M5S: e’ crisi, Grillo caccia senatrice e vuole legittimazione Rete

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(askanews) – Roma, 12 giu – Il Movimento 5 Stelle mostra tutta lasua fragilita’, la sua crisi e rende evidente come non sipossa inventare, pur con tutto il consenso ricevuto, unaforza politica dall’oggi al domani. Raccogliere milioni divoti, come accaduto ai grillini alle ultime elezionipolitiche, e portare oltre 160 parlamentari tra Camera eSenato impone assunzioni di responsabilita’, disponibilita’al dialogo e alla trattativa, profilo non urlato maistituzionale. Anche per essere in grado di affrontare conequilibrio e consapevolezza, dopo le naturali esaltazionilegate ad uno straordinario successo elettorale, i passaggi avuoto che da sempre caratterizzano l’attivita’ politica di unpartito o movimento che sia. Come per esempio la sconfittaevidente dei grillini alle amministrative. Solo cosi’ infattipossono leggersi la fibrillazione, l’instabilita’ che stannosempre piu’ prendendo corpo all’interno dello schieramentoparlamentare 5 Stelle. Contestazioni dirette alla gestione diBeppe Grillo piuttosto che frasi dette a mezza bocca,critiche palesi all’assetto del movimento o silenzi (chevalgono piu’ di una risposta) di fronte a domande precise digiornalisti vengono tutte affrontate dall’ex comico genovesein un solo modo: replica violenta, urlata e dura – durante uncomizio in piazza o sul blog – e scomunica di colui o coleiche ha osato contestare il ”capo’ o mettere in discussionela linea sin qui seguita. Ultimo caso e’ quello dellasenatrice Adele Gambaro, che ieri ha accusato Grillo, senzatanti giri di parole, di essere il responsabile dellasconfitta di M5S alle ultime amministrative. In effetti inumeri sono da brividi: dopo la sbornia di voti dello scorsomese di febbraio nessun candidato grillino ha raggiunto ilballottaggio nelle principali citta’ dove si e’ votato, conil vistoso crollo in Sicilia passata dal boom dei voti (ilprimo partito dell’isola) alle regionali al nessun sindacoeletto di oggi con una perdita complessiva di decine dimigliaia di voti. Evidente quindi una montante disaffezione,una delusione verso il progetto messo in campo da Grillo. E’altrettanto vero che le critiche alla gestione politica di unpartito-movimento andrebbero fatte in quelle sedi – uffici dipresidenza, segreterie, direzioni, comitati centrali,assemblee, congressi – che da sempre caratterizzano losviluppo democratico di una formazione politica e non solo intelevisione o con un post sul blog. Ma di tutti questi”orpelli’ il movimento di Grillo non ha conoscenza e forseritiene di non avere bisogno, essendo la Rete (e gliattivisti in rete) l’unico punto di riferimento riconosciutoper la definizione di una strategia politica e per levalutazioni sui comportamenti, le attivita’ deiparlamentari.

Ecco allora che Gambaro sceglie la televisione per le suecritiche (con singolare tempismo perche’ in quello stessomomento i suoi colleghi senatori sono riuniti per votare ilsuccessore di Vito Crimi a capogruppo). ”Due Comuni al M5S(Pomezia e Assemini – ndr) non sono un successo – dice lasenatrice – ma una debacle elettorale. Inoltre ci sonopercentuali molto basse” e ”stiamo pagando i toni e lacomunicazione di Beppe Grillo, i suoi post minacciosi,soprattutto quelli contro il Parlamento. Mi chiedo come possaparlare male del Parlamento se qui non lo abbiamo mai visto.

Lo invito a scrivere meno e osservare di piu”’. Ma non solo,Gambaro sostiene che ”il problema del movimento e’ BeppeGrillo, noi il lavoro lo stiamo facendo e questo non vienepercepito. Invece di incoraggiarci, scrivendo questi post cimette in cattiva luce. Credo che altri all’interno delParlamento abbiano le mie stesse idee; il disagio c’e’ ed e’evidente, ma non arriva a un dissenso vero e proprio”.

Immediata e furente la replica di Grillo sul suo blog.

Innanzitutto vuole ”’sapere cosa pensa il Moimento 5 Stelledi queste affermazioni, se sono io il problema”, lanciandodi fatto un sondaggio su se’ stesso. Una iniziativa cheporta, leggendo le migliaia di interventi in Rete, alloscontato gradimento del leader ma che fa emergere, nellostesso tempo, un malessere forse piu’ diffuso di quanto sipossa pensare. Anche se il fronte parlamentare, laddove none’ silenzioso, si schiera con l’ex comico. Su tutti bastacitare le azzardate parole del neo presidente dellaCommissione Vigilanza Rai, Roberto Fico, secondo il quale”Grillo e’ patrimonio mondiale dell’umanita’, come leDolomiti”. In ogni caso, scrive ancora Grillo sul suo blog,Gambaro ”’ha rilasciato dichiarazioni false e lesive neimiei confronti, in particolare sulla mia valutazione delParlamento, danneggiando oltre alla mia immagine, lo stessoMovimento 5 Stelle. Per questo motivo la invito per coerenzaa uscire al piu presto dal M5S”. Insomma, e’ la chiosa delleader, ”uno vale uno, quando costruisce. Uno vale nientequando usa il progetto di milioni di italiani per promuoverese stesso”. Una espulsione nei fatti – anche se procedura vuole, comeaccaduto per l’allontanamento dal gruppo del senatore MarinoMastrangeli, che prima si pronuci l’assemblea deiparlamentari e poi la rete – che arriva una settimana dopol’abbandono del gruppo 5 Stelle alla Camera dei dissidentiAlessandro Furnari e Vincenza Labriola. Anche nel caso deidue deputati il movimento grillino ha dato dimostrazionedella difficolta’ – in mancanza di organismi intermedi tra illeader e i parlamentari – che ha nell’affrontarecontestazioni interne. Prova ne e’ il durissimo comunicato afirma del gruppo della Camera (probabilmente ispirato dallostesso Grillo e del quale molti deputati non erano aconoscenza) con cui si e’ commentata l’uscita dei due exgrillini. Un comunicato piu’ di pancia che di testa, che none’ piaciuto a molti. Ecco, con molta probabilita’ il limitedel movimento e’ tutto qui, in una gestione verticistica chelascia poco o nulla spazio alle posizioni non allineate, alladiscussione interna – sovrana e’ la voce della Rete, secondolo strano concetto di ”democrazia dal basso’ – e che e’, neifatti, in pieno contrasto con quell’assenza di vincolo dimandato che la Costituzione prevede per i parlamentari. Unacondizione, quella di diversi deputati e senatori grillini,alla fine di fragilita’ e frustrazione e che potrebbelasciare spazio ad altre iniziative dirompenti alla Gambaro opiu’ semplicemente all’abbandono del gruppo parlamentare. Chequest’ultima sia una cosa possibile lo lascia intendere l’expremier Massimo D’Alema, politico esperto: ”Penso chel’esperienza parlamentare possa avvicinare una parte delMovimento 5 Stelle a noi; e’ possibile che una parte diqueste persone possa avvicinarsi al Pd non come partito, maalla nostra gente avendo posizioni piuttosto affini”.

fdv