Pd: bocciati Epifani e Cuperlo, si cerca un segretario pro tempore

SET 7, 1275 -

(askanews) – Roma, 8 mag – Tocca alla riunione del Coordinamento nazionale, allargata ai segretari regionali, fissata per le 18 di oggi, tentare di trovare il nome del nuovo segretario del Pd da proporre all’Assemblea nazionale convocata sabato prossimo alla Fiera di Roma. Finora non c’e’ stato accordo tra le diverse componenti del partito su una candidatura unitaria. La mancata elezione ieri in due scrutini di Nitto Palma, ex guardasigilli, a presidente della commissione Giustizia del Senato – scelta che era stata concordata con il Pdl – e’ stata interpretata dal gruppo dirigente del Pd come un ulteriore segnale di ingovernabilita’ del partito. Da qui la decisione di fare tutto il possibile affinche’ l’Assemblea nazionale si trovi di fronte a una candidatura a segretario il piu’ possibile unitaria. Il primo problema pero’ e’ garantire che all’Assemblea – eletta nel 2009 e di cui fanno parte quasi 900 persone – partecipi almeno il 50% dei componenti, numero minimo necessario per renderla deliberante, qualora vengano proposte modifiche dello Statuto. Matteo Renzi, a proposito di Statuto, chiede che si separi quanto prima il ruolo di segretario da quello di candidato premier (attualmente si prevede statutariamente l’automatismo tra i due ruoli). L’ipotesi di riforma dello Statuto non e’ sgradita a Fabrizio Barca che per ora non ha intenzione di scendere in campo. Sull’elezione del segretario non ci sono quorum di presenze da raggiungere nell’Assemblea nazionale ma una scarsa partecipazione non avrebbe certo effetti legittimanti sul nuovo leader. Sembrano intanto bocciate le candidature a segretario di Gianni Cuperlo e Guglielmo Epifani. Sul primo nome c’e’ il no di bersaniani, veltroniani, ex popolari e renziani. La candidatura a segretario di Cuperlo, ritenuto dalemiano pur non collaborando piu’ con Massimo D’Alema da tempo, e’ interpretata come tentativo di spostare il partito piu’ a sinistra (verso l’identita’ di un partito socialista europeo) e di ricostruirne l’organizzazione da cima a fondo. Guglielmo Epifani, ex segretario della Cgil, eletto ieri presidente della commissione Attivita’ produttive della Camera, non e’ ritenuto un possibile segretario di ”garanzia” e di rinnovamento, in quanto eccessivamente bersaniano. Nella giornata di ieri hanno iniziato a crescere le chance di altri nomi ritenuti piu’ appropriati per un ruolo di garanzia: Anna Finocchiaro, Luciano Violante, Vannino Chiti, Pierluigi Castagnetti. A complicare la ricerca dell’identikit del nuovo segretario ci pensa la scadenza congressuale che dovrebbe tenersi a ottobre: chiunque fosse eletto segretario si tratterebbe comunque di un incarico pro tempore. Nel borsino delle candidature possibili, Finocchiaro e’ indicata tra le personalita’ che hanno piu’ possibilita’ di successo, nonostante ieri sia stata eletta presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, incarico non secondario nell’eventualita’ il governo acceleri l’ iter della riforma della legge elettorale. Ci sono anche altre ipotesi. Rosy Bindi, presidente dimissionaria del Pd, propone che accanto al nuovo segretario ci sia un comitato di garanti formato dai rappresentanti di tutte le correnti presenti nel partito. Laura Puppato vorrebbe invece che la segreteria di Pier Luigi Bersani fosse congelata fino al congresso. Alcune componenti chiedono che chi avra’ il compito di reggenza del partito fino al congresso si impegni a non ripresentare la propria candidatura in quella occasione. Sergio Cofferati, tornato a occupare posizioni critiche e di sinistra nel Pd, ritiene un errore non fare uso delle primarie pure in questa occasione. I renziani insistono inoltre nel chiedere che non sia piu’ Nico Stumpo a occuparsi dell’organizzazione del partito, ritenuto braccio destro di Bersani e tra coloro che decisero di restringere la base dei votanti al secondo turno quando lo scorso dicembre si tennero le primarie del centrosinistra per decidere il candidato premier. Renzi ci tiene a precisare che il segretario pro tempore dovra’ impostare il lavoro congressuale e garantire la pluralita’ delle posizioni presenti nel Pd. Marina Sereni e Ivan Scalfarotto, vicepresidenti dell’Assemblea nazionale, avranno il delicato compito di gestire la discussione assembleare. Potrebbero esserci in apertura gli interventi di Bersani e Bindi che avrebbero intenzione di spiegare le ragioni delle proprie dimissioni. Uno spazio in Assemblea potrebbe averlo il movimento OccupyPd che ha lanciato una campagna per una giornata di tesseramento il 2 giugno con lo slogan ”Non lasciare il centrosinistra in mano a questa classe dirigente”. Di questo movimento fanno parte coloro che hanno deciso di occupare alcuni Circoli del Pd in tutta Italia. gar/sam/