Governo: Napolitano e Grasso lo blindano.Monti avvisa, pronti a lasciare

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(askanews) – Roma, 1 lug – Il Presidente della Repubblica GiorgioNapolitano, il presidente del Senato Pietro Grasso e l’expremier e leader di Scelta Civica, Mario Monti rilascianoieri dichiarazioni che, al di la’ delle parole usate e dellesfumature date a questo o a quel concetto (Monti minaccia unritiro della fiducia), lasciano intendere una sola cosa: ilgoverno guidato da Enrico Letta ha tutte le possibilita’ diandare avanti e di provare a realizzare le riforme chiestedagli italiani, anche se la situazione e’ difficile e nonesistono bacchette magiche. Questo con buona pace di coloroche – in particolare nel Pdl ma anche nel Pd – pur stando nelgoverno si comportano da opposizione e cercanoquotidianamente di mettere in difficolta’ Letta, insofferentidella ”strana coalizione’ e decisi a provocare la crisi perandare alle elezioni anticipate.

Nuove urne che invece non si dovrebbero dare per scontateperche’ forse il Capo dello Stato, in caso di crisidell’attuale maggioranza potrebbe non sciogliere le Camere macercare un’altra coalizione e un altro governo. Insomma unablindatura del governo, che arriva all’indomani dei”positivi” risultati del Consiglio europeo sull’occupazionee che cerca di fare argine alle insofferenze, fra l’altro,antigiudici dei ”falchi’ del Pdl, in servizio permanenteeffettivo vista la frequenza con cui in queste settimaneSilvio Berlusconi e’ presente in procedimenti giudiziari(ultimo il caso Cir-Mondadori, con la sentenza dellaCassazione che potrebbe arrivare nel giro di qualchesettimana). Senza dimenticare l’attacco, indiretto certo mapur sempre evidente, del Cavaliere ai magistrati quando neigiorni scorsi ha parlato di necessita’ di riformare lagiustizia italiana.

Napolitano, da Zagabria dove ieri ha partecipato aifesteggiamenti per l’ingresso (oggi, primo luglio) dellaCroazia nell’Unione europea, innanzitutto sostiene che ilConsiglio europeo della scorsa settimana ”ha dato rispostemolto significative per le direzioni di marcia che haindicato”.

Ragione per cui ”e’ assurdo non riconoscere – rileva conchiaro riferimento alle critiche arrivate da alcuni settoridella maggioranza – il ruolo svolto dall’Italia nellospostare gli accenti sulla crescita e sulle esigenzedell’occupazione, in particolar modo di quella giovanile”.

Certo, quanto fatto per Napolitano – che invita comunque a”non sottovalutare i consistenti passi compiuti” – ”nonvuol dire aver risolto i problemi, ma ugualmente e’ stataimboccata una strada che era urgente imboccare”. In questosenso, sollecita il Presidente della Repubblica, va lettal’intervista del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomannisabato scorso al Corriere della Sera. Il ministro, fral’altro, aveva parlato di ”riduzione della spesa pubblica”,onorando pero’ gli impegni del debito pubblico.

Soprattutto senza pensare di fare tutto cio’ senza l’ombrelloeuropeo. ”Ogni anno – spiegava il ministro – emettiamo 400miliardi di titoli, un obbligo che sarebbe lo stesso se nonfossimo nell’Ue e non ci fosse il Fiscal compact, anzisarebbe peggio, perche’ l’Italia dovrebbe conquistarsi dasola la credibilita’ sui mercati”. Il governo, aggiungevaSaccomanni, vuole ”ridurre le spese correnti ma non e’ unlavoro che consenta nel giro di poche settimane di reperiremiliardi di euro come se avessimo la bacchetta magica”.

Napolitano dice di avere ”molto apprezzato l’intervista diSaccomanni” con la quale il ministro dimostra ” in modopuntuale quello che si poteva fare e quello che si puo’ fare,naturalmente senza pensare di avere la bacchetta magica”.

Parole, quelle di Napolitano che sono di chiaro sostegnoall’esecutivo ma che soprattutto richiamano ancora una voltagli attori politici al senso di responsabilita’.

