P.A.: ok Cdm su trasparenza, pubblici i patrimoni di politici e parenti

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(askanews) – Roma, 15 feb – I patrimoni dei politici e dei loroparenti fino al secondo grado saranno pubblici per legge. Loha deciso oggi il Consiglio dei Ministri approvando in viadefinitiva il decreto legislativo sulla trasparenza delleinformazioni della Pubblica amministrazione. Il testo conferma sostanzialmente l’impianto di quellogia’ approvata in sede preliminare: e’ infatti statosottoposto al vaglio del Garante della privacy e delle varicomponenti della Conferenza Unificata (Regioni, province eComuni), che hanno introdotto solo modifiche di caratteretecnico e formale.

Il provvedimento, gia’ previsto dalla leggeanticorruzione, stabilisce il principio della totaleaccessibilita’ delle informazioni. Il modello di ispirazionee’ quello del Freedom of Information Act statunitense, chegarantisce l’accessibilita’ di chiunque lo richieda aqualsiasi documento o dato in possesso delle P.A., salvo icasi in cui la legge lo esclude espressamente, ad esempio permotivi di sicurezza. Viene anche introdotto un nuovo istituto: il diritto diaccesso civico, volto ad alimentare il rapporto di fiduciatra i cittadini e l’amministrazione pubblica e a promuovereil principio di legalita’ (e prevenzione della corruzione).

In sostanza, tutti i cittadini hanno diritto di chiedere eottenere che le P.A. pubblichino atti, documenti einformazioni che detengono e che, per qualsiasi motivo, nonhanno ancora divulgato. Per questo Palazzo Chigi ha propostol’istituzione di un’apposita sezione – ”Amministrazionetrasparente” – nella quale inserire tutto quello chestabilisce il provvedimento.

Sul tavolo della riunione di Governo, spalmata su circaun’ora e mezza di colloqui, e’ stato inoltre preso in esamepreliminare un altro provvedimento, in materia diinconferibilita’ e incompatibilita’ di incarichi nellePubblica amministrazione e negli enti controllati. E’ laprima volta che un Governo affronta nel dettaglio laquestione di inconferibilita’ di un ufficio statale. La bozza del decreto, di cui l’ASCA e’ venuta in possessoe che, con ogni probabilita’, potra’ subire delle modifichenel corso del suo iter, prevede l’inconferibilita’ di unincarico nella Pubblica amministrazione a tutti quei soggettiche ”siano stati condannati, anche con sentenza non passatain giudicato”, per aver commesso reati contro la P.A.

Si parla di inconferibilita’ di carattere ”permanente” e”temporaneo”: il primo caso – si legge nel testo – sara’previsto nella fattispecie per i reati di peculato,concussione e corruzione, ”in cui sia stata inflitta la penaaccessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici”,ovvero sia intervenuta la cessazione del rapporto di lavoro aseguito di procedimento disciplinare o la cessazione delrapporto di lavoro autonomo. Se, al contrario, il caso riguardera’ un’interdizionetemporanea, l’inconferibilita’ avra’ invece ”la stessadurata dell’interdizione”. In tutti gli altri casi la duratasara’ ”di 5 anni”, e il suo status cessera’ ove vengapronunciata per il condannato una sentenza, ”anche nondefinitiva”, di proscioglimento.

La legge attualmente in vigore (la n.27 del 2001) prevedesolo il trasferimento del soggetto condannato ad un ufficiodiverso da quello in cui prestava servizio al momento delfatto, ”con attribuzione di funzioni corrispondenti, perinquadramento, mansioni e prospettive di carriera, a quellesvolte in precedenza”. Oppure un trasferimento di sede, oalla attribuzione di un incarico differente da quello gia’svolto dal dipendente.

L’inconferibilita’ di un incarico dirigenziale nellaPubblica amministrazione riguardera’, ancora, coloro che -secondo quanto recita la bozza – ”nell’anno precedenteabbiano esercitato la funzione di presidente del Consigliodei ministri, ministro, vice ministro, sottosegretario diStato e di commissario straordinario del Governo”, nonche’tutti quei soggetti che aspirano ad un ruolo di dirigentesanitario, ma che nei cinque anni precedenti all’incaricoambito si siano candidati in elezioni europee, nazionali,regionali e locali.

Sul fronte dell’incompatibilita’, la bozza del decretoribadisce come ”gli incarichi amministrativi di vertice”nelle pubbliche amministrazioni siano ”incompatibili conl’assunzione e il mantenimento” di altre cariche analoghe,con ”un’attivita’ professionale, se questa e’ regolata,finanziata o comunque retribuita” dallo P.A., o nel caso ilsoggetto in questione abbia ”un coniuge o un parente entroil secondo grado titolare della posizione di controllodell’ente”. Slittata, infine, nel corso della riunione odierna diGoverno la discussione sulla richiesta formulata dal sindacodi Roma Gianni Alemanno per l’attribuzioneall’amministrazione in Campidoglio di un fondo specifico di4,5 milioni di euro da utilizzare nel corso del prossimoconclave. L’ipotesi che i ministri potessero affrontare gia’ oggi laquestione era emersa alla luce dell’entrata in vigore ilprossimo 28 febbraio delle dimissioni annunciate da papaBenedetto XVI. Si prevede infatti che l’evento portera’ nellacapitale un’ondata di fedeli provenienti da tutto il mondo,per un un primo incremento di turisti pari a circa il 10%.

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