Elezioni: sintonia tra Monti e liberal Pd, prove disgelo con Bersani

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(askanews) – Orvieto, 12 gen – Mario Monti ha scelto di presentarsi con atteggiamento conciliante al convegno dell’associazione Liberta’ Eguale sul tema ”Riformismo vs populismo”. L’appuntamento era organizzato da tempo, prima che fossero indette le elezioni anticipate. Se Pier Luigi Bersani ha deciso di declinare l’invito che aveva accettato in un primo momento, forse per non inasprire le polemiche con Monti, quest’ultimo ha deciso di confermare il confronto con quella – la componente liberalsocialista di Enrico Morando, Stefano Ceccanti e tanti altri – che e’ di fatto la sponda politica montiana nel Pd. E lo ha fatto cercando di mandare messaggi unitari a Bersani. Il premier dimissionario, per sottolineare la sua volonta’ di confronto senza favorire strappi, ha compiuto anche il gesto di non intervenire in apertura di seminario, come preannunciato dagli organizzatori, ma di ascoltare la relazione di Antonio Funiciello, direttore di Liberta’ Eguale, e di fare alcune osservazioni di merito sulle difficolta’ che incontra il progetto di maggiore unita’ politica dell’Europa. I suoi riferimenti all’attualita’, oltre l’invito a superare vecchi paradigmi politici, a iniziare da quelli tout court di destra e sinistra (”A chi dice ‘bisogna che la politica europea somigli di piu’ a quella nazionale’, io rispondo: Dio ce ne scampi!”), sono stati minimi. Uno si e’ avuto quando Monti si e’ scusato perche’ il suo intervento non avrebbe preso la forma a tutto tondo di una relazione, aggiungendo che forse presto si dovra’ ”riattrezzare” a riprendere dimestichezza con quanto sanno fare i professori (ci dice che non e’ escluso che torni alla Bocconi? si sono subito chiesti i cronisti, mentre il dubbio si insinuava pure in platea). Un altro episodio e’ stato un simpatico sorriso con conseguente battuta, quando Ceccanti gli ha sussurrato che Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, su cui altre volte ha polemizzato Monti e sul quale con una citazione del nome forse stava preparandosi a una nuova punzecchiatura, non era parlamentare. ”Ah, Fassina non e’ onorevole… I laureati della Bocconi esercitano tanta influenza anche nei luoghi dove non siedono”. Per il resto, Monti ha tenuto una lezione – molto apprezzata dal convegno – sulle questioni sulle quali va rilanciato il progetto europeo, invitando al dialogo e al lavoro comune anche dopo le elezioni. Invece di acuire le contraddizioni esistenti tra la componente liberalsocialista del Pd (a maggioranza filomontiana, gia’ al lavoro perche’ il giorno dopo delle elezioni ci sia una governo Monti-Bersani o Bersani-Monti) e il resto del partito, ha dato solo segnali unitari. Nella sua interessante relazione, Funiciello aveva provato a porsi in sintonia con Monti sostenendo che proprio la difficolta’ a collocare a destra o a sinistra i fenomeni del populismo italiano (Pdl, Idv, la sinistra che non vuole le riforme, Lega Nord) ed europeo indichino la mobilita’ del fenomeno e l’esigenza di rinnovare le antiche categorie. ”Il populismo si nutre delle imperfezioni della democrazia”, ha avvertito Funiciello, rivalutando a chiusura di relazione, con la citazione di un giovanissimo Giacomo Matteotti, il filone di pensiero del socialismo riformista che ha poi incrociato quello del liberalismo. La componente politica che si e’ riunita a Orvieto, nata nel 1999 nei Ds e a cui si poteva associare in passato anche Giorgio Napolitano, prima che diventasse Capo dello Stato assieme ai piu’ sensibili alle vicende del socialismo europeo e dell’Internazionale socialista, e’ ora diventata qualcosa di diverso dalle origini. Ci sono molti veltroniani come Stefano Ceccanti e Salvatore Vassallo (esclusi entrambi dalle liste del Pd), soci fondatori come Enrico Morando (non ha riproposto la sua candidatura al Senato), Claudio Petruccioli, Claudia Mancina, Umberto Ranieri, Michele Salvati. A proposito di Ranieri, quest’ultimo ha scritto nei giorni scorsi su ”l’Unita”’: ”Monti si e’ venuto convincendo che la vicenda politica evolveva una direzione che avrebbe compromesso gli sforzi, il lavoro e i risultati del suo governo. A destra tornava Berlusconi, con la sua disperata aggressivita’. A sinistra si delineava un’intesa del Pd con una frazione della sinistra radicale”. Oggi gli ha risposto sempre su ”l’Unita”’, Emanuele Macaluso, anche lui a Orvieto: ”Non mi sfugge un fatto politico di prima grandezza che spiega la scelta di Monti: il Ppe vuole disinquinare la sua area dal berlusconismo e il Professore e’ il riferimento di questa operazione”. Dibattito aperto, quindi, sulla giustezza o meno della scelta di Monti di salire in politica. Questo confronto fa parte dell’intenzione di Liberta’ Eguale di ridefinire la propria identita’. Se nel Pd questa componente e’ stata nell’immediato depotenziata dal ridimensionamento delle sue presenze in Parlamento (anche Erminio Quartiani, per dodici anni alla Camera, non ce l’ha fatta nelle primarie), la decisione non e’ quella di abbandonare il campo del partito spostandosi al centro con la lista Scelta civica di Monti. Semmai e’ quella, in previsione di una vittoria elettorale del centrosinistra, di collante tra il Pd e i moderati montiani puntando all’obiettivo che Bersani e Monti possano convivere nello stesso esecutivo. Con quali ruoli, si vociferava qui a Orvieto, si dovra’ poi vedere. Molto dipendera’ ovviamente dai numeri del dopo elezioni. gar/vlm