Governo: oggi le consultazioni di Letta, malumori nel Pdl e nel Pd

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(askanews) – Roma, 25 apr – Giornata dedicata alle consultazioni con i partiti quella di oggi per il presidente del Consiglio incaricato Enrico Letta. Si inizia alle 8,30 alla Camera con Sel e si termina nel tardo pomeriggio con il M5S. Lasciando ieri sera Montecitorio, Letta precisa che occorre fare presto senza dimenticare ”i temi del programma di cui parlero’ con le forze politiche e dell’equilibrio su cui costruire la squadra”. Per lui, quello da varare resta ”un governo di servizio al Paese” come gia’ detto subito dopo aver incontrato Giorgio Napolitano. L’esponente del Pd potrebbe sciogliere la riserva con cui ha accettato l’incarico sabato, quando dovrebbe salire al Colle per incontrare il Presidente della Repubblica con la lista dei ministri. Il dibattito alle Camere sulla fiducia potrebbe iniziare percio’ lunedi’, dopo il giuramento dei ministri. Anche se Napolitano ha tenuto a precisare ieri che il tentativo messo in campo ”non ha alternative”, la strada che porta alla formazione dell’esecutivo appare in salita. Il Pdl chiede un governo di forte caratura politica che sia composto da propri esponenti politici di primo piano come Angelino Alfano (sara’ vicepremier?), Renato Schifani, Maurizio Lupi, Renato Brunetta, Mara Carfagna, Fabrizio Cicchitto. Il centrodestra chiede inoltre un programma che inglobi la restituzione e l’abolizione dell’Imu oltre alla riforma della giustizia. Ieri si e’ parlato di Schifani agli Interni e di Mariastella Gelmini all’Istruzione (incarico gia’ ricoperto in passato). Letta, che ha ascoltato per telefono l’opinione di Silvio Berlusconi dagli Stati Uniti (gli avrebbe chiesto di andare avanti con convinzione), non intende formare un esecutivo con oltre 18 ministri. Di tutt’altro tenore la posizione del Pd che vorrebbe invece non schierare nel governo esponenti di punta preferendo la soluzione di ministri da scegliere tra i 10 saggi nominati dal Capo dello Stato lo scorso 30 marzo per elaborare appunti programmatici sui temi economici e delle riforme istituzionali. Da parte del Pd si cerca anche di impedire che i ministri che hanno fatto parte dell’ultimo governo Berlusconi possano rientrare nell’esecutivo guidato da Letta. Tra gli esponenti piddini, sarebbero in pole position il renziano Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia, per il dicastero dei Rapporti con le Regioni e Sergio Chiamparino, ex sindaco di Torino, per quello dello Sviluppo. Mario Mauro, Scelta Civica, potrebbe essere nominato vicepremier. Alcune indiscrezioni fanno balenare l’ipotesi che alla Farnesina possa tornare Massimo D’Alema. Luciano Violante, che ha fatto parte dei 10 saggi scelti dal Capo dello Stato, potrebbe diventare Guardasigilli, alle Riforme potrebbe andare il pidiellino Gaetano Quagliariello (anche lui era tra i saggi). Nella squadra di governo potrebbero entrare altri due saggi: Giovanni Pitruzzella ed Enrico Giovannini. Per l’identikit del ministro dell’Economia si continua a fare il nome di Fabrizio Saccomanni, direttore generale della Banca d’Italia. Nel Pd persiste un’area di dissenso rispetto all’accordo di governo con il Pdl che ha capovolto in pochi giorni – dopo il fallimento delle candidature di Franco Marini e Romano Prodi per il Quirinale – la prospettiva del ”governo di cambiamento” su cui aveva lavorato l’ex segretario Pier Luigi Bersani. Difficile dire in quanti potrebbero non dare la fiducia al governo rischiando di essere messi fuori dal Pd. Intanto il presidente incaricato ha avuto un colloquio telefonico con Matteo Renzi che gli ha confermato l’impegno a non creare difficolta’ al tentativo in corso e di voler attendere lealmente il congresso straordinario del Pd che si terra’ entro l’estate. ”Il governo non nascera’ a ogni costo”, ha detto ieri Letta che provera’ in tutti i modi a smussare i contrasti tra Pd e Pdl per cercare di dare il via libera a un governo che dovrebbe durare almeno uno o due anni. Per realizzare il compito, il presidente incaricato ha necessita’ che si mettano al lavoro i pontieri dei partiti e non i geni guastatori che ieri hanno preso il sopravvento. Da qui l’importanza della giornata di oggi per capire le reali intenzioni di Pd, Pdl e Scelta Civica che formano la nuova maggioranza, mentre Sel, M5S e Fratelli d’Italia hanno confermato di collocarsi all’opposizione. Resta incerta la posizione della Lega Nord. ”Faccio gli auguri a Letta ma non possiamo far parte di un esecutivo dove c’e’ il Pdl”, ha dichiarato Nichi Vendola, leader di Sel, che ha annunciato ”una opposizione responsabile”. gar/sam/