Ue/Bilancio: i paesi membri cercano accordo tra tagli e incognite

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(askanews) – Bruxelles, 2 feb – L’Unione europea tenta di dotarsidi un nuovo bilancio settennale dopo il vertice straordinariodel Consiglio europeo di novembre concluso con un nulla difatto. Giovedi’ e venerdi’ i capi di Stato e di governo ciriprovano, cercando di raggiungere l’intesa necessaria perdefinire il programma di spesa per il periodo 2014-2020, inun percorso che – tra divisioni e strategie negoziali – nonsi annuncia dei piu’ semplici.

Il negoziato si snoda su piu’ livelli: anche se i leaderpolitici dei ventisette Stati membri dovessero trovare unaccordo, questo potrebbe essere rimesso in discussione dalParlamento europeo, che su questioni di bilancio ha potere dico-decisione. E alla vigilia di un vertice cruciale per lesorti dell’Ue e il suo funzionamento, il presidente delParlamento europeo, Martin Schulz, ha ribadito – senza usarela parola ‘veto’ – che piu’ la posizione del Consiglio Ue siallontanera’ dalla proposta di bilancio originaria dellaCommissione europea, piu’ sara’ difficile per il Parlamentoeuropeo approvare l’eventuale intesa che uscira’ fuori dalConsiglio europeo. Dichiarazioni poco rassicuranti,considerato che sembra prendere corpo l’ipotesi du nuovitagli oltre a quelli gia’ proposti dal presidente delConsiglio europeo, Herman van Rompuy. Nel vertice di novembreVan Rompuy ha proposto riduzioni di spesa per 80 miliardialla bozza della Commissione europea (che per il periodo2014-2020 chiedeva una dotazione di 1.033 miliardi di euro).

Una richiesta che ha scontentato i paesi piu’ rigoristidell’Ue (Germania, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca), chevorrebbero riduzioni al tetto massimo di spesa per circa 100miliardi. Van Rompuy starebbe pensando a riduzioni ulterioriper un importo complessivo fino a 30 miliardi di euro che,sommati ai circa 80 miliardi gia’ pensati, porterebbero atagli totali per circa 100 miliardi e anche, forse, qualcosadi piu’. Cosi’ facendo verrebbero meno le resistenze deipaesi piu’ intransigenti e della Gran Bretagna, che vorrebbetagli anche piu’ sostanziosi (aveva chiesto riduzioni fino a200 miliardi). In cambio Germania, Paesi Bassi, Svezia eDanimarca potrebbero cedere di fronte alla richiesta -sostenuta, tra gli altri, dall’Italia – di rivedere lemodalita’ di pagamento del ‘rebate’, il rimborso per losquilibrio tra cio’ che si mette sul piatto dell’Ue e cio’che dall’Ue si riceve in termini economici e di benefici. Perla Gran Bretagna e’ previsto nei trattati, per gli altriquattro paesi no. Attualmente ne beneficiano, ma con la finedel 2013 il rimborso verra’ meno. Per rinegoziarlo si chiedea tutti gli Stati di contribuire al pagamento: questosignifica che anche i paesi interessati metteranno risorseliquide per pagarsi il rimborso, che automaticamente sara’ridotto.

Ma c’e’ un largo fronte di ben venti paesi contrari allepolitiche di tagli eccessivi. Consapevoli del fatto che perla prima volta nella storia l’Ue deve negoziare un quadrofinanziario pluriennale in termini di riduzioni di spesa, icosiddetti ‘amici della coesione’ (Bulgaria, Cipro, Estonia,Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia,Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia,Spagna, Ungheria e Croazia) chiedono che i tagli -inevitabili – non siano ne’ eccessivi ne’ indiscriminati. Aloro si uniscono Belgio, Francia e Italia, contrari come glialtri diciassette ai forti tagli alle politiche di coesione(29,5 miliardi di euro) e all’agricoltura (25,5 miliardi).

Negli ultimi giorni il presidente del Consiglio, MarioMonti, ha ribadito che l’Italia e’ pronta a porre il veto sele proposte di negoziato andranno a ledere gli interessi delpaese. In realta’ il dibattito e’ gia’ iniziato: i governidei principali paesi europei hanno gia’ iniziato colloquibilaterali – che precederanno l’inizio dei lavori di giovedi’e venerdi’ – in vista della riunione del Consiglio europeo.

Monti a Bruxelles ha gia’ incontrato i presidenti diCommissione Ue e consiglio europeo per discutere proprio diquadro finanziario pluriennale. Il capo del governo ha quindiincontrato il cancelliere tedesco, Angela Merkel, e domenicasara’ a Parigi per discutere dello stesso tema con ilpresidente francese, Francois Hollande. Merkel lunedi’ricevera’ invece il primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy.

Si cercano dunque intese, e a Bruxelles si e’ ottimisticirca il successo del vertice: c’e’ la volonta’ di tutti dichiudere un accordo, anche con piu’ tagli. Si dovra’ solocapire come distribuirli. Restano comunque le divisioni e leincognite. Anche se la prossima settimana si dovesse avere unaccordo – come molti pensano succedera’ – non e’ detto che ildossier si chiuda. Il Parlamento potrebbe far saltare iltavolo che gli Stati membri, a fatica, vogliono tenere inpiedi.

bne/sam/