D’Antona: Grasso, straordinarieta’ suo operato ancora attuale

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(askanews) – Roma, 20 mag – ”Era il 20 maggio del 1999, unamattina come oggi, come tante, quando un commando terroristaferi’ mortalmente uno tra i piu’ stimati giuslavoristi delnostro Paese”. Comincia cosi’ il discorso pronunciato questamattina dal presidente del Senato, Pietro Grasso, inoccasione della commemorazione di Massimo D’Antona. ”Nel1999 il terrorismo era, nell’immaginario collettivo, unfenomeno passato, archiviato, quasi storia. Invece era ancorain grado di uccidere. Le nuove brigate rosse – ha ricordatoGrasso – uccisero Massimo D’Antona nel giornodell’anniversario dello statuto dei lavoratori, una conquistadi civilta’ che aveva segnato l’assetto dei rapportisindacali e politici del nostro paese. Oggi e’ una di quelledate che non si possono dimenticare, che ci impongono diessere presenti. Massimo D’Antona e’ stato, prima di tutto,un giurista di grande spessore. L’insegnamento era la suagrande passione perche’ in quella veste elaborava i suoipensieri, li metteva alla prova, li correggeva, li sosteneva,cercando nella platea piu’ un confronto che un sostegno, conun’umilta’ che solo i grandi intellettuali riescono adavere.

Le sue doti di studioso hanno segnato i momenti piu’significativi dell’evoluzione del diritto del lavoro degliultimi vent’anni”. ”All’attivita’ di ricerca, che lo accompagno’ in tutte lefasi della sua vita – ha spiegato il presidente Grasso -segui’ un’intensa partecipazione all’attivita’ legislativa,ma il suolo ruolo istituzionale era sempre discreto, il suorapporto con la politica lieve. E nessun impegno, nessuncompromesso di governo pote’ mai fargli abbandonare ilavoratori, dalla parte dei quali aveva scelto di stare inmodo inequivocabile. Cio’ di cui lui parlava era la vitadelle persone, la vita degli uomini e delle donne ‘non inquanto parte di un qualsiasi tipo di rapporto contrattuale,ma in quanto persona che sceglie il lavoro come programma divita e si aspetta dal lavoro l’identita’, il reddito, lasicurezza, cioe’ i fattori costitutivi della sua vita e dellasua personalita”’. Sono d’accordo con le sue parole:l’attenzione deve spostarsi al lavoratore inteso come personache ha diritto a essere tutelato dentro e fuori i luoghi dilavoro, ha diritto alla difesa della dignita’, alla liberta’di espressione e di opinione”.

Per il presidente, ”la straordinarieta’ del suo operatoe’ tutta racchiusa nell’attualita’ del suo pensiero laddoveseppe intuire e far proprie le trasformazioni che stavanomaturando nel mondo del lavoro. Riteneva necessarioconfrontarsi con una dimensione europea, superando i confinidi un provincialismo che soffocava il lavoratore, impreparatoai processi di globalizzazione delle attivita’ economiche. A noi il compito non solo di ricordare e di onorarne lamemoria ma di fare dei valori di Massimo d’Antona un punto dipartenza, perche’ la sua opera possa aiutarci a portareavanti le riforme di cui il nostro paese ha estremamentebisogno, trasmettendo alle giovani generazioni un sentimentodi speranza in un futuro migliore, dove chiunque abbiacapacita’, volonta’, determinazione, onesta’ intellettualepossa pensare di costruire su basi solide la propria vita.

Oggi – ha concluso Grasso – lo ricordiamo insieme allepersone a lui piu’ care, la signora Olga e la figliaValentina, i suoi amici, i suoi collaboratori, i suoistudenti, a cui rivolgo tutto il mio affetto e la miastima”.

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