito relativamenterafforzato dal vertice di maggioranza di ieri, deve spingereperche’ il Parlamento converta in legge prima della pausaestiva sette decreti, pena la loro decadenza dopo sessantagiorni.

Provvedimenti che avendo la forma di decreto hanno tuttievidentemente le caratteristiche di necessita’ e urgenza,come prevede l’articolo 77 della Costituzione. Ma ce ne sonoalcuni che sono forse piu’ urgenti di altri, come per esempioquelli sull’Imu o sull’Iva che prevedendo nella peggioredelle ipotesi il rinvio del pagamento di imposte, toccanomaggiormente la sensibilita’ degli italiani.

I decreti sono: disposizioni urgenti in materia diesecuzione della pena (approvato il primo luglio 2013); primiinterventi urgenti per la promozione dell’occupazione, inparticolare giovanile, della coesione sociale, nonche’ inmateria di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misurefinanziarie urgenti (28 giugno); misure urgenti per ipagamenti dei debiti degli enti del Servizio sanitarionazionale (24 giugno); disposizioni urgenti per il rilanciodell’economia (21 giugno); nuove disposizioni urgenti atutela dell’ambiente, della salute e del lavoronell’esercizio di imprese di interesse strategico nazionale(4 giugno); disposizioni urgenti per il recepimento delladirettiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consigliodel 19 maggio 2010, sulla prestazione energeticanell’edilizia per la definizione delle procedure diinfrazione avviate dalla Commissione europea, nonche’ altredisposizioni in materia di coesione sociale (4 giugno);interventi urgenti in tema di sospensione dell’impostamunicipale propria, di rifinanziamento di ammortizzatorisociali in deroga, di proroga in materia di lavoro a tempodeterminato presso le pubbliche amministrazioni e dieliminazione degli stipendi dei parlamentari membri delGoverno (21 maggio). Considerando che gli effetti di quanto stabilitoall’interno di un decreto si producono dal momento della suapubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, che di solito avvienelo stesso giorno dell’approvazione o quello immediatamentesuccessivo, e’ facile capire il perche’ della fretta espressaa piu’ riprese un po’ da tutti, dal premier ai ministri airappresentanti della maggioranza. La decadenza dei decreti vada quella ormai prossima del rinvio dell’Imu (Fondo MonetarioInternazionale permettendo), approvato lo scorso 21 maggio aquella piu’ lontana del provvedimento sulle carceri,approvato lo scorso primo luglio. In ogni caso, dal 21-22luglio all’1-2 settembre se non convertiti in legge dalParlamento via via decadranno tutti, con prevedibiliconseguenze pratiche (stop agli arresti domiciliari eproblema carceri che torna di ben piu’ drammatica attualita’o sblocco dell’aumento dell’Iva dal 21 al 22%, con l’avvio diuna pericolosa spirale di aumento di prezzi e tariffe) edaltrettanto prevedibili scossoni politici per una maggioranzache, per dirla alla napoletana, si regge sul precario”tienimi che ti tengo’.

Ecco allora il pressing sulle Camere, a partire da quellodel ministro per i Rapporti con il Parlamento, DarioFranceschini, che dopo la riunione della maggioranza ieri aPalazzo Chigi sosteneva che ”c’e’ innanzitutto la necessita’di sciogliere il nodo definitivo sull’Imu e lavorare allediverse coperture sulla proroga” dello stop all’aumentodell’Iva. L’incontro e’ stato molto utile, sottolineavaFrancschini, ed ”e’ chiaro che una maggioranza cosi’ anomalaha bisogno di costruire molta collegialita’ e abbiamoconcordato su una serie di passaggi che ci aspettano nelleprossime settimane che saranno molto intense: in Parlamentodevono essere convertiti prima della pausa estiva settedecreti legge, alcuni come il Dl fare e quello sul lavoromolto corposi. Nel contempo devono assolutamente arrivare adapprovazione prima della pausa estiva la legge europea checomporta l’uscita dell’Italia da diverse infrazioni, ilrendiconto di bilancio, il ddl costituzionale”. Certo, nonsi nasconde Franceschini, e’ ”un percorso che richiede moltacondivisione e collegialita’, nella maggioranza e tra le dueCamere”.

Comunque al vertice, ha riferito ancora il ministro deiRapporti con il Parlamento, ”abbiamo ragionato di comepreparare, con incontri come questo, le scadenze del futuro,sciogliere il nodo definitivo dell’Imu e lavorare su diversecoperture per la proroga dello stop all’aumento dell’Iva, cheverranno portate poi in Parlamento”.

Collegialita’ che comunque non bisogna mai dare perscontata. Il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunettaavverte che ”gia’ la prossima settimana la cabina di regia(da lui fortemente voluta – ndr) si occupera’ di come gestirein Parlamento il ‘decreto fare’ e quello sul lavoro e lacopertura sull’Iva che va assolutamente e totalmentecambiata”. Se quello della ‘cabina di regia’ vieneconsiderato un passaggio fondamentale per il varo definitivodi alcuni provvedimenti e, piu’ in generale, il luogo dovepianificare, concertare, definire collegialmente e senzafrizioni l’impegno del governo su determinate questioni nonc’e’ pero’ da stare tranquilli. La ‘cabina’ e’ uno strumentopiu’ volte riproposto nel recente passato per tentare diporre in sostanza un limite alla litigiosita’che sisviluppava, quale che fosse il colore della coalizione digoverno, all’indirizzo del ministro dell’Economia,’colpevole’ di operare tagli alla spesa, di mettere nuovetasse, di cercare di far quadrare i conti pubblici. Unostrumento che non solo ha avuto spesso vita breve, o comunquerelegata ad una funzione marginale, ma che ha esaltatoproprio quello che in origine si proponeva di eliminare: lediffidenze, gli scontri fra ministri. Basti riportare allamente cosa produssero le ‘cabine di regia’ messe in piedi daigoverni di Silvio Berlusconi: Gianfranco Fini e GiulioTremonti ancora lo ricordano.

fdv