Governo: nuova prova di tenuta maggioranza, oggi elezione Santanche’

AGO 7, 1293 -

(askanews) – Roma, 2 lug – Le sorprese, per il governo guidatoda Enrico Letta, non finiscono mai. Se ormai la pressione delPdl per mettere in difficolta’ l’esecutivo – fatto singolare,facendo parte esso stesso della squadra di Palazzo Chigi – e’cosa giornaliera (vedi caso Santanche’), qualche stuporedesta la posizione di ”’stimolo” assunta dall’ex premierMario Monti (anch’egli alleato di governo), che minacciandola crisi chiede quella che una volta si sarebbe chiamataverifica di maggioranza. Un passaggio, quello sollecitato dalprofessore della Bocconi, i cui contorni sono poco chiari eancor meno definiti gli obiettivi. Certo, i montiani – non sisa bene quanto seguiti dall’Udc in questa avventura -giustificano il loro passo con la volonta’ di contrastare ladebolezza, a loro dire, mostrata dal governo nell’affrontarela crisi economica e nel riformare il quadro istituzionale.

Ma il motivo vero di questo puntare i piedi – che ha colto disorpresa sia il premier che Giorgio Napolitano – andrebbeforse ricercato nel desiderio di Monti di non essere piu’ unresiduale alleato di governo, schiacciato dai numeri e dallavis polemica di Pd e Pdl, ma tornare ad essere protagonistasulla scena e sulle misure anti-crisi. Un rinnovatoprotagonismo che potrebbe anche derivare dal fatto diritenere le elezioni una scadenza che si sta avvicinando agrandi passi e nei confronti della quale e’ bene quindi nonfarsi trovare assenti o impreparati. Opzione elettorale che e’ invece dichiaratamente presentenelle azioni di buona parte del Pdl. Non si puo’ leggere inaltro modo – logoramento della coalizione di governo perarrivare piu’ prima che poi alla crisi e, Napolitanopermettendo, alle elezioni – la vicenda della candidaturaalla vicepresidenza della Camera di Daniela Santanche’. Unacandidatura, ma era prevedibile viste le caratteristiche di”dura’ dell’ex sottosegretaria, che ha provocato l’orticarianel Pd. Una reazione analoga a quella che i Democraticiebbero all’atto della formazione del governo, quando siipotizzo’ Renato Brunetta (un altro dei ”duri’ del Pdl)ministro dell’Economia. Ma allora, siccome non era il medicoche ordinava certo Brunetta al governo, si trovo’ altrasoluzione. Nel caso della vicepresidenza della Camera invece,per continuare in metafora, la prescrizione medica e’ chiara:andato via Lupi, Pdl, prassi vuole che il suo sostitutoprovenga dalle fila della formazione berlusconiana. Il Pd noncontesta certo il diritto dell’alleato ad avere un suovicepresidente ma il nome proposto.

Secondo molti democratici eleggere la Santanche’significherebbe mettere delle mine sulla strada del governo ecercare un incidente per far si’ che il tavolo si rovesci. Daqui l’orientamento del Pd (una decisione, in vista del votoprevisto per le 15, verra’ presa questa mattina dall’ufficiodi presidenza) a votare scheda bianca. Verra’ cosi’assicurato – il voto e’ a scrutinio segereto – il numerolegale (e la possibilita’ di essere eletta all’esponenteberlusconiana) ma non i voti del 293 deputati democratici.

Senza dimenticare Scelta Civica, 47 voti, che parlaapertamente di provocazione.

La Santanche’ potrebbe evidente farcela anche con i soli votidel Pdl, 97, a cui si aggiungerebbero i 20 della Lega Nord(ma non e’ scontato perche’ recentemente ha sostenutol’ostruzionismo di M5S) e i 9 di Fratelli d’Italia. Ma non sipuo’ non considerare che l’elezione della Santanche’ potrebbeessere l’occasione per l’ala governativa del Pdl – per coloroche sono contrari ad una crisi e che contestano l’opposizionedi fatto di una parte del partito all’esecutivo, di cui l’exsottosegretario e’ significativo rappresentante – di rendereevidente il proprio mal di pancia e non votare quindi per ilcandidato. Un segnale di questo si e’ avuto ieri, allamanifestazione pro-Berlusconi ad Arcore, organizzata propriodalla Santanche’. Davanti la villa dell’ex premier c’eranosi’ i coordinatori nazionali del Pdl, i ”duri’ Bondi eVerdini, ma erano significativamente assenti – per non essereconfusi forse con gli ultra’ del partito – i maggiorirappresentanti pidiellini in Lombardia, dalla Gelmini aRomani a Formigoni. Un’elezione a rischio dunque, con possibile colpo discena.

In queste ore sono in corso contatti tra M5S e SEL perl’individuazione di un candidato comune. Nel caso dovesseessere trovato l’accordo (e’ presumibile che il candidatopossa essere un vendoliano anche se non si esclude un bisgrillino, che ha gia’ Luigi Di Maio tra i vicepresidenti) siformerebbe un blocco di 143 voti, 106 M5S e 37 SEL, bensuperiore ai 126 teorici del centrodestra.

Che la possibile mancata elezione della Santanche’ rischidi diventare un nuovo problema per la maggioranza e per ilgoverno emerge in tutta chiarezza dalle dichiarazioni diesponenti Pdl.

”Sulla candidatura di Daniela Santanche’ alla vicepresidenzadella Camera sarebbe davvero gravissimo se da parte del Pd vifossero gesti provocatori. Pacta sunt servanda”, diceDaniele Capezzone, presidente della Commissione finanze dellaCamera e coordinatore dei dipartimenti del Pdl. Per DeborahBergamini invece ”a dispetto delle inutili provocazioni checontinuano a venire da esponenti del Pd, il Pdl non ha e noncerchera’ alcuna alternativa alla candidatura di DanielaSantanche’. E’ lei il nostro nome per la vicepresidenza dellaCamera e ci dispiace che gli alleati democratici si stianoavvitando intorno alla ricerca di una soluzione arzigogolataanziche’ scegliere la via piu’ semplice e logica: votarlarispettando gli accordi e, soprattutto, le nostre scelte,cosi’ come noi abbiano fatto con le loro”. Un modo per dire,quasi ad esorcizzare la possibilita’ che all’interno delpartito berlusconiano si possano verificare spaccature, chese l’elezione fallisce sara’ solo colpa del Pd.

In questo quadro assume una particolare valenza il verticedi maggioranza previsto per giovedi’, che se non puo’ esserecerto indicato come il momento della resa dei contisicuramente rappresentera’ un passaggio significativo per lavita dell’esecutivo guidato da Enrico Letta. Soprattutto senon dovesse risultare eletta Santanche’. E’ facile prevedereinfatti che il vicepremier e segretario del Pdl AngelinoAlfano in quella sede chiedera’ conto di quanto accaduto aglialleati del Pd, magari alzando la voce e ponendo l’accento,una volta di piu’, su quelle che sono le bandiere,delpartito, Imu e Iva su tutto. Forte, in questo caso,dell’analogo comportamento tenuto in queste ore da Monti. Ma il premier non ha dubbi, il suo governo passera’ anchequesta tempesta: ”Giovedi’ – dice da Gerusalemme – ci sara’una riunione della cabina di regia e sono convinto che, comesempre in questi 60 giorni, risolveremo i problemi che cisono con un atteggiamento costruttivo e attento allaconcretezza dei problemi”.

fdv/