Pd: Bersani a Berlino per superare l’esame di tedesco (Il punto)

64 9, 1245 -

(askanews) – Roma, 5 feb – Bersani all’esame di tedesco: ilsegretario del Pd ha scelto la sessione piu’ difficile inquel di Berlino dove il professore che deve dare i voti perla promozione e’ anzitutto il temuto (anche dalla Merkel!)superministro delle finanze Wolfgang Schauble.

Nella parte pubblica dell’avvenimento, quelladell’intervento al German Coincil Foreign Relations, Bersaniha probabilmente superato l’esame a pieni voti, visto che hapronunciato parole impegnative che toccano le corde piu’profonde dei tedeschi, sia quelle della razionalita’ e degliinteressi economici, sia quelle piu’ emotive che riguardanola dimensione politica e sociale. Due sopra a tutto sono i messaggi, a quanto e’ sembrato dicapire, che Bersani ha lanciato: il primo che un probabilegoverno a guida Pd non e’ certo un esecutivo alla Berlusconie ripettera’ gli impegni assunti dall’Italia e soprattuto diproseguire nel cammino di risanamento: ”Sappiamo -ha dettoBersani- di dover garantire l’impegno per la stabilita’,sappiamo di dover proseguire il cammino delle riforme”.

Formula che tradotta alle orecchie tedesche suona come unaconferma della linea (o agenda) intrapresa da Monti. Il chesenza escludere che si debba andare oltre. E infatti Bersanisenza mezzi termini ha detto che insieme alle necessariepolitiche di rigore si devono avviare iniziative altrettantonecessarie per favorire la crescita. E il segretario del Pdha sottolineato che questo non vale solo per il fronteitaliano, ma per tutta l’Europa. Iniziative per dare lavoro esostenere la produzione industriale. In proposito, ricorrendo ancora all’immagine dei vagonipiu’ lussuosi o meno che costituiscono un solo treno che vanella stessa direzione, Bersani ha fatto osservare che se inItalia ci fosse un calo della produzione industriale di ventipunti, non e’ che la Germania non ne sarebbe toccata, ancheil suo livello di produzione e di consumi sarebbe coinvolto,pur se in misura minore. Ha quindi rafforzato il concettosottolineando che l’Italia e’ un Paese troppo grande peressere salvato e che cosciente di questo ”l’Italia e’impegnata a salvarsi da sola” ma lo stesso peso e la stessadimensione devono valere anche per le decisioni politiche edeconomiche a livello dell’Unione.

Il secondo messaggio, prettamente politico, e’ consistitoin un credito e un sollecito direttamente alla Germania dicui ha in sostanza delineato un ”ruolo di leadershippolitica” all’interno dell’Unione. Bersani, che ha auspicatouna accelerazione dell’integrazione politica europea versouna ”Unione politica federale”, ha fatto osservare che laGermania proprio in forza del suo modello politico, socialeed economico puo’ ben puntare ad un ruolo di guida. ”LaGermania di oggi -ha detto esplicitamente Bersani- puo’portare nell’Unione politica federale di domani la forza delproprio successo economico, ma anche quella del propriomodello sociale e istituzionale: non ci sono modellialternativi ne’ all’economia sociale di mercato, quicondivisa da decenni da tutte le principali forze politiche,ne’ a una vita istituzionale ben organizzata sul principio disussidiarieta”’. Nonostante tutto questo, Bersani ha detto di ”vedere unariluttanza ad assumere un ruolo di leadership politica perl’Europa di domani. Noi invece auspichiamo che la Germaniasappia assumere quelle responsabilita’ e voglia andare oltrela stella polare del suo formidabile rapporto con la Franciae sappia inoltre riconoscere che il suo successo economico dimercato globale sarebbe maggiore e strategicamente piu’sicuro se il nostro continente avesse un mercato unico,compiuto e meno squilibrato, se ci fosse un mercato europeopiu’ dinamico e propulsivo”.

Bersani ha proseguito sottolineando che la linea portantedell’Unione oggi e’ quella del realismo, avvertendo che ditroppo realismo si puo’ morire, nel senso che la prudenzaeccessiva, che e’ poi quella che detta il rigore enull’altro, puo’ soffocare quell’idea di Europa che avevaaffascinato milioni di cittadini europei: ”Capisco -hadetto- le paure di chi teme l’apertura di un vaso di Pandoraricorda l’empasse istituzionale di dieci anni fa, ma nonpossiamo nemmeno pensare che urlino solamente glieuroscettici e che i sostenitori dell’Europa federale epolitica tacciano”.

E’ in questa prospettiva che Bersani ha auspicato unsuperamento del modello meramente intergovernativodell’Unione utilizzando un’immagine suggestiva: ”Dietro unamoneta sola deve esserci un solo sovrano”. Il segretario Pdha quindi spiegato: ”Non immaginiamo il super Stato europeopaventato strumentalmente in alcuni Paesi e agitato daipopulismi nazionalisti. Io penso a un potere federaledemocraticamente legittimato, dotato di un bilancio, conrisorse proprie, dotato di una banca centrale e di un Tesoro,competente sui temi indispensabili nella scala globale comela difesa, la politica estera, le migrazioni, la ricerca,l’energia, le reti infrastrutturali”. E per cominciare colpiede giusto il segretario Pd ha affermato di esserefavorevole a ”ulteriori corresponsabilita”’ come verifichesui bilanci nazionali a fronte pero’ di ”una strategiacomune a favore degli investimenti e del lavoro”.

In questo quadro Bersani ha detto che l’Europa develegittimamente aspettarsi che ”l’Italia non sia un problema,ma una parte della soluzione”. Un’Italia ha aggiunto chesara’ certamente su questa strada grazie al ruolo del Pd. Per risvegliare il fascino europeo e far compiere un passoin piu’ all’integrazione politica europea, Bersani haproposto di eleggere il presidente della Commissione con leelezioni del parlamento europeo del 2014.

Sempre in questo orizzone, Bersani ha poi propostoun’assise italo-tedesca proprio per riflettere sul futurodell’Ue: ”Vedrei con favore se il Parlamento italiano equello tedesco convocassero un’assise sul futuro dell’Europae aprissero una discussione politica: la predisposizionedell’Italia e della Germania verso una piu’ genuina unionepolitica potrebbe essere una spinta”.

”Il momento peggiore della crisi e’ sicuramente passatoma non sono sicuro -ha sottolineato Bersani- che questo lungocalendario ci metta al riparo da crisi future. La strada e’ancora lunga: nel 2013 la recessione sara’ ancora di un puntoe la crescita positiva ci sara’ solo nel 2014. Sono numeriche si commentano da soli e che indicano gia’ un percorso:sappiamo di dover garantire l’impegno per la stabilita’ esappiamo di dover proseguire e rafforzare il cammino delleriforme”.

Bersani ha quindi concluso con un monito: ”E’ necessarioconsentire di liberare risorse nazionali per investimenticoncordati con i vertici europei, perche’ crescita eoccupazione non sono un lusso da rinviare a domani”.

min