Pdl: ricerca nuova identita’, Berlusconi torna a Fi e aspetta sentenze

29 9, 1287 -

(askanews) – Roma, 13 giu – Pdl alla ricerca di identita’ e diquel nuovo assetto che gli permetta di recuperare queimilioni di voti persi tra le elezioni politiche di febbraio ele recenti amministrative. Il corto circuito tra elettori epolitica tradizionale – figlio sia degli scandali, delleruberie che hanno coinvolto esponenti di partiti sia di unnuovo modo di intendere la politica, sempre piu’ basatosull’uso dei social network, delle piazze virtuali della Retecon conseguente modifica anche del linguaggio e delle paroled’ordine usate – sta riguardando tutti i partititradizionali, tutte le aree di riferimento politico,impegnate chi piu’ chi meno a cercare di capire quale sia lachiave per rigenerare il rapporto con i propri elettori. Unrapporto che va sempre piu’ consumandosi, come dimostra lacrescente e preoccupante disaffezione degli italiani verso leurne, siamo esse nazionali o locali. Il Pd e’ ormai in pienafibrillazione precongressuale, le divisioni al suo interno -emerse plasticamente dopo la ”non vittoria’ alle politiche erimaste in piedi, nonostante il buon risultato delleamministrative – sono sempre piu’ marcate, con la frizzanteancorche’ ingombrante figura di Matteo Renzi che non riesce(o non vuole) ad essere l’elemento riunificatore. La destra,dopo il fallimento di Gianfranco Fini e del suo Fli (e lanetta sconfitta di Gianni Alemanno alle comunali di Roma) e’alla ricerca di un nuovo punto di riferimento, che potrebbeessere Fdi di Meloni e La Russa (e Crosetto). Tutta dadimostrare pero’ la capacita’ trainante della nuovaformazione politica. I centristi di Scelta Civica e Udc (puressendo attuali forze di governo) non danno la sensazione diessere determinati e comunque l’appeal sull’elettorato sembraessere sempre piu’ residuale. La Lega Nord si sta disgregandointorno allo scontro Bossi-Maroni e la sinistra di Vendola,forse la piu’ attenta alle nuove piazze virtuali, alleistanze che arrivano dai giovani sconta la suaindeterminatezza, che solo tre mesi fa la vedeva alleata delPd e oggi essere all’opposizione. Bene non va neanche al”nuovo’, con l’M5S urlato di Beppe Grillo che – segnoevidentemente di come la politica tradizionale non sia dabuttare quanto da reinterpretare – che ha evidentementeesaurito la sua carica iniziale. Di fronte a questo quadro Silvio Berlusconi, che da sempreha grande capacita’ di interpretare e fare proprie lesollecitazioni popolari, le domande del territorio e’ allavoro per proporre un nuovo, vincente punto di riferimentoper i moderati del centrodestra. Un futuro, quello del dopoPdl (sigla, simbolo mai amati completamente dal Cavaliere)non ancora disegnato ma che gia’ provoca divisoni, agitazionifra i dirigenti azzurri. Certo, quale che sia la strada chel’ex premier voglia seguire per rilanciare la sua formazionepolitica, questa non puo’ prescindere – almeno ad oggi – dalsostegno al governo di Enrico Letta. Lo ha ribadito ieri seralo stesso Berlusconi, in un lungo incontro avuto a PalazzoGrazioli con i vertici del partito. Ovviamente pero’, e’stato il ragionamento dell’ex premier, l’esecutivo deveessere sollecitato a varare al piu’ presto quelle misureeconomiche, a partire dall’abolizione dell’Imu, sulle qualiil Pdl aveva incentrato la campagna elettorale. Cosi’ come e’stata ribadita la necessita’ che Letta, al prossimo Consiglioeuropeo, spinga perche’ si metta un freno alle politiche diausterita’ volute da Berlino, che hanno come risultato quellodi frenare l’economia impedendo il rilancio dei consumi. Mala fedelta’ rimane.

