Iva: Cia, bene rinvio, ma serve stop definitivo ad aumento

54 7, 1291 -

(askanews) – Roma, 26 giu – Il rinvio dal primo luglio al primoottobre dell’aumento dell’Iva al 22% e’ un atto diresponsabilita’ da parte del governo, in quantol’innalzamento di un punto percentuale dell’imposta avrebbecoinvolto circa il 60-70% dei consumi delle famiglie, con unulteriore effetto depressivo su imprese e cittadini. Lo afferma la Confederazione italiana agricoltori (Cia),in merito all’annuncio del premier Enrico Letta oggi dopo ilCdm, chiedendo, pero’, lo ”stop definitivo” delprovvedimento.

In una fase come quella attuale – scrive la Cia in unanota – con i consumi crollati del 4% nel primo trimestredell’anno e oltre 7 famiglie su 10 costrette a ”tagliare”perfino su cibo e sanita’ per colpa della crisi, il passaggiodell’Iva dal 21 al 22% avrebbe avuto conseguenze devastantiper gli italiani, toccando la maggioranza delle voci delbilancio familiare: dall’abbigliamento al pieno di benzina,dal vino agli elettrodomestici per la casa, dal computer alleparcelle dei liberi professionisti.

Soltanto per il capitolo ”cibo e bevande” – ricorda laCia – il rialzo dell’Iva si sarebbe tradotto a fine anno inun calo aggiuntivo dell’1,5% dei consumi alimentari, gia’sottoterra. Senza contare le conseguenze sugli esercizicommerciali, con le vendite nella Gdo crollate del 4,7%rispetto allo stesso periodo del 2012 e oltre 25 mila piccoleimprese a rischio chiusura.

Ecco perche’, nonostante la soddisfazione per questo primorinvio e per l’impegno a lavorare su un ulteriore slittamentoa fine anno – conclude la Cia – crediamo che si debba andarein direzione di un stop definitivo all’innalzamento dell’Iva:il governo deve capire che non e’ questa la soluzione per”fare cassa”, anche perche’ non c’e’ alcuna possibilita’ diripresa economica attuando misure che abbattono ancora dipiu’ i consumi domestici. com-stt