Pd: Epifani, arrestata caduta partito ma correntismo va fermato

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(askanews) – Roma, 13 mag – ”Sabato nell’Assemblea abbiamoarrestato la caduta e cominciato la risalita. E’ un lavoroche richiede determinazione fino ad arrivare al congressod’autunno”. Ci sono pero’ ”divisioni nel gruppo dirigenteche dobbiamo superare, e c’e’ un ruolo del correntismo troppoesasperato”. Lo afferma il neosegretario del Pd, GuglielmoEpifani in un’intervista a Repubblica spiegando che ”il mioorizzonte e’ il congresso per ora. Ma nessuno mi ha postolimiti. La parola ‘traghettatore’ non mi offende, lo e’ chiaiuta a superare un ostacolo, una difficolta”’. Il problemadel Pd, spiega Epifani, ”e’ superare la logica dellosconfittismo, uscire da questa sindrome: ci vuole coraggioper riprendersi un ruolo, ma i Democratici hanno tanterisorse”.

”Se il Pd ha l’orgoglio di essere l’unico vero partitonon personale – sottolinea Epifani – non puo’ pero’ averel’orgoglio di cambiare tanti segretari in cosi’ poco tempo.

Anche l’amarezza di Bersani nell’Assemblea di sabato coglievaun problema che andava oltre lui stesso, chiamando a unaresponsabilita’ diversa tutto il gruppo dirigente”.

Epifani si rivolge anche a Silvio Berlusconi.

”Innanzitutto – dice – la smetta di minare governo eistituzioni. Per il resto, pensavamo di vincere le elezioni enon ce l’abbiamo fatta. Ci sono stati i tentativi di provarea sbloccare la situazione in un altro modo, ma si sonoarenati per l’indisponibilita’ di Grillo, e perche’ nonc’erano i numeri per la fiducia. In piu’ le divisioni emersenel Pd in modo inaccettabile sul presidente della Repubblicasi sono riverberate sui nostri elettori. Un ‘governo diservizio’ e’ diventato la strada inevitabile per non tornaresubito alle urne. E’ chiaro che, da dove si era partiti adove si e’ arrivati, c’e’ uno scarto”. Nella base delpartito, prosegue Epifani, ”c’e’ un disorientamento.

E’ vero che si poteva puntare a un governo di profilo piu’istituzionale, che avrebbe messo noi democratici piu’ alriparo. Ma per una forza politica al ‘dunque’, in una crisicosi’ profonda della rappresentanza, passare dal governotecnico di Monti a un governo istituzionale, avrebbesignificato stare in seconda fila, avendone pero’ leresponsabilita’ dirette. E’ il momento in cui la politica,anche rischiando, debba metterci la faccia”.

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