Pdl: Quagliariello,voto cattolici non va a nessun partito va …(1upd)

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+++Monti si e’ collocato nella parte sinistra del campo+++.

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(askanews) – Roma, 18 gen – ”Il voto dei cattolici non va anessun partito per legge, ma lo si deve conquistare con unprogramma, degli impegni. E’ quanto cerchiamo di fare”. Loha detto il vicepresidente dei senatori del Pdl, GaetanoQuagliariello in occasione del convegno Maggna Carta”Tradizione, valori, politiche sociali nell’agenda digoverno”.

”Una campagna elettorale in tempo di crisi esige rispostee chiarezza di visione – ha proseguito -, una campagnaelettorale in tempo di crisi non puo’ che essere un confrontotra concezioni tra loro alternative sulla base delle qualideclinare le rispettive ricette di governo. Restare a meta’del guado non e’ possibile e chi ha provato a farlo, chi hapensato che in politica si potesse ‘salire’ fino a elevarsisopra le linee di demarcazione che in tutta Europa distingele grandi famiglie del popolarismo e della socialdemocrazia,chi ha ritenuto che i programmi di governo potesseroprescindere dagli orientamenti ideali, ha dovuto prendereatto che cio’ non e’ possibile”.

”A qualificare una scelta di campo non sono solo leposizioni espresse – ha aggiunto Quagliariello – ma anchequelle su cui ci si rifiuta di esprimersi. Ecco, da questoinsieme di pensieri, opere e omissioni e’ evidente che ilprofessor Monti si e’ collocato nella parte sinistra delcampo”.

”Non si tratta di una astratta e retriva disputaideologica. Le scelte di campo – ha osservato Quagliariello -comportano l’adesione a una determinata visione del mondo, ede’ la visione del mondo a orientare le ricette di governo,anche sul terreno economico e delle politiche sociali. A menodi non voler pensare che tutto possa essere risolto con latecnica”.

Sottolineando che ”il centrodestra non e’ certo unmonolite”, Quaglieriello ha ricordato come il Pdl ”si fondasulla centralita’ della persona, come fine e misura di ogniscelta politica e di ogni azione di governo”.

Quanto all’Europa, il vicecapogruppo PdL ha affermato che”l’Europa che vogliamo, che abbiamo in mente e’ quella deipadri fondatori, costruita sull’armonizzazione degliinteressi nazionali e non sull’imposizione di distruttiveegemonie. E’ l’Europa che traccia ponti e non barriere tra ilBaltico ed il Mediterraneo, tra la patria del rigorismo e laculla dell’umanesimo solidale e dello Stato di diritto. Ed e’l’Europa che alle spalle della nostra moneta unica non lasciaun deserto istituzionale. E’ l’Europa con un’anima,dell’integrazione nel solco di una identita’. E’ questal’Europa del popolarismo di cui ci sentiamo parte integrante,mentre altri ne prendono imbarazzati le distanze, ragion percui – ha rimarcato – abbiamo motivo di ritenerci in Italial’unica chiara alternativa alla sinistra e allasocialdemocrazia europea”.

Per quanto concerne l’Italia Quagliariello ha ricordatocome ”sul presidenzialismo non torneremo indietro nellaprossima legislatura”, mentre ”nessun intervento diingegneria istituzionale potra’ ridare piena sovranita’ aicittadini e agibilita’ democratica al nostro Paese senza unariforma della giustizia che restituisca piena operativita’ aiprincipi del giusto processo e stabilisca una autenticaparita’ tra le parti. E che impedisca ad una falangeagguerrita di militanti rivoluzionari con la toga addosso diinquinare la vita democratica di un Paese e infangare tanticolleghi che ogni giorno compiono il proprio dovere senzaclamore e con grande sacrificio”.

Sul fronte delle istituzioni territoriali infineQuagliariello ha ribadito ”la proposta di lasciare che siail territorio a gestire parte del consistente gettito fiscaledal territorio stesso prodotto, facendosi caricodell’erogazione dei servizi che non siano di strettapertinenza centrale. Se correttamente attuato e temperato daadeguati meccanismi di perequazione un modello del generepuo’ rappresentare una opportunita’ storica specialmente peri terriotori piu’ svantaggiati”.

njb