Governo: conti pubblici e riforme, alla verifica un Letta piu’ forte

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(askanews) – Roma, 3 lug – Alla vigilia della vigilia del verticedi maggioranza di verifica dello stato di salute dellamaggioranza stessa e del governo l’atmosfera era tesa epreoccupata, al punto di far parlare di sfilacciamentopolitico e di situazione di precrisi. Insomma per dirlameteorologiicamente, nubi nere e foriere di temporaleall’orizzonte.

In appena due giorni pero’ il clima sembra migliorare eandare verso un rasserenamento, anche se non mancano unaparte di quelle nubi scure.

La stessa richiesta di verifica, partita con un tonoultimativo e tutto sommato minaccioso da parte di un Monti inuna insolita veste combattiva, si sta rivelando menopericoloso rispetto al primo momento. Un sospetto che larichiesta di verifica (”altrimenti usciamo dallamaggioranza”) fosse in realta’ una sponda d’appoggio perEnrico Letta e non una dichiarazione di guerra era sorto findall’inizio. Ieri nel tardo pomeriggio un comunicato diScelta civica a firma di Dellai ha rafforzato il sospetto,visto il deciso ammorbidimento dei toni e l’esplicitadichiarazione che con la richiesta di verifica si vuole”dare una mano” al governo. Vero e’ che all’ultimatum diMonti erano seguite divisioni all’interno della stessa Sceltacivica con in testa il leader Udc Casini e i parlamentari”cattolici” montiani, ma quel che conta politicamente e’ ladichiarazione che non si vuole far saltare il governo, anzirafforzarlo nella sua azione. E, onestamente, un Montikamikaze che bombarda le istituzioni e’ poco credibile, vistoche per sua natura e’ invece portato a rafforzarle.

Il deciso rasserenamento sembra pero’ segnato, se nondovuto, ad opera di due fatti di natura ben diversa traloro.

Il primo e’ riscontrabile nella concretezza ed oggettivita’dei numeri: 14 e rotti miliardi di euro e’ l’avanzo di giugnocomunicato dal Ministero dell’Economia a fronte di unasituazione che nei primi mesi dell’anno appariva assai piu’avara.

Questo non vuol dire che l’Italia e’ diventata di colpo ilpaese di Bengodi, ma che ci sono i mezzi per praticare unapolitica economica che non sia fatta solo di rigore e viecrucis. Detto in una brutale sintesi, i 14 mld (che possonoanche crescere nei mesi successivi) permettono di interveniresenza affanni sia sull’Iva (da non aumentare) sia sull’Imu(da riformare, specie sulla prima casa) e di spegnere queifocolai di incendi che i falchi del Pdl andavano accendendosulla strada del governo.

Il secondo fattore positivo e’ di natura politica e legatoalle riforme. Quasi in silenzio dopo due giorni di confrontostrillato sull’iniziativa del Pdl (anche qui ad opera di uncosiddetto ”falco”) di volere inserire la giustizia emarcatamente una riforma antimagistratura nel cesto delleriforme costituzionali all’esame del Senato, e’ stataaccettata la cancellazione di questa ”iniziativa”accettando (e votando un emendamento) che i Titoli IV e VIdella Costituzione, magistratura e Corte Costituzionale,restano fuori dal progetto di riforma. Eventuali modifiche aqueste materie, e’ stato concordato, saranno affrontate solose ”strettamente connesse”, quindi conseguenti e resenecessarie dalle altre modifiche costituzionali cheriguardano il Parlamento, il Presidente della Repubblica, ilGoverno e Regioni, Province e Comuni.

Per quanto riguarda la persistenza di nubi scure, ilmotivo principale va visto nell’elezione del vicepresidentedella Camera, in sostituzione di Lupi che ha lasciatol’incarico perche’ diventato ministro. Il fair playistituzionale vuole che alla carica succeda un esponentedello stesso partito a cui appartiene il vicepresidene che halasciato. Fin qui nessun problema. La complicazione e’ sortaquando il Pdl ha indicato come candidata Daniela Santanche’.

Il personaggio e’ (politicamente e di stile) ruvido assai ein molti nel Pd si sono dichiarati indisponibili a votarla.

Di qui un problema nei rapporti dell’alleanza larga chesostiene il governo e all’interno del Pd che certo nondesidera in nessuna delle sue componenti una divisione sullaSantanche’. Bastano quelle proprie. Nonostante le grida suinammissibili discriminazioni, anche dall’interno del Pdlfiltrano pero’ riserve sul nome della Santanche’ che non e’proprio amata da tutti, specie da chi non approva le sueposizioni da falco oltranzista favorevole ad un ritorno adelezioni politiche anticipate (con tanto di porcellum).

Per una volta appaiono abbastanza marginali le polemicheinterne al Pd dove continua a segnalarsi una proliferazionedi candidati alla segreteria. Candidature tutteapparentemente accettate tranquillamente (anche quelle minorie senza futuro!), tranne quella in pectore di Matteo Renzi,l’unica realmente avversata o quanto meno discussa, pare dicapire per il suo carico ”eversivo” secondo i classici (erassicuranti) stili di vita di partito. Ma questa e’ un’altrastoria e la si vedra’ raccontare prossimamente verso ilcongresso democratico.

E in questo quadro, il governo? Il governo, e segnatamenteil premier Enrico Letta, tutto sommato si rafforza sulledebolezze altrui. Per di piu’ sapendo di avere alle spalleuna force de frappe al Quirinale con un Napolitano che hafatto chiaramente capire che in caso di crisi cercherebbecomunque una maggioranza politica in Parlamento e porrebbe lariforma della legge elettorale come condizione imperativa.

Nel panorama politico ci sono anche i 5 stelle di Grilloche al di la’ di ricorrenti previsioni catastrofiche sonoancora piu’ che altro impegnati a conteggiare gli scontrini ea litigare (ed espellersi) tra di loro, continuando arivendicare una rappresentanza popolare indignata che pero’sempre piu’ li sta lasciando.

min/mau