Elezioni: Monti, all’Italia non servono mezze misure ma riforme radicali

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(askanews) – Roma, 21 gen – ”Non sempre coloro che si dicono moderati in politica sono moderati nel nostro senso, e comunque l’Italia non ha bisogno di moderazione nel senso di mezze misure, ma di riforme radicali”. Lo ha detto ieri Mario Monti a Bergamo, nel passaggio clou del suo discorso alla convention della lista Scelta civica che si e’ svolta presso la tensostruttura Kilometro Rosso, aggiungendo che ”non si tratta di federare i moderati ma di federare i riformatori, i riformisti”. L’incontro e’ stato aperto da Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione internazionale e presidente di Scelta civica: ”Dopo la campagna elettorale e mi auguro il nostro successo, dobbiamo creare un movimento politico sui territori del nostro paese. Da oggi chiederemo il voto agli italiani. La legge elettorale con cui votiamo e l’ incapacita’ del Parlamento di trasformarla mostrano il blocco del sistema politico”. Riccardi ha poi ricordato che ”Monti ha mostrato la possibilita’ di fare politica per spirito di servizio e questa non e’ retorica ma una grande novita’ etica”. L’intervento del premier dimissionario e’ stato preceduto dalla proiezione su un grande schermo delle immagini piu’ significative di un anno di governo tecnico concluse con il twitter con cui Monti ha annunciato la sua ”salita in politica”. ”Non so se al presidente della Repubblica faccia piacere o meno la mia decisione di candidarmi – dice subito il leader di Scelta civica – ma so che e’ ispirata dal desiderio di fare qualcosa di buono per il paese”. Da qui la conferma di non volersi candidare al Quirinale: ”Ho pensato che per l’Italia fosse piu’ interessante provare a promuovere questo sforzo piuttosto che magari andare ad esercitare per sette anni un incarico che e’ meno rilevante per il cambiamento dell’Italia”. Monti fa riferimento alle adesioni trasversali al suo progetto politico: ”Ho sempre sostenuto, quando guardavo la politica da fuori o dall’Europa, che le riforme incontrassero difficolta’ e fosse necessario uno sforzo largo e unitario per superare certe emergenze. I nostri segnali della voglia di fare riforme sono stati accolti e seguiti con scelte politiche costose da soggetti che prima militavamo nel polo di sinistra e di destra e non erano a loro agio nella loro casa di appartenenza sulle riforme. Noi li abbiamo voluti, loro sono venuti”. La prima stoccata polemica Monti la rivolge alla Lega Nord: ”Quello per noi non e’ un voto contro qualcuno, ma fermissimamente per l’Italia ed e’ un voto utile. Mai vorremmo veder spezzato il paese: noi amiamo l’ Italia tutta. Noi ammiriamo la Germania e vogliamo imitarla in alcune riforme”. Poi attacca il centrodestra: ”Conflitti di interesse, falso in bilancio e corruzione sono i temi piu’ ostacolati dalla destra, anche per ragioni storiche e personali che conosciamo”. Il riferimento a Silvio Berlusconi e’ esplicito. Al centrosinistra il leader di Scelta civica rimprovera un certo conservatorismo in materia di economia e lavoro, pur confermando che e’ sua intenzione cambiare la riforma Fornero. Sul problema governo precisa: ”Non parteciperemo a governi che non avranno un forte orientamento riformista. Questa sara’ la cartina di tornasole”. E annota che ora non e’ ”in grado di pronunciarsi in materia di alleanze”. Parlando di Sel e’ pero’ netto: ”Vendola dice che sulle riforme puo’ discutere con Monti, a patto che faccia autocritica. Ma scherziamo?”. Il premier ribadisce che ne’ la destra, ne’ la sinistra possono fare le riforme. Da qui l’idea della centralita’ di Scelta civica come baricentro su cui poggiare un nuovo riformismo che guarda piu’ al centrosinistra che al centrodestra alla luce di cio’ che e’ accaduto negli ultimi vent’anni nella vita politica italiana. Monti si rivolge nel suo discorso pure ai potenziali astensionisti: ”Chi pensa non votando di fare un dispetto alla vecchia politica in realta’ le fa un favore. Diro’ agli elettori che non vogliono fare una scelta politica di fare una scelta civica”. Monti conferma un certo ottimismo sulla situazione economica: ”Siamo, spero, usciti da una crisi finanziaria grave. Bisogna associare la continuazione di una disciplina di bilancio con un nuovo slancio per la crescita, il lavoro e il sociale. Non e’ possibile imbrogliare i nostri figli e nipoti gravandoli di debito. Il fatto che la congiuntura vada meno bene o peggio di quanto previsto, di per se’, non indica la necessita’ di manovre aggiuntive perche’ il saldo e’ previsto in termini congiunturali”. Sul fisco conferma le sue intenzioni: ”Qualcuno e’ stizzito perche’ parlo di riduzione delle tasse, ma non e’ incoerente. Metterle era indispensabile ma non per sempre, le situazioni cambiano”. Sull’impegno principale che dovra’ affrontare il futuro governo, fa un annuncio: ”All’ordine del giorno del primo Cdm metterei una serie di riforme costituzionali: da una drastica riduzione del numero dei parlamentari, al riassetto dello Stato per renderlo meno oneroso, passando per la modifica del Titolo V della Costituzione” (quello che riguarda provincie, aree metropolitane e regioni). Il premier dimissionario si commuove verso la fine del suo discorso, quando ricorda a se stesso che a causa del suo rinnovato impegno politico dovra’ dedicare poco tempo ai nipoti. In mattinata Monti aveva incontrato in modo riservato i capolista di Scelta civica. Un breve seminario con i candidati e’ stato dedicato ai temi della comunicazione politica. A coordinarlo ha provveduto Mario Sechi, ex direttore del ”Tempo” e ora candidato nella lista Monti. Tra gli interventi in seduta plenaria, quelli di Luca Cordero di Montezemolo (ha confermato il proprio impegno a fianco di Monti pur non accettando di candidarsi), Andrea Olivero (ex presidente delle Acli) e Andrea Dellai (ex presidente della Provincia di Trento). gar/sam/