Cultura: Bray, non ne abbiamo saputo ascoltare il grido d’allarme

15 5, 1278 -

(askanews) – Torino, 16 mag – ”Non abbiamo saputo ascoltare ilgrido d’allarme che veniva dal mondo della cultura”. Loammette il neoministro dei Beni culturali Massimo Bray, chequesta mattina ha inaugurato al Lingotto la 26esima edizionedel salone del Libro. Un intervento accorato il suo, ricco dicitazioni, ma in cui sostanzialmente, ricordando lo storicoWilliam Maitland, secondo cui solo le tracce di una storiacosi’ importante come quella italiana permetteranno a questopaese di disegnare un grande futuro, ha ammesso che il filosi e’ spezzato e quindi ”vi invito ad aiutarmi ariannodarlo”, ha detto concludendo il suo intervento.

”La cultura – ha detto il ministro – deve essere ilmotore del cambiamento, ma soprattutto l’elemento fondantedella necessita’ di ricostruire il nostro paese”. ”In questa prospettiva – ha aggiunto – credo che il librosia uno dei piu’ importanti beni comuni che abbiamo, che vadatutelato, valorizzato e difeso”. Bray ha voluto sgombrare ilcampo da una possibile contrapposizione tra editoria di cartaed editoria digitale: ”bisogna cogliere le potenzialita’ dientrambi”, ha detto.

Il ministro ha poi ammesso che la politica, di cui si e’assunto la responsabilita’ malgrado stia muovendo i suoiprimi passi nel governo, e’ stata sorda nei confronti dellacultura.”Cio’ che non abbiamo saputo fare in questi annirispetto alla cultura – ha detto – e’ stato quello diascoltare. Avremmo dovuto ascoltare il grido d’allarme datutti coloro che lavorano nel mondo del cinema e nel mondodell’editoria – ha detto il ministro – , un grido di dolorespesso, – ha proseguito – perche’ la produzione e’ dialtissima qualita’ . Ma noi non abbiamo saputo darerisposte”. La situazione del ministero, ha osservato ilministro, ”e’ priva di risorse”. ”Ho molto apprezzato – hadetto Bray – il presidente Letta che ha detto che non cisaranno piu’ tagli sulla cultura. Ci sarebbe voluto soloquello mi veniva da dire. Abbiamo risorse bassissime – haprecisato – per esempio per affrontare un’emergenza delnostro straordinario patrimonio artistico, ma anche abbiamopochi soldi per aiutare i piccoli editori, per aiutare lenuove generazioni ad avvicinarsi al libro”. ”Tutto questodeve cambiare. E’ il mio impegno lo faro’ con passione. Viinvito ad aiutarmi a ritrovare le connessioni e credo questasperanza creera’ un paese migliore”, ha concluso.

eg/sam/