Mafia: Grasso ricorda Impastato, ora chi denuncia non e’ piu’ solo

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(askanews) – Roma, 9 mag – ”Quando fu ammazzato, PeppinoImpastato aveva trent’anni e un coraggio da leone”. E’ conqueste parole che il presidente del Senato, Pietro Grassoricorda la sua figura sulla sua pagina facebook,nell’anniversario della sua uccisione.

”In un tempo in cui parlare di mafia era considerataeretica stramberia – continua il presidetne del Senato – daimicrofoni di una radio libera, come si chiamavano allora, mapiu’ libera di altre, ”Radio aut”, lui denunciava,raccontava. Urlava contro la mafia e contro Tano Badalamenti,”Tano seduto”, come spesso lo chiamava”. ”Il nove maggio 1978 veniva eseguita la sua condanna amorte. Nonostante i patetici tentativi di far passarel’esecuzione per suicidio, era evidente a tutti chi fosserogli assassini e i mandanti, eppure piu’ di venti anni furononecessari perche’ ci fossero delle condanne – ricorda laseconda carica dello Stato -. Se diciamo che la sua morte e’servita a combattere la mafia, non utilizziamo una figuraretorica: dopo 35 anni si puo’ parlare di mafia senza chesembri come allora lucida follia. Denunciare, indagare e’sempre pericoloso, certo, ma chi lo fa non e’ piu’ solo comeera solo, lui, allora. A lui hanno dedicato canzoni,spettacoli, libri, giornali e un grande film ”I centopassi”. A lui ogni anno continua ad andare il nostropensiero – conclude Grasso -. Grazie, Peppino”.

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