Sanita’: Agenas, 1 mln accessi impropri in meno al pronto soccorso

93 7, 1286 -

(askanews) – Roma, 12 giu – Un calo di un milione di accessi alpronto soccorso rispetto al 2011. E’ quanto si leggenell’editoriale di oggi di Giovanni Bissoni, presidentedell’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali(Agenas), del primo numero del nuovo ‘Quaderno di Monitor’,la collana di supplementi della rivista dell’agenzia.

Per Bissoni, quindi, sembrerebbe che qualcosa stia cambiandonella cultura degli italiani, che qualche prima crepa inizi ascalfire una visione della sanita’ troppo”ospedalocentrica”, ma la strada e’ ancora tutta in salita,in Italia come all’estero. Il tema e’ complesso e non e’affrontabile senza una visione sistemica delle trasformazioniin atto. Se, infatti, dal lato del cittadino si assisteall’aumento della domanda di prestazioni e alladiversificazione dei bisogni, dal lato del sistema deiservizi si riducono drasticamente i posti letto di degenza el’ospedale si concentra sulla gestione dell’acuzie. Alcontempo, il Pronto soccorso si configura sempre piu’ come unservizio in grado di offrire una gamma di prestazionidiagnostiche e specialistiche sempre piu’ vasta e in temporeale. Questa trasformazione, in atto da tempo, e’ oggiaccelerata dalla contrazione delle risorse destinate alServizio sanitario nazionale e, piu’ recentemente, dalledisposizioni della legge 135/ 2012 sulla spending review. Anche la recente riforma legislativa, avviata con la legge189/2012 – che prevede tra l’altro lo sviluppo di formeorganizzative complesse della medicina generale di tipofunzionale (Aggregazioni funzionali territoriali) – estrutturale (Unita’ complesse delle cure primarie) – forniscein tal senso alcuni principi di riferimento, investendol’Assistenza primaria di nuovi e maggiori compiti.

Agenas ha deciso, insieme al Ministero della salute, dimonitorare alcuni progetti regionali riguardanti le Cureprimarie/ Assistenza H24, la riduzione degli accessi improprial Pronto soccorso e il miglioramento della reteassistenziale. Il nuovo Quaderno di Monitor, oltre aicontributi di alcuni esperti in materia e ad approfondimentisulla programmazione nazionale sul tema, contiene iprincipali risultati dei lavori realizzati nell’ambito diquesta convenzione. Sono stati monitorati i progettipresentati da 12 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria,Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Molise, Puglia,Sicilia, Toscana, Veneto): riguardano principalmente lasperimentazione di modelli territoriali di diversa tipologiae diversa denominazione (Presidi Territoriali di Assistenza,Assistenza Territoriale Integrata, ambulatorio di Nucleo diCure Primarie, Casa della Salute), ma anche alcuni modelliospedalieri (ad esempio, Ambulatorio codici bianchi;Ambulatori codici di minor gravita’ gestiti dai MMG presso iP.S.).

Nell’ambito dello studio, sono stati indagati ideterminanti organizzativi e professionali dei progettiregionali volti al miglioramento dell’assistenza fornita sulterritorio e a promuovere la riduzione degli accessi improprial PS; dall’indagine si evince che la risposta al bisogno disalute del paziente che non presenti effettive condizioni diurgenza viene affrontata attraverso prospettive organizzativedifferenti. La modalita’ organizzativa preferita e’ il servizio agestione territoriale (92,8% casi), con un’accessibilita’ chenel 42,8% dei casi si articola su 7 giorni su 7 edun’apertura h24 del servizio nel circa il 30% dei casi; tuttele linee progettuali prevedono un’accessibilita’ noninferiore alle 12h giornaliere. Dal monitoraggio emerge comesia riconosciuto un ruolo centrale, nel contenimento degliaccessi impropri al PS, ai medici del territorio, siano essiil Medico di Continuita’ Assistenziale MCA o Guardia medica,o il Medico di Medicina Generale-MMG. Queste figureprofessionali vengono coinvolte nel 92,9% dei casi, seppurcon diverse modalita’ collaborative: il 92,8% delle lineeprogettuali coinvolge il Medico di Continuita’ Assistenziale,il 71,4% vede il coinvolgimento del Medico di MedicinaGenerale e, nel 64,4% dei casi, sono presenti insieme. IlQuaderno contiene, inoltre, i risultati di un approfondimentosu quattro casi studio in Calabria; Toscana, Veneto;Emilia-Romagna.

La ricerca ha confermato che il fenomeno degli accessiimpropri al Pronto Soccorso rappresenta una ”puntadell’iceberg” rispetto alla necessita’ di un riequilibrio disistema e della riorganizzazione dell’Assistenza Primaria. Irisultati di questo primo monitoraggio, infatti, confermanole premesse iniziali: il riordino dell’assistenza primaria haobiettivi specifici e complessi e solo secondariamente puo’essere letta come strumento per la riduzione degli accessiimpropri al PS.

Va rilevato che la maggior parte delle esperienze studiatenon ha consentito di svolgere un’analisi di impatto, siaperche’ ancora in corso, sia perche’ non dotate di sistemiinformativi adeguati a tali tipo di rilevazione. Ad oggi none’ ancora possibile formulare una valutazione conclusivadell’impatto prodotto da queste esperienze, in quanto cio’richiede un periodo piu’ lungo di quello considerato nellostudio. Queste conclusioni non implicano che le esperienzeabbiano avuto un impatto di forte positivita’ su altriaspetti, quali la maggiore accessibilita’ e riconoscibilita’dei servizi da parte dei cittadini, la presa in carico,l’integrazione tra i diversi attori; tutti aspetti che nonsono stati esaminati specificamente. Per raggiungere questi obiettivi e’, quindi, necessariauna chiara e sistemica strategia organizzativa di tiporegionale che, nel rispetto dei principi di un sistemauniversalistico pubblico, riesca a definire in manierasostenibile priorita’ di intervento su bisogni di saluteadeguatamente misurati, presentare una offerta di servizi nonframmentata e in una logica prestazionale ed in grado dimonitorare e guidare i processi di assistenza con tempi estrumenti adeguati.

red/rus