Di tenore diverso l’intervento – con una intervista aRepubblica – del presidente del Senato Grasso, forse un po’fuori linea da quello che istituzionalmente ci siattenderebbe dalla seconda carica dello Stato (comunque l’exmagistrato non e’ certo il primo, sono ormai anni che ipresidenti della Camere hanno nei fatti innovato il lororuolo, rendendolo sempre piu’ politico e sempre meno”terzo’) ma sicuramente con parole autorevoli che richiamanoanch’esse – dopo quelle del Capo dello Stato – il mondopolitico alla responsabilita’. Innanzitutto Grasso sostieneche ”la legge elettorale bisogna farla subito, prima delleriforme”, compresa quella della giustizia. Poi aggiunge,rivolto evidentemente ai duri del Pdl ma non solo, che”esprimersi dentro una coalizione come una forza diopposizione al governo e’ quanto di piu’ deleterio possarealizzarsi. Tutto cio’ genera, e mi risulta dai contattiavuti a livello internazionale, insicurezza sulla stabilita’delle nostre istituzioni che, trasmessa agli osservatoristranieri, puo’ generare anche manovre speculative suimercati esteri”. Per altro, sostiene Grasso, ”non credo chein questo momento un partito possa assumersi laresponsabilita’ di far saltare il tavolo”. E comunque,avverte il presidente del Senato, ”nel caso in cui venissemeno la fiducia a questo esecutivo, sono certo che Napolitanonon escludera’ alcuna possibilita’ per altre possibilicoalizioni”. Quanto alla riforma della legge elettorale,Grasso afferma che tornare al Mattarellum e’ ”una delleipotesi possibili”. Quello che e’ certo e’ che ”tutti sisono gia’ dichiarati d’accordo” sulla necessita’ di abolireil Porcellum, e una riforma si puo’ fare ”subito, su unastrada del tutto separata e indipendente dal pacchetto delleriforme”. Inevitabili le polemiche provocate dall’intervista, conNapolitano – ”non l’ho letta”, dice – che sostiene cheormai ” si fanno su tutto, e quindi lasciamo che facciano illoro corso”. Come dire, lasciamo che si spengano da sole.

Ma chi invece butta benzina su questo fuoco sono ovviamentecoloro che si ritengono i destinatari (anche se naturalmentenon citati) delle parole di Grasso. Sandro Bondi,coordinatore nazionale del Pdl, sostiene che ”l’intervistarilasciata oggi dal presidente del Senato Pietro Grassodimostra essenzialmente che l’assemblea del Senato e’presieduta da un esponente politico che non sa distinguerel’ambito delle proprie specifiche responsabilita’istituzionali da quelle di ordine politico”. Secondo Bondi,”lasciare intravvedere o addirittura minacciare, da partedel Presidente del Senato, l’insediamento di una maggioranzadiversa da quella che sostiene oggi il governo Letta,testimonia della volonta’ di svolgere un esplicito e forteruolo politico che e’ incompatibile con la funzioneistituzionale di presidente di un ramo del Parlamento”.

Secondo l’ex capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio CicchittoGrasso ”ha rilasciato una lunga intervista che e’ piu’ dadirigente di partito che non da Presidente del Senato. Cosi’parla addirittura di una legge elettorale da fare subitoanche indipendentemente dalle riforme istituzionali il che e’esattamente il contrario di cio’ che in materia hanno dettoil ministro Quagliariello e il governo”. ”E in piu’ – prosegue Cicchitto – il senatore Grassopreannuncia gia’ quelle che sono le intenzioni di Napolitanonel caso in cui cada l’attuale governo, bacchetta il Pdl pereccesso di prese di posizione polemiche, insomma piu’ che unpresidente del Senato al di sopra delle parti sembra un mistofra un arcigno ‘tutor’ e un capo tifoso nettamente schieratoin una parte del campo”. Grasso sbaglia anche per MaurizioGasparri, vicepresidente del Senato: ”Occuparsi prima e solodi legge elettorale potrebbe portare a un deprecabile nuovofallimento della riforma delle Istituzioni e dello Stato. Permettere in sicurezza la legge elettorale vigente bastanopiccoli ritocchi.

