Pd: via libera senza condizioni a governo politico. Renzi ormai leader

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(askanews) – Roma, 23 apr – Con 14 astenuti (tra cuiSerracchiani, Bindi, Orfini, Civati, Puppato, Verducci,Fassina, Zampa) e 7 contrari (tra cui Monaco ed esponentidell’aria cosiddetta prodiana) su 197 partecipanti, laDirezione del Pd da’ il via libera a qualsiasi ipotesi digoverno e di premiership verra’ indicata da GiorgioNapolitano, Presidente della Repubblica. E’ stata cosi’seccamente smentita l’idea che il Pd potesse indicare lapreferenza del nome di Matteo Renzi come premier.

Il dibattito si e’ svolto praticamente solo su un punto:era opportuno o meno che il Pd indicasse un nome dopo ildiscorso netto e sferzante verso i ritardi dei partitipronunciato ieri da Napolitano a Camere riunite? Sul primopunto si sono schierati i ”giovani turchi” come MatteoOrfini, altri – come Rosy Bindi – hanno proposto un governo”a bassa intensita’ politica”, quindi con la nonpartecipazione di esponenti di punta del Pd. ”La nostragente non capira’ il governissimo”, ha aggiunto l’expresidente del Pd, dimissionaria come Pier Luigi Bersani.

Quest’ultimo non ha ritenuto di dover ritirare le dimissionida segretario. Alla fine della sua introduzione, salutata daapplausi di affetto e ringraziamento, Bersani ha detto chetocca al vicesegretario Enrico Letta gestire il partito eistruire il congresso straordinario di cui oggi non si e’quasi discusso. Se Letta andra’ a far parte del governo, laquestione verra’ ridiscussa.

Il Pd, a conclusione di giornata, accetta la nascita di ungoverno politico d’intesa con Pdl e Scelta Civica, lasciandotutte le decisioni nelle mani del Capo dello Stato. Adirigerlo potrebbero essere o Giuliano Amato o Enrico Letta.

La vicenda governo si conclude, a due mesi di distanza dalleelezioni del 24 e 25 febbraio, in direzione contrariarispetto allo sbocco a cui aveva lavorato Bersani,continuando a parlare di ”un governo di cambiamento”,escludendo intese con il Pdl. Umberto Ranieri, exparlamentare e storico napolitaniano, che aveva contestato,quasi irriso la linea di Bersani favorevole al dialogo con ilM5S nella Direzione precedente a quella di oggi, si e’ presola rivincita salutanto positivamnte la decisione che ”il Pdsi muovera’ a sostegno dell’orientamento del Presidente dellaRepubblica”. ”Io – rimarca – ho suggerito Renzi comepremier ma spetta al Capo dello Stato decidere ogni cosa”.

I giovani turchi rinviano al congresso straordinario lapossibilita’ di una correzione di linea politica. MatteoRenzi arriva sorridente e smentendo la possibilita’ didiventare premier entro il fine settimana, se ne va con lostesso sorriso ma con la convinzione di avere ai suoi piedil’intero partito: a iniziare da quelli che gli hanno votatocontro nelle primarie e hanno fino a ieri ostacolato la suaascesa nel Pd. Dopo la sconfitta patita nell’elezione delCapo dello Stato, tutte le correnti – a iniziare daibersaniani – vedono (almeno per ora) in Renzi l’unicosalvatore della patria su piazza. Qualcuno ha percio’consigliato il sindaco di Firenze a non bruciarsi per troppavoglia di protagonismo o eccesso di fretta.

Grande assente della giornata e’ Fabrizio Barca, possibileconcorrente di Renzi per la guida del partito. Del resto, sie’ iscritto al Pd da pochi giorni e non fa parte dellaDirezione.

gar/vlm