Elezioni: Storace, pronta nuova stagione per sanita’ nel Lazio

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(askanews) – Roma, 21 feb – ”Se ci si pensa bene, quello di ierisottoscritto a Roma tra me e Berlusconi, il contratto sullasalute per il Lazio, e’ qualcosa di ancora piu’ importante diquanto si preveda per la sola regione nella quale combattoper tornare presidente”. E’ quanto scrive Francesco Storace,segretario nazionale de La Destra e candidato alla presidenzadella Regione Lazio, sul sito del partito e su Il Giornaled’Italia.

”Il capo del centrodestra – aggiunge – e lo ascrivo amerito di una sensibilita’ sociale che ritrova senso politicograzie anche alla nostra presenza in coalizione, ha dettochiaro e tondo che tra le spese che uno Stato non devetagliare solo proprio quelle che riguardano la sanita’. Chenon vuol dire licenza di pacchia, che non significasperperare. Ma che razionalizzare non deve per forza di cosesignificare razionare. E’ la conferma sostanziale di unanostra intuizione programmatica: la salute non e’ un debitoma un diritto. Investire in sanita’ e’ un dovere”.

”Qui sta la conseguente sottoscrizione del ‘contratto’per il Lazio. Si smontano le favole sul debito – prosegueStorace – e magari si prendera’ finalmente atto che l’anno dimaggiore esposizione finanziaria della regione e’ stato il2006, che segno’ il record di duemila miliardi di euro -governava Marrazzo da un anno e mezzo, dal maggio 2005 – eRomano Prodi lo commissario’ nel 2007”.

”Ma e’ il commissariamento della sanita’ che va tolto dimezzo – conclude – senza ombra di dubbio. Io e Berlusconi cisiamo impegnati reciprocamente a ‘identificare specificistrumenti economici diversi dal commissariamento chegarantiscano piena sovranita’ alla Regione in materia, inconsiderazione anche delle peculiari caratteristiche deiflussi sanitari prevedendo a tal fine una specificaregolamentazione per il turn over degli operatori, al fine dimantenere qualita’ e continuita’ delle cure’. Sostanza: via itecnocrati; le persone hanno un valore e non sono solonumeri; il lavoro precario non puo’ diventare la regola”.

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