Piatto forte della riunione e’ stata pero’ la discussionesugli assetti interni del partito e, soprattutto, sul”nuovo’ partito. Una rivoluzione che potrebbe vedere la lucegia’ dal prossimo mese di luglio. Al nuovo soggetto politicosta lavorando, su incarico del Cavaliere, una pattuglia diduri e puri, i ”falchi’ Denis Verdini, Daniele Capezzone eDaniela Santanche’. Cosa che non ha fatto piacere a moltiall’interno del Pdl, a partire da Angelino Alfano, perche’ difatto esclusi dal processo di rinnovamento e poi perche’l’iniziativa e’ apparsa ai piu’ come l’ennesima decisionecalata dall’alto di Palazzo Grazioli. Mentre sono in tanti achiedere, Gasparri e Cicchitto in testa, che tutto sirealizzi con un maggiore coinvolgimento del territorio, dellabase. La direzione verso cui Berlusconi si sta muovendoappare in ogni caso chiara: cancellazione del simbolo Pdl eritorno – ripetuto ieri sera – alla vecchia Forza Italia,anche se ancora non si capisce in che termini cio’ si possarealizzare. Un’operazione che punterebbe a creare unastruttura politica piu’ leggera, in considerazione anche deltaglio dei finanziamenti pubblici. In questo senso – spintoforse anche dal pessimo risultato alle amministrative -Berlusconi azzererebbe i coordinatori locali mettendo al loroposto imprenditori radicati sul territorio e capaci, proprioin chiave finanziamento del partito, di portare soldi nellacasse della nuova formazione. Berlusconi avrebbe poiconfermato ieri ai suoi il trasferimento della sede delpartito da via dell’Umilta’ a Piazza S. Lorenzo in Lucina. Riunione comunque interlocutoria, quella di ieri sera,senza assunzioni di decisioni formali. Ma questo e’ nellostile di Berlusconi, sempre impegnato a mediare e ad evitare,laddove sia possibile, attriti e scontri. Ed in questo casonel Pdl i mal di pancia sono molti. Ma e’ di tutta evidenzala scelta irrevocabile dell’ex premier di andare oltre ilPdl. Una decisione senza dubbio in chiave elettoralistica eche potrebbe avere un suo senso anche prima di quantoimmaginabile. Ferma restando la lealta’ piu’ volte ribaditaal governo delle larghe intese guidato da Letta, Berlusconinon puo’ non considerare le sue vicende giudiziarie, casoRuby e processo Mediaset su tutti.

In particolare quest’ultimo, che vede Berlusconi gia’condannato in appello a 4 anni di reclusione eall’interdizione dai pubblici uffici. Sul procedimento siattende il 19 giugno la pronuncia della Corte costituzionalesulla mancata concessione all’ex premier, da parte delTribunale di Milano, del legittimo impedimento a parteciparead un’udienza. Nel caso la Consulta dovesse dare torto aBerlusconi – con il processo che rimane regolarmente in piedi- e’ prevedibile che la sentenza di Cassazione arrivi primadella fine dell’anno. Nel caso i giudici di Piazza Cavourdovessero confermare la condanna il Cavaliere sarebbecostretto a dimettersi da senatore e questo porterebbe ad unaevidente precipitazione dell’intero quadro politico. E’ vero,piu’ volte e’ stato assicurato dallo stesso Berlusconi chenon ci sara’ alcun ”’fallo di reazione” nel caso dicondanne (il 24 giugno e’ attesa poi la sentenza di primogrado del processo Ruby). Ma sara’ veramente cosi”? Laspinta dall’interno dello schieramento, il convincimentoforse di un risultato elettorale positivo e comunque lavoglia di rovesciare il tavolo presentandosi come unperseguitato dalla giustizia porterebbero con ogniprobabilita’ Berlusconi a scegliere il ritorno alle urne. Edecco allora il nuovo partito in campo, con Berlusconi prontoa fare una nuova scommessa su se’ stesso.

fdv