Scholz: “In Cina da europeo. Se Pechino cambia, anche noi cambiamo”

Cancelliere spiega in cinque punti la sua visita alla Frankfurter Allgemeine Zeitung

NOV 3, 2022 -

Roma, 3 nov. (askanews) – “La Cina è e rimarrà un partner importante. Ma se la Cina cambia, anche il modo in cui trattiamo il Paese deve cambiare. Servono senso delle proporzioni e pragmatismo”, dice il cancelliere tedesco Olaf Scholz in un lungo intervento pubblicato sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung in cui spiega i temi e le ragioni della sua visita in Cina che inizia domani e a cui si appresta come “europeo”. “Sono passati tre anni dall’ultima volta che il mio predecessore ha visitato la Cina. Tre anni in cui le sfide e i rischi sono aumentati: qui in Europa, nell’Asia orientale e, naturalmente, anche nelle relazioni tedesco-cinesi. Tre anni in cui il mondo è cambiato profondamente. Da un lato a causa della pandemia di coronavirus, dall’altro a causa della guerra della Russia contro l’Ucraina con le sue gravi conseguenze per l’ordine internazionale, per l’approvvigionamento energetico e alimentare, per l’economia e i prezzi in tutto il mondo”, ha scritto Scholz sottolinendo che in questo periodo, quindi, un dialogo “diretto è ancora più importante”. “Quando vado a Pechino come cancelliere tedesco, lo faccio contemporaneamente anche da europeo”, ha aggiunto parlando di “cinque pensieri mi accompagnano in questo viaggio”, tra cui la necessità di eliminare le le dipendenze unilaterali su materie prime, terre rare o specifiche tecnologie future. Scholz poi sottolinea che “i risultati del congresso del Partito Comunista Cinese, recentemente conclusosi, parlano chiaro: la professione del marxismo-leninismo sta occupando molto più spazio rispetto alle precedenti risoluzioni”. Scholz incontrerà Xi Jinping e non escluderà “questioni difficili” come “le libertà civili e politiche e i diritti delle minoranze etniche, ad esempio nella provincia dello Xinjiang”. Su Taiwan, Scholz ribadisce che la Germania aderisce al principio dell'”Unica Cina”: “La situazione tesa attorno a Taiwan suscita preoccupazioni”, si legge nell’intervento. “Così come gli Stati uniti e molti altri Paesi, noi aderiamo alla politica dell’Unica Cina. Ma con questo s’intende che ogni cambiamento nello status quo deve aver luogo pacificamente e sulla base di un reciproco consenso. La nostra politica punta a mantenere l’ordine basato sulle regole, sulla risoluzione pacifica dei conflitti, sulla protezione dei diritti umani e delle minoranze e sul commercio globale libero e giusto”.