Parlamento: oggi al via la XVII Legislatura, incertezza su presidenze

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(askanews) – Roma, 15 mar – Camera convocata alle 10,30, prima seduta del Senato alle 11. Inizia cosi’ la Legislatura numero XVII che come di consueto affronta in via preliminare il nodo delle presidenze delle sue Assemblee parlamentari. I presidenti dovrebbero essere eletti domani e non oggi perche’ il Pd ha deciso di tenere aperto il dialogo con il M5S. Ieri sera il segretario Pier Luigi Bersani, incontrando separatamente i deputati e i senatori del Pd, ha spiegato la sua linea: ”Finora la nostra proposta di corresponsabilita’ non e’ stata raccolta dalle altre forze. Propongo dunque di votare sia alla Camera, sia al Senato scheda bianca per continuare a lavorare a un accordo”. La proposta e’ stata accolta anche dai parlamentari che nel pomeriggio si erano incontrati nel Centro congressi Cavour con Matteo Renzi esprimendo forti perplessita’ sulla linea che tenta l’intesa con il M5S optando invece per un ”governo del presidente” in grado di affrontare la crisi economica e di tentare la riforma elettorale. Se la mano tesa delle schede bianche non dovesse favorire l’incontro con i grillini (oggi dovrebbero esserci solo due votazioni), alla Camera il candidato del Pd per la presidenza diventera’ Dario Franceschini, capogruppo uscente, ex Margherita, ex segretario piddino nel 2009 dopo le dimissioni di Walter Veltroni. Il M5S ha intanto deciso di votare i propri candidati per gli scranni piu’ alti di Camera e Senato: Roberto Fico e Luis Alberto Orellana. Vito Crimi, capogruppo a palazzo Madama, ha tenuto a puntualizzare che ”non ci sono trattative di nessun tipo”, aggiungendo: ”Non pensino che rinunceremo a lottare con tutte le nostre forze per avere nostri eletti al ruolo di questori sia a palazzo Madama che a Montecitorio. I questori gestiscono oltre 2 miliardi di euro l’anno”. Per la presidenza del Senato e’ piu’ difficile fare previsioni rispetto a quella della Camera. Il leghista Roberto Calderoli ha proposto uno ”scambio”: se la presidenza di Montecitorio andasse a un esponente del Pdl, il Carroccio voterebbe la candidatura di Anna Finocchiaro, capogruppo uscente del Pd, al Senato. Il Pdl non ha finora avanzato proprie proposte (le indiscrezioni dicono che i parlamentari di questo partito voterebbero oggi scheda bianca). Il Pd sarebbe intenzionato a sostenere la candidatura di un esponente di Scelta Civica. Crescono di conseguenza le chance di Linda Lanzillotta, ex Pd ed ex Api, ex ministro per gli Affari regionali. Ieri da Bruxelles, dov’era impegnato nella riunione del Consiglio europeo, Mario Monti ha parlato di un ”caso italiano molto seguito che interessa, impressiona e preoccupa tutto i governi” prima di annotare che Scelta Civica ”non e’ interessata a partecipare a decisioni pur condivise sull’assetto delle presidenze delle Camere, se queste non si inscrivono in una prospettiva che possa portare alla strada per il governo dell’Italia”. Sull’avvio della legislatura pesa il risultato elettorale che non ha dato una maggioranza al Senato. Da qui le previsioni sulla sua breve durata. L’ala renziana del Pd, che puo’ contare su una cinquantina di parlamentari, si muove ad esempio su questa prospettiva, convinta che l’ attuale sindaco di Firenze possa sostituire Bersani al vertice del partito ed essere il candidato premier di un nuovo centrosinistra che si alleerebbe con il movimento di Mario Monti e non piu’ con Sel di Nichi Vendola. Il Pdl, che ha avanzato l’ipotesi di un governo di unita’ nazionale, ha gia’ ventilato l’ipotesi di un rapido ritorno alle urne nel caso di mancata intesa. Tutte le forze politiche sono pero’ convinte che il presidente Giorgio Napolitano fara’ di tutto per lasciare al proprio successore al Quirinale un governo in carica in grado di proporre riforme istituzionali e scelte economiche ma sulla cui durata non si e’ in grado di fare previsioni. Per quanto riguarda le procedure di elezione dei presidenti di Camera e Senato, il regolamento di Montecitorio prevede all’articolo 4: ”Dopo gli adempimenti previsti negli articoli precedenti, la Camera procede alla elezione del proprio Presidente. L’elezione del Presidente ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza dei due terzi dei componenti la Camera. Dal secondo scrutinio e’ richiesta la maggioranza dei due terzi dei voti computando tra i voti anche le schede bianche. Dopo il terzo scrutinio e’ sufficiente la maggioranza assoluta dei voti”. Piu’ complicate le modalita’ previste dal regolamento del Senato che all’ articolo 4 recita: ”Dopo gli adempimenti previsti negli articoli precedenti, il Senato procede alla elezione del Presidente con votazione a scrutinio segreto. E’ eletto chi raggiunge la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato. Qualora non si raggiunga questa maggioranza neanche con un secondo scrutinio, si procede, nel giorno successivo, ad una terza votazione nella quale e’ sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato detta maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa. A parita’ di voti e’ eletto o entra in ballottaggio il piu’ anziano di eta”’. gar/sam/