Crisi: Censis-Ismu, maggioranza famiglie non riesce a pagare badanti

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(askanews) – Roma, 14 mag – Se la spesa sostenuta per uncollaboratore domestico incide per il 29,5% sul redditofamiliare, in piena recessione, la maggioranza delle famiglieitaliane, il 56,4%, non riesce piu’ a farvi fronte e corre adiversi ripari, incluso quello della rinuncia al propriolavoro da parte di un componente familiare, in genere ladonna.

Il welfare informale, infatti, ha un costo che grava quasiinteramente sui bilanci familiari: a fronte di una spesamedia di 667 euro al mese, solo il 31,4% delle famiglieriesce a ricevere una qualche forma di contributo pubblico,che si configura per i piu’ nell’accompagno (19,9%). Lo attesta una ricerca realizzata dal Censis e dallaFondazione iniziative e studi sulla multietnicita’ (Ismu) peril ministero del Lavoro e delle Politiche sociali epresentata oggi a Roma. Nello specifico, emerge che il il 48,2% delle famiglieitaliane ha ridotto i consumi pur di mantenere ilcollaboratore, il 20,2% ha intaccato i propri risparmi, il2,8% si e’ dovuto addirittura indebitare. L’irrinunciabilita’ del servizio sta peraltro portandoalcune famiglie il 15% – ma al Nord la percentuale arriva al20% – a considerare l’ipotesi che un membro della stessarinunci al lavoro per prendere il posto del collaboratore. Lo studio evidenzia infatti come intrappolate nellaspirale perversa delle esigenze crescenti a fronte di risorsecalanti, il 44,4% delle famiglie pensa che nei prossimicinque anni avra’ bisogno di aumentare il numero deicollaboratori o delle ore di lavoro svolte. Ma al tempostesso la meta’ delle famiglie (il 49,4%) sa che avra’ semprepiu’ difficolta’ a sostenere il servizio e il 41,7% pensaaddirittura che dovra’ rinunciarci. Tra le famiglie attualmente prive di badante, il 20%dichiara che in casa e’ presente una persona che ha bisognodi cura e assistenza. In questi casi non ci sono esborsieconomici da sostenere, ma un costo non irrilevante gravacomunque sulla famiglia: la rinuncia a lavorare da parte diun suo componente. Si stima che nel 25% delle famiglie in cui e’ presente unapersona da assistere, e non si possa ricorrere ai servizi diun collaboratore, vi e’ una donna (nel 90,4% dei casi)giovane (il 66% ha meno di 44 anni) che ha rinunciato allavoro: interrompendolo (9,7%), riducendo significativamentel’impegno (8,6%) o smettendo di cercarlo (6,7%).

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