Ma la vera nuova legge elettorale e’ conseguenza, nonpremessa della riforma dello Stato”. Durissima anche DanielaSantanche’, secondo la quale il presidente del Senato ”e’ unarbitro e non dovrebbe essere un giocatore”.

Proprio per tentare di spegnere le polemiche Grasso faieri in mattinata una precisazione su Facebook. ”Horilasciato una lunga intervista a Repubblica in cui, dopo unperiodo di silenzio, ho avuto modo di parlare di moltiargomenti della nostra vita politica e istituzionale,cercando di esprimere le mie opinioni ma stando attento a nonoltrepassare i limiti imposti dal mio ruolo. Purtroppol’abitudine ai titoli ‘urlati’ puo’ far nascere polemichepolitiche in cui certamente non sono intenzionato adentrare.

Spero che i lettori non si fermino alla lettura dei titoli.

Per questo inserisco qui solo il testo delle domande e dellerisposte”, aggiunge Grasso, riportando l’integraledell’intervista, esclusa la titolazione.

Infine l’intervento dell’ex premier Monti, moltoarticolato, che mette in guardia il Pdl dalle ambiguita’prefigurando un possibile ritiro del sostegno al governo.

”Non e’ accettabile che singoli partiti, nel partecipareall’attivita’ di un governo che dovrebbe durare per anni, siposizionino quotidianamente – nella sostanza e nellacomunicazione – come se fossero gia’ in campagnaelettorale”, dice su Facebook. Il Pdl, continua, ”per boccadel suo segretario e vice presidente del Consiglio,sottolinea che il suo partito e’ al governo come ‘presidio efortino antitasse’. Che cosa significa questo’? Che ilpresidente Letta, il ministro Saccomanni o, poniamo, SceltaCivica avrebbero visto volentieri l’aumento dell’Iva, o nonvedrebbero volentieri un’attenuazione del peso fiscale sullacasa’?”. Per quanto riguarda Scelta Civica, chiarisce l’expremier, ”posso assicurare che i nostri elettori sonoinsofferenti alle tasse quanto lo sono quelli del PdL. Easpettano con ansia che il Pd e il PdL si decidano, adifferenza che nel 2012, a sostenere misure concrete diriduzione della spesa pubblica, unico modo serio perabbassare le tasse”. A questo punto, dice il professore,”mi sento in dovere di affermare che, senza un cambio dimarcia, non riteniamo di poter contribuire a lungo asostenere una coalizione affetta da crescente ambiguita”.

Monti propone un ”contratto di coalizione” per rafforzaregli impegni dei partiti che sostengono Letta.”In Germania -spiega – le grandi coalizioni nascono sulla base di un’Koalitionsvertrag’, un vero e proprio contratto, scritto emolto dettagliato, che i partiti devono rispettare. La grandecoalizione che appoggia il governo Letta ha, come sola base,le brevi dichiarazioni programmatiche del presidente delConsiglio alle Camere del 29 aprile. Troppo poco”.

”Superato, con risultati apprezzabili, il Consiglio Europeo- aggiunge il leader di Scelta Civica – Enrico Letta dovrebbeora proporsi di dare solidita’ e slancio riformatore al suogoverno, e di metterlo al riparo da possibili insidieprovenienti dai travagli dei partiti, proponendo presto untesto di ‘contratto di coalizione’. Esso dovrebbe contenere,oltre ad un quadro preciso delle linee politiche e deiprovvedimenti, anche un breve ‘codice di condotta’, conelementari regole di comportamento per chi vuole parteciparein buona fede ad uno sforzo comune per risollevare il Paese,dimenticando per qualche tempo gli interessi elettorali”.

Non sembrano sgombrare il campo dai dubbi e dallepreoccupazioni le parole di Angelino Alfano, segretario delPdl e vicepremier che, in un’intervista sull’Unita’ di oggi,assicura si’ che ”il governo non rischia” a patto pero’ che”il Pd si mostri leale”, facendo evidente riferimento alvoto alla Santanche’ alla vicepresidenza della Camera.

”In ogni caso – aggiunge – non siamo noi a mettere arepentaglio l’esecutivo”. Quanto alle dichiarazioni delpresidente del Senato dice che ”Grasso deve ancora prenderele misure”. fdv