Governo: da stop bicameralismo a riforma fisco, le ricette dei saggi

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(askanews) – Roma, 12 apr – Riforma della legge elettorale (sistema misto con premio di maggioranza), superamento del bicameralismo perfetto, riduzione del numero dei parlamentari (480 deputati e 120 senatori), legge sul conflitto di interessi, revisione del patto di stabilita’ interno, soluzione del problema esodati. E ancora: favorire la crescita e la concorrenza, attuare la riforma del federalismo fiscale, incentivare aiuti alle piccole e medie imprese e rispettare il pagamento dei debiti, da parte della Pubblica amministrazione, entro i termini previsti. Sono queste alcune delle priorita’ indicate dai dieci ‘saggi’ che oggi hanno completato il loro lavoro e consegnato al Capo dello Stato due corpose relazioni, una redatta dal gruppo di lavoro in materia economico-sociale ed europea – composta da Filippo Bubbico, Giancarlo Giorgetti, Enrico Giovannini, Enzo Moavero Milanesi, Giovanni Pitruzzella e Salvatore Rossi – l’altra dal gruppo di lavoro sulle riforme istituzionali, formata da Mario Mauro, Valerio Onida, Gaetano Quagliariello, Luciano Violante. ”Le relazioni che mi sono state presentate questa mattina – afferma Giorgio Napolitano, al termine della riunione finale tenutasi al Quirinale – faranno parte delle mie consegne al nuovo Presidente della Repubblica, oltre ad essere oggetto, in questi giorni, della mia riflessione”. E rappresentano ”il contributo conclusivo, alla vigilia del compimento del mio mandato e della scelta del nuovo presidente, che sono stato in grado di dare alla soluzione del problema del governo dopo le elezioni del 24 febbraio”. Governo, rimarca il Capo dello Stato, ”di cui il Paese ha urgente bisogno” e che puo’ nascere ”solo da scelte di collaborazione che spettano alle forze politiche”. Per quanto riguarda la parte istituzionale, architrave delle proposte dei saggi e’ il superamento dell’attuale bicameralismo perfetto. Per loro il modello attuale rappresenta ”una delle cause delle difficolta’ di funzionamento del nostro sistema istituzionale”. La proposta e’ quella di dare vita a una sola Camera eletta a suffragio universale e diretto, titolare dell’indirizzo politico, con competenza esclusiva sul rapporto fiduciario con il governo e che esprime il voto definitivo sui disegni di legge. Accanto ad essa il Senato delle Regioni, che assorba le funzioni della Conferenza Stato-Regioni, costituito da tutti i presidenti e da rappresentanti delle stesse, eletti da ciascun Consiglio regionale in misura proporzionale al numero degli abitanti della Regione, con la possibilita’ di scegliere uno o piu’ sindaci. I nuovi organismi sarebbero composti da 480 deputati, uno ogni 125mila abitanti, e da 120 senatori. I ‘saggi’, nella loro relazione aggiungono che, nel presupposto della riforma dell’attuale bicameralismo paritario, dopo le elezioni il candidato alla presidenza del Consiglio, nominato dal presidente della Repubblica, sulla base dei risultati elettorali, si presentera’ alla sola Camera dei deputati per ottenerne la fiducia. La riforma della legge elettorale – si legge nella relazione pubblicata sul sito del Quirinale – potrebbe prevedere un sistema misto (in parte proporzionale e in parte maggioritario), un alto sbarramento, implicito o esplicito, ed eventualmente un ragionevole premio di governabilita’. In caso di ritorno al Mattarellum, invece, e’ opportuno eliminare lo scorporo. I saggi intervengono anche sul finanziamento pubblico ai partiti, considerato ”ineliminabile” ma che va elargito ”in forma adeguata e con verificabilita’ delle singole spese”. E infine anche un passaggio sulla legge sul conflitto di interessi, ritenuta ”necessaria”. Sul tema della giustizia c’e’ spazio per parlare di intecettazioni. ”Occorre – scrivono i saggi – porre limiti alla loro divulgazione perche’ il diritto dei cittadini a essere informati non costituisca il pretesto per la lesione di diritti fondamentali della persona”. Un passaggio viene dedicato alle carceri. Per contribuire al contenimento di un sovraffollamento ormai insostenibile, il gruppo di lavoro sulle riforme istituzionali ha proposto di ”trasformare in pene principali comminabili dal giudice di cognizione alcune delle attuali misure alternative dell’esecuzione, come l’affidamento in prova e la detenzione domiciliare”. Il gruppo di lavoro che si e’ occupato della parte economica ha sottolineato, prima di ogni altra cosa, la necessita’ di completare i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese italiane per ridare loro ossigeno. Ma i saggi sollecitano anche a ”espandere la operativita’ del Fondo Centrale di Garanzia per le piccole e medie imprese, che puo’, attraverso garanzie a banche e Confidi sui prestiti alle Pmi, attivare prestiti aggiuntivi per oltre 30 miliardi”. Per quanto riguarda il lavoro, propongono di destinare qualunque sopravvenienza finanziaria all’emergenza occupazione e al sostegno delle persone e delle famiglie in grave difficolta’ economica. Sarebbe necessario rifinanziare gli ammortizzatori sociali in deroga ed affrontare la grave questione dei cosiddetti esodati. Si passa al capitolo fisco. Tre sono i punti essenziali: sbloccare in Parlamento l’approvazione del disegno di legge ”delega fiscale”; intervenire sulla finanza decentrata, concludendo in tempi rapidi il processo di attuazione della riforma del 2009 sul federalismo fiscale; riprendere i negoziati bilaterali con la Svizzera per un accordo di trasparenza ai fini della tassazione dei redditi transfrontalieri di natura finanziaria. Il gruppo di esperti ritiene che gli attuali livelli della spesa pubblica e delle entrate in rapporto al Pil ”siano ai limiti massimi”. Oltre alla revisione del Patto di stabilita’ interno per non sacrificare piu’ gli investimenti pubblici, tra gli obiettivi c’e’ anche l’eliminazione di tutti i regimi autorizzatori non necessari (”Opzione zero”), l’introduzione di un indennizzo forfetario e automatico per i ritardi delle amministrazioni e l’adozione di un meccanismo dei costi-fabbisogni standard previsto dal federalismo fiscale per le spese di regioni ed enti locali. I saggi chiedono anche di rafforzare, migliorandoli, i meccanismi della spending review e istituire il Fondo per le amministrazioni piu’ virtuose in termini di efficacia ed efficienza e di rivedere la struttura dei livelli retributivi delle figure apicali e dirigenziali. ceg/vlm