Elezioni: ultimi ritocchi alle liste. Vendola, noi alternativi a Monti

69 9, 1237 -

(askanews) – Roma, 14 gen – Sono 215 i simboli elettorali consegnati al Ministero degli Interni. Il penultimo logo presentato e’ stato quello di Scelta civica che fa riferimento a Mario Monti. In quello del Pdl, a sorpresa perche’ contraddice l’accordo con la Lega Nord che prevede che il candidato premier sia scelto dopo l’esito del voto, compare la scritta ”Berlusconi presidente” (nelle circoscrizioni estere di Camera e Senato c’e’ solo la dicitura ”Il Popolo della Liberta’ Centrodestra Italiano”). Oltre all’accordo con la Lega Nord, al sud il Pdl e’ apparentato – secondo quanto dichiarato al Ministero degli Interni – con Grande sud di Gianfranco Micciche’ e Mpa-Pds di Raffaele Lombardo (ex governatore della Sicilia). Poi ci sono altri collegamenti con Fratelli d’Italia-Centrodestra nazionale di Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e Guido Crosetto, Mir dell’imprenditore Giampiero Samori’, La Destra di Francesco Storace, Intesa popolare di Giampiero Catone, i Pensionati di Carlo Fatuzzo. Della coalizione di centrosinistra fanno invece parte Pd, Sel, Psi, Svp, Centro Democratico (la lista promossa da Bruno Tabacci e Massimo Donadi), Lista Crocetta (promossa in Sicilia dal presidente della Regione Rosario Crocetta) e Moderati di Portas (i candidati che fanno riferimento alla componente del Pd guidata dal deputato Giacomo Portas). Commenta Roberto Maroni, segretario del Carroccio: ”Berlusconi presidente? Si’, del Pdl. Non temo che cio’ possa ingenerare equivoci dopo che nel patto elettorale con il Pdl non e’ stato deciso il candidato premier comune”. La Lega Nord ha pero’ depositato in extremis un nuovo simbolo dove e’ scomparsa la dicitura ”Maroni presidente”. Sulle dichiarazioni del segretario del Carroccio interviene Enrico Letta, vicesegretario del Pd: ”Le parole di Maroni confermano che Berlusconi non e’ il candidato premier della coalizione di destra, ma solo il presidente del Pdl. Rimaniamo in attesa di sapere chi sara’ la persona indicata dalla coalizione come presidente del Consiglio”. Letta ribadisce la posizione del Pd rispetto all’ipotesi di un confronto televisivo tra Pier Luigi Bersani e Berlusconi: il segretario democratico e’ disponibile a faccia a faccia in tv solo con candidati premier. All’invito di Mario Monti alla collaborazione tra tutte le componenti del riformismo italiano, fatto a Orvieto sabato scorso nel corso del tradizionale convegno annuale promosso dalla corrente liberalsocialisti del Pd, arriva la risposta di Nichi Vendola, leader di Sel, dai microfoni di Sky: ”Io sono alternativo a Monti. Il centrosinistra ha il diritto di governare senza ipoteche e badanti. Con Monti e Casini si collaborera’ per la riforma dello Stato. Sara’ impossibile immaginare, anche come fantapolitica, una maggioranza nella quale stiamo insieme io e la Binetti. Io e lei siamo alternativi”. Aggiunge Vendola: ”Non tirero’ Bersani per la giacchetta. Io non voglio avere il ruolo per cui avendo sentito Bersani ogni volta io debba dire piu’ uno”. Sull’ipotesi di Pier Ferdinando Casini presidente del Senato, dichiara: ”Vedremo, certo non lo vorrei come ministro”. Quanto alla frase sui ricchi che possono andare anche al diavolo, il presidente della Puglia spiega che era riferita in particolare al caso dell’attore francese Depardieu che per protesta nei confronti della politica fiscale del governo Hollande ha cambiato nazionalita’ e scelto la Russia. Vendola apre infine al dialogo con la lista di Rivoluzione civica: ”Antonio Ingroia e’ una personalita’ con la quale discutere, perche’ non ha assunto posizioni di rissa a sinistra, mentre Berlusconi e Grillo sono complementari e rappresentano un magma di subcultura populista”. ”Ringrazio Vendola per l’ulteriore segnale di attenzione e di apertura augurandomi che possa favorire un clima di dialogo con il centrosinistra. Ribadisco che per noi e’ aperta la porta del dialogo a sinistra con le forze che lavorano per la legalita’ e la giustizia sociale”, interviene Ingroia che annuncia la candidatura del giornalista Sandro Ruotolo, principale collaboratore delle trasmissioni di Michele Santoro, nella lista Rivoluzione civica. In una riunione tra Mario Monti, Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini si sarebbe intanto deciso che i tre leader del nuovo polo centrista non appariranno insieme in tv e non faranno iniziative elettorali comuni puntando ad attrarre fasce di elettorato tra loro diverse. Lo slogan che campeggera’ nei manifesti elettorali sara’ comune: ”L’Italia che sale”, una sorta di risposta a quello del Pd ”L’Italia giusta”. Non sono risolti tutti i problemi delle candidature nelle liste pro Monti. Al Senato, a Roma, si e’ deciso che sara’ Casini a guidare la lista comune seguito da Giulia Bongiorno (presidente uscente della commissione Giustizia della Camera) e da Enzo Moavero (attuale ministro per le Politiche europee). Problemi aperti ancora in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Puglia. gar/sam/