Parlamento: Commissioni, intesa regge quasi su tutto. Scontro su Palma

SET 2, 1275 -

(askanews) – Roma, 7 mag – L’intesa tra Popolo della liberta’, Partito democratico e Scelta civica in larga parte ha retto alla ‘prova Commissioni’. Non e’ mancato pero’ uno scossone non di poco conto, rappresentato al Senato dalla mancata elezione di Francesco Nitto Palma a presidente della commissione Giustizia. Alla Camera, di contro, tutto secondo copione: 8 presidenze sono andate al Pd, 5 al Pdl e una a Scelta civica. Al Senato, sette presidenze al Pd, 5 al Pdl (la sesta sarebbe la Giustizia, dove si rivota domani) e una ai centristi. Cosi’, mentre a Montecitorio le votazioni si sono svolte in un clima tutto sommato sereno, sulla base degli accordi raggiunti in mattinata, la stessa cosa non si puo’ dire per Palazzo Madama, dove per due volte il candidato del Pdl, l’ex Guardasigilli Palma, non ha raggiunto la maggioranza dei voti (14 erano quelli necessari), fermandosi al primo turno a 12 preferenze e a 13 voti alla seconda votazione. Una prova di forza del Pd, che da giorni aveva mostrato la sua insofferenza nei confronti del candidato del Pdl, intenzionato comunque a tenere il punto e a ripresentare la candidatura dell’ex ministro. A domani e’ rimandata cosi’ la resa dei conti su questa casella ancora da riempire (non servira’ piu’ la maggioranza dei voti ma sara’ eletto chi otterra’ piu’ preferenze) e intanto i contatti tra i gruppi per trovare la soluzione e un ”nome condiviso”, come chiede Felice Casson del Pd, si intensificano. Avverte pero’ il presidente dei senatori del Popolo della Liberta’, Renato Schifani: ”Il Pdl ancora oggi ha dimostrato di essere una forza responsabile. Abbiamo votato i candidati del Pd scelti assieme per le presidenze delle Commissioni. Altrettanto non e’ successo nel caso del nostro senatore Nitto Palma. Ci attendiamo che domani il Partito democratico abbia lo stesso senso di responsabilita’. Nitto Palma rimane il nostro candidato”. A parte il ‘caso Palma’, le nomine delle altre cariche sono state fatte secondo gli accordi. Come previsto, la presidenza della commissione Affari costituzionali e’ andata a Francesco Paolo Sisto (Pdl), la Giustizia a Donatella Ferranti (Pd), mentre gli Esteri a Fabrizio Cicchitto (Pdl). Alla Difesa, Elio Vito (Pdl). Al Bilancio, Francesco Boccia (Pd) e alla Finanze Daniele Capezzone (Pdl). Michele Meta (Pd) e’ il nuovo presidente della commissione Trasporti mentre a Scelta civica, con Pierpaolo Vargiu, e’ andata la commissione Affari sociali. Al Senato spunta Roberto Formigoni, eletto alla Presidenza della commissione Agricoltura. La senatrice del Pd Anna Finocchiaro e’ stata eletta alla commissione Affari Costituzionali. Mauro Maria Marino, del Partito democratico, va alla presidenza della Commissione Finanze, Antonio Azzollini (Pdl) al Bilancio e Nicola Latorre (Pd) alla Difesa. A Scelta civica e’ andata la presidenza della Esteri con Pier Ferdinando Casini. Altero Matteoli (Pdl) e’ andato alla presidenza della commissione Lavori pubblici-Tlc e Maurizio Sacconi (Pdl) al Lavoro. Oltre alla presidenza della commissione Giustizia, a Palazzo Madama devono essere nominate ancora la commissione delle Politiche Ue e la Giunta delle immunita’. Al termine delle votazioni si accende lo scontro tra Sinistra e liberta’ e Movimento 5 Stelle, che ha fatto il pieno alla Camera con 12 vicepresidenze e 14 segretari. ”Ci aspettavamo il rispetto da parte del M5S dell’accordo tra le opposizioni – afferma Gennaro Migliore, capogruppo di Sel alla Camera -. Lo hanno rifiutato e si sono presi tutto, accaparrandosi le poltrone di vicepresidente e segretario in tutte le commissioni della Camera. Sono affetti da poltronismo”. La replica del Movimento 5 Stelle e’ immediata: ”Come promesso, tutti loro rinunceranno all’ulteriore indennita’ di carica prevista. E’ questa la risposta a chi accusa il movimento di poltronismo. Il M5S ha i posti che gli spettano in quanto unica opposizione, coerente fino in fondo col proprio programma iniziale – si legge nella nota -. I deputati eletti nelle commissioni, inoltre, sono stati votati, nella stragrande maggioranza dei casi, coi soli voti dei parlamentari a 5 stelle. Per cui a chi si affrettera’ a dire che il M5S ha fatto man bassa di posti in commissione, non si ritiene affatto esagerato rispondere con la rivendicazione della presidenza delle commissioni di vigilanza Rai e del Copasir. Non lo diciamo noi, ma gli italiani, con i quasi 9 milioni di voti dati al movimento”. Resta infatti il nodo delle commissioni di Garanzia che, per prassi, spettano all’opposizione. A Roberto Fico del Movimento 5 Stelle potrebbe andare la Vigilanza Rai ma i grillini rivendicano per se’ anche il Copasir. Tenendo fuori Fratelli d’Italia, dal momento che a Ignazio La Russa e’ andata la presidenza della Giunta per le Autorizzazioni, la partita da giocare per il Copasir e’ tra Sel, con il nome di Claudio Fava, e M5S, con quello di Angelo Tofalo. ceg/vlm