Amministrative: voto ‘concede’ piu’ tempo a partiti e rafforza governo

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(askanews) – Roma, 11 giu – Una volta tanto l’esito delleelezioni e’ chiaro e non permette quelle labirinticheconsiderazioni che portano a improbabili e consolatorie tesisecondo le quali nessuno ha perso. Questa volta i numeridelle amministrative sono riassumibili nella formularugbistica del 16 a zero, ovvero i sedici capoluoghi vintidal centrosinistra a fronte di un centrodestra rimasto alpalo. Dieci sono i sindaci, e i comuni, che il centrosinistraha conservato a cui si aggiungono i 6 passati da destra asinistra con in testa (per dimensione e peso politico) Roma.

Assai significativa anche la caduta della fortezza leghistadi Treviso.

Questa la situazione dei numeri che indubbiamente sono diper se’ eloquenti, ma certo non sufficienti a spiegare leconseguenze politiche del voto.

Anzitutto va considerato che il quadro non e’ omogeneo aquello uscito dalle pur recenti elezioni politiche: ilsistema tripolare emerso allora – centrodestra,centrosinistra, M5S – e’ in via di dissolvimento con unritorno al bipolarismo sostanziale di Pdl e Pd con rispettivialleati minori. Non e’ cosa da poco viste le previsioni (e leminacce) di un’avanzata delle orde grilline agli ordini delsupercomico Beppe Grillo in versione di neo Gengis Kan.

Secondo fattore e’ da vedersi nella partecipazione – poca- dei votanti. Che resta poca nonostante le dotteconsiderazioni che anche qui ci stiamo statisticamenteavvicinando al trend europeo, per non dire di quelloamericano. Trend o non trend rispetto alla nostra tradizione(e cultura) politica e sociale questo significa disaffezione,stanchezza e distanza se non ancora rifiuto della politica daparte dei cittadini.

In sostanza un giudizio negativo, anche se probabilmente nondefinitivo.

Dal lato immediatamente politico, il risultato del voto,come ha valutato lo stesso presidente del Consiglio EnricoLetta, si traduce in una stabilizzazione del governo. Ipericoli maggiori – stando almeno alle parole – venivano dadestra con la minaccia di andare alle elezioni ad ottobre senon vengono recepite le richieste sia di provvedimentieconomici sia di politica europea con l’ormai immancabileguerra da intentare alla Germania della Merkel. Il voto haavuto l’effetto di scolorire tutto questo rivelando unadebolezza strutturale della destra che prima di andare allacrisi di governo e a nuove elezioni politiche (col porcellum)ci deve pensare a lungo e molto attentamente. Quella che oggie’ stata una netta sconfitta amministrativa potrebbe aprirela strada verso la debacle politica, verso una Waterloo.

Fosse anche vero, come dice qualche osservatore, che l’Io delCavaliere e’ smisurato, quindi propenso a sopravvalutarsi e adefinirsi l’uomo della provvidenza, e’ altrettanto vero cheil personaggio non e’ poi cosi’ sprovveduto e prima dilanciarsi in una nuova battaglia, dagli esiti incerti, cipenserebbe. Tradotto, questo vuol dire che Berlusconi e ilPdl (peraltro messo in discussione dal suo stesso leader)hanno bisogno di tempo. E questo va sicuramente a vantaggiodella tenuta del governo che vede ampliarsi l’orizzonte delleriforme e di un cammino che poi non potra’ essere messo indiscussione in coincidenza, il prossimo anno, del semestre diguida europea da parte dell’Italia. Un cammino che arriva al31 dicembre del prossimo anno e che fa dunque pensare al 2015come eventuale data di nuove elezioni politiche. Un periododi tempo che viene a coincidere con quella road mapipotizzata per il varo delle riforme costituzionali chedovrebbero aprire ad una vera seconda Repubblica.

Sulla riva sinistra naturalmente le riflessioni si fannopiu’ rosee al punto di immaginare – come ha detto ilsegretario Epifani – un congresso del Pd aperto ecostruttivo.

Lo stesso congresso che era invece pronosticato come unaresa dei conti tra correnti. Non che queste siano scomparse enon si facciano sentire, ma certo un conto e’ confrontarsi unun clima di ristrettezza perdente, un altro con prospettivevincenti di crescita. Va osservato – e qui soccorrono ancorale parole di Epifani che ha invitato a tenere i piedi perterra – che la vittoria alle amministrative pur chiara econfortante non ha mutato miracolisticamente il pensiero (o ivari pensieri) a livello politico di contenuti. Quellodell’identita’, dei valori in gioco, perfino la stessa ideadi partito democratico sono ancora sul tavolo con una fortedomanda di chiarimento e di risposte che non possono venireda 16 sindaci e altrettanti comuni vinti alle elezioni. Anchequi, sul versante del centrosinistra, c’e’ dunque il bisognodi guadagnare tempo.

Il terzo polo grillino con il voto amministrativo stamostrando semplicemente di venire meno proprio come poloalternativo: i cittadini non si fidano mica piu’ tanto.

Magari, in tempi di tante incertezze e di problemi economici,si pensa che salvare il salvabile non puo’ essere affidato adun personaggio buono (una volta) a far ridere ma che ora apread un temibile caos con venature preoccupantementepsicologiche oltre che politiche. Sia da parte del capo chedei suoi discepoli. Non appare quindi un caso se il M5S siadi fatto scomparso al primo turno in tutta Italia tranne chein due piccoli comuni. Un trend di egresso registrato anchenella roccaforte Sicilia dove, nonostante la fortesponsorizzazione personale di Grillo, il movimento e’ inmarcato regresso con un arretramento rispetto alle politichefino a 30 punti, trovandosi a sperare solo a Ragusa. Anche senon verra’ ammesso dai guru, anche qui ci sara’ bisogno ditempo per tentare di riorganizzare le fila, sia quellevirtuali informatiche sia quelle reali a partire dallapresenza in Parlamento.

Il discorso del tempo e’ ancora piu’ valido per la LegaNord che e’ al tracollo in tutto il Nord. Una Lega accusatadal suo alleato Pdl (che cosi’ tenta di scaricare laresponsabilita’ delle sconfitte) di avere compromesso lavittoria, ma lacerata anche al suo interno.

La sinistra radicale? Praticamente assente dalleamministrative e’ in perdurante sogno di rivincite piu’ menorivoluzionarie, ma sempre affidate alla sinistra riformistache pure si critica e che si vorrebbe condizionare.

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