Riforme: Convenzione e legge elettorale, posizioni vicine e lontane

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(askanews) – Roma, 13 mag – E’ stata dedicata al tema delleriforme gran parte della conferenza stampa nell’abbazia diSpineto, a conclusione del seminario a cui hanno partecipatoi ministri del governo guidato da Enrico Letta. Il premier eil titolare alle Riforme, Gaetano Quagliariello, hannospiegato tra l’altro quale sara’ l’itinerario che dovrebbeportare ad una nuova legge elettorale e all’approvazionedelle riforme costituzionali. Sul primo punto, Letta ha spiegato che occorre mettere inatto una ”clausola di sicurezza”, perche’ potrebbe accadereche il precipitare di una improvvisa crisi di governo portialle elezioni anticipate. Quindi, una ipotesi e’ quella – conlegge ordinaria – di tornare al Mattarellum, cancellando lenorme che su quell’impianto sono state introdotte con ilPorcellum dall’autore Roberto Calderoli. Quagliariello hapero’ chiarito che lui vede il problema legge elettoralecollegato a quello piu’ generale della ”forma di governo”.

”Dobbiamo stabilire se andiamo verso Parigi, Berlino oLondra”, ha detto il ministro, per alludere ai diversisistemi elettorali: repubblica semipresidenziale con doppioturno di collegio, cancellierato su base elettoraleproporzionale, sistema elettorale che favorisce ilbipolarismo. Quello che il Pdl sembra disposto a concedere e’l’abolizione del premio di maggioranza alla Camera, ha fattointendere il ministro per le Riforme, ricordando che ilPorcellum e’ stato pensato in tutt’altra fase politica,quando esisteva un sostanziale bipolarismo che oggi e’ statosuperato dalla presenza consistente in Parlamento del M5S.

Tra le prime reazioni soddisfatte, c’e’ quella RenatoBrunetta, capogruppo del Pdl alla Camera: ”Bene ilcoinvolgimento del Parlamento con l’istituzione di unaConvenzione che di fatto sara’ composta dalle due CommissioniAffari Costituzionali di Camera e Senato, e guidata daipresidenti delle stesse, Francesco Paolo Sisto e AnnaFinocchiaro. E bene anche un orizzonte temporale, 100 giorni,entro il quale la Commissione di esperti, nominata epresieduta dal premier Letta, dovra’ elaborare le idee daconsegnare al Parlamento”. Conclude Brunetta: ”Sulla leggeelettorale pero’, come ha giustamente fatto notare l’ottimoministro Quagliariello, e’ legata indissolubilmente allaforma di governo che scaturira’ dal lavoro dell’esecutivoLetta e del Parlamento. Per il Pdl e’ una questionedirimente: prima le riforme costituzionali e delleistituzioni e subito dopo una nuova legge elettorale chepossa integrarsi nel modo migliore con la ridisegnataarchitettura dello Stato”. Di diversa opinione Rosy Bindi, Pd: ”Bene l’annuncio delpresidente del Consiglio Letta sulla priorita’ di una riformadella legge elettorale. E’ giusto mettere in sicurezza ilfuturo e sgombrare il campo al piu’ presto dal rischio ditornare alle urne con un sistema che si e’ rivelatofallimentare sia sul versante della rappresentanza che suquello della governabilita’. Nel frattempo, tocca alParlamento fare la sua parte, iniziando subito a lavoraresulle riforme costituzionali con l’ambizione di dareall’Italia un sistema di governo parlamentare efficace efunzionante”. Quindi c’e’ gia’ un possibile contrasto nonsolo procedurale con il Pd, che spinge intanto per un ritornoal Mattarellum. Piu’ complicato il meccanismo con cui si dovrebbe avviarela formazione della Convenzione sulle riforme. Sembrava chequest’idea fosse stata abbondonata, vista l’insistenza concui Silvio Berlusconi ne chiedeva la presidenza. Invece ilpremier Letta ha illustrato l’eventualita’ che la Convenzionesia formata dalla somma delle commissioni Affaricostituzionali di Camera e Senato (ci sara’ probabilmentebisogno di un decreto che stabilisca i poteri e la durata).

Accanto alla Convenzione ci sara’ un gruppo di lavoro diesperti che avra’ il compito di proporre ipotesi di riforma:a presiederlo dovrebbe essere lo stesso Quagliariello. Comemotivazione di questa scelta, il ministro per le Riforme haaddotto la necessita’ di ridare centralita’ al Parlamento nelpercorso delle riforme costituzionali e di allargare ilcoinvolgimento della pubblica opinione ”esterna aipalazzi”. In questo modo si corregge sensibilmente laproposta iniziale sulla Convenzione che prevedeva unacomposizione mista tra parlamentari ed esterni. A stabilirele linee della riforma e il suo iter – hanno detto Letta eQuagliariello – ci pensera’ una mozione che il Parlamentoapprovera’ nei prossimi dieci giorni. Quanto ai contenuti, siterra’ conto del lavoro fatto su questa questione dai”saggi” voluti dal Presidente Giorgio Napolitano (MarioMauro, Valerio Onida, Gaetano Quagliariello e LucianoViolante). La Convenzione che presto dovrebbe prendere il largo hapoco a che vedere con l’idea iniziale lanciata da Pier LuigiBersani al momento del suo incarico esplorativo per laformazione del governo che, alludendo alla Convenzionenazionale della Rivoluzione francese del 1789, pensava a unasede istituzionale presieduta dall’opposizione che facesse dacontraltare con l’attivita’ del governo. Ora contenuti epercorso delle riforme tornano nelle mani delle forzepolitiche. Resta solo il piccolo rischio che la commissioneformata da esterni, non avendo poteri, entri in collisionecon la Convenzione. E’ probabile che i componenti dellacommissione vengano nominati dal premier Letta.

gar/vlm