Elezioni: Frattini, Rehn ha ragione ma sbaglia i tempi (La Stampa)

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(askanews) – Roma, 30 gen – ”Il contenuto delle dichiarazioni diRehn puo’ andare, la forma no. Quando c’e’ una campagnaelettorale, le modalita’ delle dichiarazioni, e la scelta deitempi, sono fondamentali”. In un’intervista a ‘La Stampa’,l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, commenta cosi’ leparole di Olli Rehn per il quale ”Silvio Berlusconi nonrispetto’ gli impegni” soffocando la crescita.

Quest’ultima ”e’ una valutazione azzardata”, spiegaFrattini che aggiunge: ”Soffocare la crescita e’ una cosache si stabilisce nel medio-lungo termine. Il fatto e’ chequando un paese e’ in una situazione cosi’ drammatica non sipuo’ dipendere dalla telefonata notturna di un deputato chedice ”ti voto se mi fai sottosegretario”, occorre unamaggioranza piu’ larga. Senza, non si puo’ fare molto”.

”L’Europa eviti di dare un’impressione di interferenzasul voto, perche’ questo finisce per essere controproducente.

Bisogna trovare modi che non facciano credere agli italianiche si sta scegliendo a Bruxelles il loro premier. Sarebbe unpessimo servizio a Monti che, invece, merita il successo dasolo”, aggiunge Frattini.

”Abbiamo assistito ad una fase di degradazione grave tragiugno e ottobre 2011. In giugno, – ricorda Frattini -Berlusconi aveva concordato a Bruxelles la linea del Patto diBilancio Ue. Aveva accettato un percorso di risanamento eriforma prima ancora che la famosa lettera di Francofortearrivasse a Roma. La lettera introduceva novita’ importanti.

Nel momento in cui si chiedeva l’intervento della Bce perl’acquisto dei titoli italiani, il governo doveva risponderecon la piena attuazione di tutti gli impegni. I punti cheinfiammarono la discussione furono le pensioni e il mercatodel lavoro. Ricordo una drammatica riunione il giorno diOgnissanti. Berlusconi era tornato dal vertice Ue e, primaancora, era stato al G20 di Cannes, dove aveva annunciatol’anticipo del pareggio del bilancio dal 2014 al 2013. Quellonon era certo un mancato rispetto degli impegni. Era anzi unpasso ulteriore che non ci era stato richiesto, cheBerlusconi decise contro la volonta’ di Tremonti”.

La lettera della Bce, spiega Frattini, ”era firmata daTrichet per la Bce e controfirmata da Draghi come successoredesignato. Sono balle quelle del ministro Tremonti” chesostiene che la lettera arrivasse da via Nazionale. ”Non cifu nessun complotto. C’e’ stata una richiesta molto ferma daparte della Bce che, essendo banca, i soldi non li regala mali investe. Per comprare titoli italiani voleva dellegaranzie”, conclude Frattini. red-ceg/sam/