M5S: vincono i duri, espulsa Gambaro. Ma Grillo teme la scissione

63 4, 1288 -

(askanews) – Roma, 18 giu – Alla fine i parlamentari delMovimento 5 Stelle hanno detto a maggioranza si’all’espulsione della senatrice Adele Gambaro, accusata diaver criticato la gestione del movimento da parte di BeppeGrillo. Un allontanamento – che ha registrato 79 i voti afavore, 42 contrari e 9 astenuti – che dovra’ essereconfermato, per divenire effettivo, dalla pronuncia degliattivisti in Rete. La decisione e’ arrivata nella tardaserata di ieri, dopo oltre quattro ore di riunione a portechiuse, preceduta da una lunga serie di assemblee di grupponei giorni scorsi al Senato, senza la diretta streaminginizialmente annunciata. Dalla riunione emerge moltochiaramente che il parlamentare che si oppone alla lineapolitica dettata dall’ex comico genovese ha altissimeprobabilita’ di essere cacciato, con buona pace dell’assenzadi vincolo di mandato, prevista dalla Costituzione persenatori e deputati. L’ala dura dei grillini ha ieriribadito, in piu’ occasioni, che mettere in discussioneGrillo mette in difficolta’ in movimento indebolendone la suacapacita’ politica. Valgono su tutte le parole pronunciatedal deputato stellato Manlio Di Stefano, secondo il quale”’la dignita’ o ce l’hai o non ce l’hai. La coerenza o cel’hai o non ce l’hai. In Italia non si rispettano i contrattilegali vincolanti, figuriamoci quelli morali non vincolanti.

E’ stato chiesto troppo a queste persone. Fatele andare viatutte in un sol colpo. Spero vivamente che il M5S perda tuttigli elementi nocivi, tutti quegli elementi tossici chepossono ‘infettare’, anche solo involontariamente, tutti glialtri. E’ un po’ la legge di Darwin ‘sopravvivono i piu’forti, i non deboli”. Un tono degno di altre cause ma che lascia intendere comeil timore degli ortodossi del pensiero grillino – e di Grilloper primo – sia di perdere (cosa per altro gia’ accaduta,come dimostra il risultato fallimentare alle recentiamministrative) quella presa trasversale su una parte dellasocieta’ che aveva portato l’M5S ad avere alle elezionipolitiche una percentuale di consensi analoga al Pd. Lapresenza di dissidenti, le cene come quella di ieri sera trai contrari all’espulsione della Gambaro, le voci su possibiliformazioni di gruppi parlamentari autonomi indicano che e’ inatto una profonda riflessione politica tra gli eletti delmovimento. Le parole della senatrice – che ieri, durante il”processo’ non ha fatto alcun passo indietro, confermando lasua intenzione di rimanere nel gruppo di Palazzo Madama -hanno chiarito che se la trasversalita’ di idee e posizionidi un movimento politico e’ un bene quando si tratta diconvogliare i voti di una protesta che attraversaindistintamente tutta la societa’, diventa un problema quandosi tratta di avere un atteggiamento coerente e condivisonella aule parlamentari. Gli eletti M5S hanno estrazioni politiche diverse: dallasinistra radicale e no Tav ai delusi di Berlusconi passandoper i contestatori della linea indeterminata del Pd. Unamescolanza sin qui tenuta insieme, a ben vedere, dalle urla,dalle invettive di Grillo. L’ex comico e’ consapevole che unfronte cosi’ eterogeneo puo’ essere reso compatto solo dapoche e chiare parole d’ordine, perche’ appena si entra nelmerito delle questioni, ecco che emergono i distinguo, ledivisioni, le perplessita’.

Divisioni che rendono la squadra grillina vulnerabile difronte a rilevanti passaggi istituzionali e parlamentari. Edi fronte al naturale ”svolgersi’ della politica. Ladenuncia di una possibile compravendita in atto diparlamentari grillini o, comunque, l’esistenza di contatti dimolti di questi con Pd e Sel stanno ad indicare come unaquota di deputati e senatori non abbia digerito la totalechiusura al dialogo con i partiti di Epifani e Vendola. Eccoallora non solo i dissidenti, piu’ o meno noti, ma le decinedi parlamentari assenti ieri all’assemblea sulla Gambaro e ilsignificativo numero di contrari (piu’ gli astenuti) alla suaespulsione che stanno ad indicare il momento di grandedifficolta’ del movimento. Se poi si deve dare credito, anche solo in parte, a quantosostiene il fuoriuscito senatore Marino Mastrangeli, cacciatoper le sue presenze in televisione, e cioe’ che ci sarebberosessanta-settanta parlamentari pronti a fondare un nuovogruppo, ecco che si comprende la preoccupazione di Grillo,ancora di piu’ dopo le nuove alleanze (forse appunto contransfughi di M5S) ipotizzate da Pier Luigi Bersani.

Il nuovo capogruppo al Senato, Nicola Morra, ha annunciatoieri la sua disponibilita’ a ”sottoporre il giudizio sul miooperato in rete”. E’ alla Rete, infatti, che guarda ilgruppo dei grillini ortodossi, nella certezza che il giudiziodegli attivisti potra’ cancellare le divisioni emerse fra glieletti. Una posizione per certi versi ingenua perche’dimentica che la Rete, la piazza – virtuale o meno che sia -,la folla non hanno testa, non hanno pensiero ma vivonosull’emotivita’ del momento. Per poi cambiare posizione unminuto dopo. fdv/