Governo: Pdl-Berlusconi piu’ morbidi, M5S in difesa. Letta quasi premier

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(askanews) – Roma, 25 apr – Enrico Letta e’ molto vicino all’obiettivo di riuscire a formare il governo di larghe intese per cui ha ricevuto il mandato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In chiusura di giornata a Montecitorio, dedicata alle consultazioni con i partiti, Letta puo’ annoverare a suo favore alcune dichiarazioni dagli Stati Uniti di Silvio Berlusconi (”E’ poco importante chi guidera’ il governo, l’importante e’ farlo”), con cui ha smentito di avere un incontro domani – riferendo pero’ di avere ricevuto una breve telefonata di incoraggiamento dall’ex premier -, il tono distensivo usato da Angelino Alfano che guidava la delegazione del Pdl nel riferire del colloquio di rito, il si’ venuto da Scelta Civica e da Centro democratico. In piu’, a sgombrare il campo dal problema del totoministri, e’ arrivata pure la dichiarazione di Renato Schifani, presidente del gruppo al Senato del Pdl: ”Io non sono candidato a nulla, se non a fare bene il mio lavoro a Palazzo Madama per ringraziare i miei colleghi che mi hanno eletto all’unanimita’ su proposta di Berlusconi”. I no di Sel, Lega Nord e Fratelli d’Italia erano invece abbastanza scontati. Hanno fatto sensazione positiva a favore del presidente incaricato anche il piglio e lo stile con cui ha affrontato l’incontro con i rappresentanti del M5S, trasmesso in diretta streaming, su richiesta proprio dei grillini. Cosi’, dopo aver spiegato le tre priorita’ su cui intende incentrare il lavoro del suo governo (emergenza economica e sociale, scelte concrete per riformare la politica, azione su scala europea per favorire unita’ e crescita su scala sovranazionale), Letta ha rivolto piu’ volte un invito ai rappresentanti del M5S: ”Mescolatevi, scongelatevi e alzate la saracinesca perche’ solo conoscendosi e discutendo si raggiungono risultati senza i quali non si salva nessuno”. La capacita’ di ascolto e di proposta di Letta e’ sembrata spiazzare i grillini, che hanno spiegato di non avere posizioni pregiudiziali e che valuteranno le scelte di un eventuale governo atto dopo atto. Non tutti i problemi sono risolti, ovviamente. Alfano, per esempio, rispondendo alle domande dei cronisti, ha ricordato gli otto punti programmatici sui quali il Pdl ha condotto la campagna elettorale: a iniziare dalla restituzione e dall’abolizione dell’Imu. Il Pdl punta i piedi piu’ sui contenuti programmatici – a inziare dalla pressione fiscale – del futuro governo che sugli uomini della squadra di governo. Il che non significa che alcuni nomi non siano ritenuti essenziali (Alfano, Gelmini, Quagliariello). C’e’ da risolvere ancora qualche problema pure in casa Pd. Per tutta la giornata ci sono stati scambi di dichiarazioni acuminate tra Francesco Boccia e i poco convinti del governo di larghe intese, come Pippo Civati e Laura Puppato. Il deputato barese non ritiene secondario l’atto di rottura con il gruppo parlamentare non votare la fiducia al governo. Civati e Puppato chiedono di essere convinti della bonta’ dell’operazione politica in corso. Il dissenso sull’eventuale esecutivo di larghe intese non riguarda solo il vertice del Pd. Lunedi’ ci sara’ l’assemblea dei gruppi parlamentari per verificare la quantita’ di dissenso. Per tutte queste ragioni, Letta a chiusura di serata e’ sembrato piu’ ottimista sul raggiungimento del suo obiettivo: ”Domani la mia sara’ una giornata di riflessione per portare poi a sintesi il lavoro svolto. Mi terro’ in contatto naturalmente con il Capo dello Stato”. Il che puo’ significare giuramento al Quirinale per la squadra di governo sabato e dibattito alle Camere per il voto di fiducia lunedi’ e martedi’. gar/vlm