Rue wiertz: Pittella, costruire nuova rete protezione per precari

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(askanews) – Roma, 12 gen – ”Come accade sempre piu’ spesso,viene ancora una volta dall’Europa una sollecitazione allastagnante politica italiana ad impegnarsi sulle questioni inquesto momento piu’ stringenti per la vita dei cittadini mache spariscono fra disattenzione, malafede, compromessi econtraddizioni nell’agenda nazionale. Questa volta e’ ilPrimo Ministro Lussemburghese e presidente uscentedell’Eurogruppo, il conservatore Jean-Claude Juncker, arilanciare nel dibattito italiano, ma solo per qualche ora,il tema della riforma della contrattazione e degliammortizzatori sociali, per l’inefficacia dimostrata daquesto sistema nel fronteggiare l’emergenza sociale causatadalla crisi economica”. E’ quanto afferma Gianni Pittella,vicepresidente vicario del Parlamento europeo.

”Juncker aveva deciso gia’ da mesi di lasciare la caricadi presidente dell’Eurogruppo perche’ si diceva stanco delleingerenze franco-tedesche nella gestione della crisi. Parigie Berlino ”si comportano come se fossero i soli membri delgruppo”, ha denunciato l’esponente popolare e l’ultima presadi posizione e’ del tutto coerente con questo profondodissenso verso l’allora asse conservatore – continua Pittella-. L’annuncio delle dimissioni del presidente dell’Eurogruppoe’ di aprile, ma dalle stanze dei bottoni europee, malgradoil cambio di guardia all’Eliseo, si attendono ancoradecisioni adeguate alla dimensione assunte dalladisoccupazione e dalla coesione sociale. Oggi nel lasciarel’incarico Juncker suggerisce misure precise a sostegno delreddito, di natura pubblica e privata, come l’introduzionedel salario minimo per legge. E’ una misura che,contrariamente a gran parte dei paesi europei, in Italia nonesiste. Si e’ preferito affidare completamente i livelliretributivi alla libera contrattazione e devo dire che fino ache il problema era di redistribuire gli utili di medie egrandi aziende ben capitalizzate il sistema ha funzionato. Ilquadro economico in questi ultimi 4 anni e’ pero’ moltomutato sotto il maglio della recessione e della contrazionedrammatica degli investimenti pubblici. Ma come per laquestione degli esodati, anche per la contrattazione ci siferma sulla soglia dei milioni di piccole imprese checostituiscono il 94% dell’occupazione nel nostro tessutoproduttivo. Un comparto in grande sofferenza con unamortalita’ d’impresa in crescita”. ”Come arrivare a tutelare efficacemente il lavoro semprepiu’ precarizzato che lo sostiene? Servono automatismi dilegge universale che sopperiscano alla contrattazione la’dove non arriva, dice Juncker. Per analogia – e anche perequivoco – la proposta del salario minimo ha richiamatol’attenzione sull’istituto del reddito minimo garantito, o dicittadinanza. Non e’ solo un’assonanza linguistica, ma unamisura fortemente correlata concettualmente alla prima ealtrettanto importante, che allarga la tutela dello Stato atutti i cittadini senza lavoro. Abbiamo bisogno di costruireuna nuova rete di protezione universalistica non solo legataalla novecentesca contrapposizione tra impresa e lavoro -prosegue Pittella -. La precarizzazione, la disoccupazione,il lavoro nero hanno reso la protezione sociale affidata allasola contrattazione un secchio bucato”.

per/vlm