Baget Bozzo: Berlusconi, fu un grande innovatore

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(ASCA( – Roma, 8 mag – ”Di Gianni Baget Bozzo, del caro donGianni, dell’amico sincero e del consigliere insiemeragionevole e visionario, ho non solo il ricordo fotograficodelle mille cose che aveva intuito e letteralmente pre-visto,ma ho tuttora una memoria viva, presente, fortissima, legataad alcune chiavi di lettura – le sue -, che mi sembrano ancheadesso lenti efficaci e non ingannevoli per leggere bene einterpretare a fondo il tempo che viviamo”. Cosi’ SilvioBerlusconi, in occasione dell’anniversario della suascomparsa, ricorda il sacerdote politologo genovese in unarticolo pubblicato oggi su Ragionpolitica.it, il giornaleonline che Baget Bozzo fondo’.

”Don Gianni non amava definirsi un intellettuale toutcourt, poiche’ la profondita’ del suo pensiero prendeva corpodalla realta’, alimentato da una tensione spirituale che gliconsentiva di leggere gli accadimenti attraverso unaprospettiva mai banale. Egli ha saputo per tutta la sua vitaincarnare un modello opposto a quello di troppi intellettualiitaliani, che, a dispetto delle ideologie professate, infondo disprezzano il popolo, se ne tengono a debitadistanza. No, per don Gianni non era cosi”’. ”Egli – rimarcaBerlusconi – sapeva sempre porsi con umilta’ e ascoltorispetto ai sentimenti e alle ragioni del popolo, e ritenevache il compito di un intellettuale fosse proprio quello diaiutare la buona politica a sintonizzarsi su lunghezze d’ondaautenticamente popolari, rifuggendo dalle torri d’avorio,dalle chiusure oligarchiche, dalla boria e dai ripiegamentiautoreferenziali propri dei ‘chierici’ della ‘culturaufficiale’ italiana. Nasceva da qui l’attenzione della qualemi ha onorato, mostrandomi tutta l’intelligenza di chi sapevaleggere dentro le cose italiane. Perche’ la sinistra italianaha avuto e ha tuttora paura di me? Per le mie caratteristichee il mio profilo personale? Puo’ darsi, certo. Ma il cuoredel problema e’ un altro, quello che don Gianni aveva benintuito: la mia ‘colpa’ e’ stata ed e’ tuttora quella diessere in sintonia profonda con una parte davvero grande delpopolo italiano, con coloro che non si fidano delle radiciprofonde e dei riflessi antichi di certa sinistra, e cheancora vedono in me un argine, un ostacolo, un baluardo,rispetto alla presa del potere degli ex comunisti”. ”Don Gianni – prosegue l’articolo – non si fidava deicomunisti: della loro antica attitudine all’occupazione deigangli vitali della societa’, della ricerca costante delpotere senza consenso, della tendenza all’aggressione morale(e perfino fisica) dell’avversario ‘sgradito”’. E conclude:”Questo non conformismo, questo grande coraggiointellettuale e morale, questa costante inquietudine per laliberta’, questo rifiuto degli schemi piu’ logori e banalidell’intellettualita’ italiana, costituiscono l’eredita’ piu’viva e attuale di don Gianni. E ne restituiscono un’identita’di grande innovatore, di uomo alla ricerca del cambiamento,lontano dalla difesa conservatrice e conservativa dellostatus quo, in ogni ambito. E’ cosi’ che don Gianni merita diessere ricordato da chi ha avuto la fortuna di incontrarlo invita, e conosciuto da chi – piu’ giovane – avra’l’opportunita’ di scoprirlo attraverso il suo pensiero e isuoi scritti”. com-brm/sam/