Elezioni: patto Bersani-Monti inquieta Vendola. E Ingroia ne approfitta

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(askanews) – Roma, 6 feb – Da ieri, causa uno scambio di cortesidichiarazioni tra Pier Luigi Bersani e Mario Monti, non si faaltro che discutere nuovamente di un accordo post-voto tra Pde Scelta civica, se non addirittura di un ”patto” tra i dueleader. I toni tra il segretario piddino e il premierdimissionario sono del tutto cambiati dopo il viaggio inGermania del candidato premier del centrosinistra. A Berlino,Bersani ha incontrato Wolfgang Schauble, ministro delleFinanze, e ha risposto a molte domande sulle sue proposteprogrammatiche presso il German council on foreignrelations.

Monti, a sua volta, ha colto l’occasione del ”prontissimo acollaborare con il premier” di Bersani da Berlino per direcon nettezza senza precedenti: ”L’idea che si possa tornarea una maggioranza di governo Pdl-Lega fa mi fa leggermenterabbrividire”. Se il viaggio del segretario del Pd aveva come obiettivolegittimarsi ancora di piu’ a livello europeo in vista di unasua eventuale premiership, l’obiettivo e’ stato raggiunto conla condizione – forse posta da Schauble a nome del suogoverno – di lanciare il dialogo con Monti che in Germania e’molto stimato per via del suo passato di commissarioeuropeo.

Fino a ieri Bersani si era limitato a dire che dopo il votoavrebbe aperto il confronto ai centristi e che in ogni casola coalizione candidata al governo restava quella dicentrosinistra formata da Pd, Sel, socialisti di RiccardoNencini e Centro democratico di Bruno Tabacci. Da piu’ di ventiquatt’ore gli accenti sono cambiati,nonostante oggi il segretario del Pd, dai microfoni di”Radio Anch’io”, abbia provato a ridimensionare la portatadella novita’: ”Dico sempre che mi ritengo alternativo aBerlusconi e alla Lega, sono disponibilissimo a discutere conMonti. Per fare le riforme o il governo, lo vedremo. Oggi e’stata data un po’ piu’ di enfasi, forse per il timing, aparole che ripeto sempre: sono pronto a discutere con chi siritiene alternativo a Berlusconi e alla Lega. Ho sempre dettoche mi comportero’ come se avessi il 49% anche se avro’ il51%”. Le critiche ai media di Bersani per aver voluto cercareuna notizia a tutti i costi appaiono eccessive. Lacontroprova e’ che Nichi Vendola fa fatica a celare ildisappunto, come in occasione dell’intervista sul sito delquotidiano ”la Stampa”: ”Sul tema dei diritti e sullavisione economica, ci sono distanze siderali tra noi e Monti,che e’ un classico conservatore europeo. Lo ha ripetuto piu’volte pure Bersani. Se c’e’ una distanza cosi’ forte, come sipuo’ pensare di governare insieme?”. Il leader di Selaggiunge: ”Il centrosinistra ha il dovere di governare senzail partito delle elites, il che non significa escludere ilconcorso di altre forze, a iniziare da Monti, sulle riformeistituzionali”. Vendola delimita quindi il territorio delconfronto con Monti e ricorda successivamente a Bersani ”diessere il candidato del centrosinistra scaturito dalleprimarie a cui hanno partecipato 3 milioni di persone, con unmandato programmatico preciso”, che non contempla alleanzedi governo con Monti, Casini e Fini. Di tonalita’completamente diversa l’esternazione di Beppe Fioroni, tra ipiu’ filomontiani all’interno del Pd, che ritiene”inevitabile” l’avvio del confronto con il presidente delConsiglio dimissionario.

Antonio Ingroia, candidato premier per Rivoluzione civile,tende la mano al leader di Sel dai microfoni del Tg1:”Finalmente da Vendola sentiamo parole di sinistra.

Convinciamo insieme Bersani ad abbandonare al suo destino iltecnocrate, l’impiegato dei poteri forti Mario Monti ecostruiamo insieme un governo post elettorale di sinistra chedia una speranza al paese”. L’ex procuratore aggiunto diPalermo sembra cambiare registro rispetto alla polemicafrontale contro Vendola accusato nei giorni scorsi ”di usarecome un taxi la coalizione di centrosinistra per tornare inParlamento” e di non contrappoorsi alla destra liberistarappresentata da Monti.

Tra Sel e Rivoluzione civile e’ in atto la lotta fratricidaall’ultimo voto nella fetta piu’ di sinistradell’elettorato.

L’oscillare di Bersani tra Monti e la difesa della suacoalizione (”nessuno tocchi il mio polo”) rischia dimettere in difficolta’ proprio Vendola, esposto diconseguenza alla concorrenza di Ingroia.

Bersani, invece, potrebbe avere presto problemi nel suopartito dove gia’ si vocifera che potrebbe prendere meno votidella segreteria di Walter Veltroni alle Politiche del 2008(33,2%). E c’e’ gia’ chi gli rimprovera di non averperseguito subito l’alleanza con Monti al posto di quella conVendola (dallo stesso Veltroni alla corrente di EnricoMorando) e chi, ad esempio la ”Velina rossa” di oggi, gliimputa di non aver difeso la sua coalizione e le sue sceltepolitiche da pressioni indebite nel breve viaggio a Berlino.

Da qui al 24 e 25 febbraio Bersani e’ costretto a nonsbagliare una mossa, se vuole dare ragione all’anticoproverbio che dice: ”Chi vince ha sempre ragione”.

gar/vlm