50 anni da ripresa relazioni Cina-Giappone, tiepide celebrazioni

Messaggi di Xi e Kishida, ma rapporti Tokyo-Pechino sono tesi

SET 29, 2022 -

Roma, 29 set. (askanews) – Sono state celebrazioni decisamente sottotono quelle del cinquantenario della ripresa delle relazioni diplomatiche tra Cina e Giappone, la seconda e la terza economia del mondo, legati da grandi convergenze culturali e storica, ma anche divisi da una forte rivalità. Le tensioni globali – posizioni diverse sulla guerra in Ucraina, l’appartenenza a campi diversi – e quelle regionali, con la crescente assertività cinese e le dispute territoriali, hanno tolto fiato ai rapporti, tanto che l’ultimo colloquio tra i due leadr – il presidente cinese Xi Jinping e il primo ministro giapponese Fumio Kishida – è stata una telefonata a ottobre 2021. Sono tre anni che non c’è un summit faccia-a-faccia, anche a causa della pandemia ma non solo. I due leader si sono scambiati messaggi in occasione del cinquantenario, che sono stati letti oggi presso una commemorazione che si è tenuta presso la confindustria giapponese, la Keidanren. Kishida ha detto che il Giappone vuole con la Cina relazioni “costruttive e stabili”, Xi ha affermato che le relazioni sino-giapponesi devono entrare in una “nuova era”. Parole, insomma, di prammatica, senza particolari spunti di novità. Il fatto che lo stesso Kishida non sia stato presente alla commemorazione alla Keidanren, delegando la rappresentanza al mimistro degli Esteri Yoshimasa Hayashi, dimostra come questa commemorazione sia offuscata dal momento storico. Presso la Keidanren hanno preso parte all’evento 850 invitati, tra i quali l’ex primo ministro nippponico Yasuo Fukuda e l’ambasciatore cinese in Giappone Kong Xuanyou. La cerimonia di Tokyo ha avuto un corrispttivo a Pechino presso la guesthouse Diaoyutai, alla presenza di alti esponenti di Pechino e dell’ambasciatore nipponico in Cina Hideo Tarumi. Al di là delle dispute territoriali (in particolare quella sualle isole Senkaku/Diaoyu) e di quelle politiche, Giappone e Cina hanno intessuto in 50 anni di relazioni diplomatiche un volume di affari e un flusso di personale sulle due sponde del mare imponente. Nel 2020 la Cina ha esportato verso il Giappone oltre 150 miliardi di dollari in merci, mentre il Giappone si è fermato a 133 miliardi di dollari, secondo l’Osservatorio sulla complessità economica. Tokyo tuttavia guarda con una certa preoccupazione all’andamento della politica cinese. L’era di Xi, iniziata nel 2012, ha visto un trend negativo nelle relazioni bilaterali e il XX Congresso del Partito comunista cinese, che inizierà il 16 ottobre, è destinato ad affidare al presidente un inedito terzo mandato che, come minimo, porterà a una continuità per altri cinque anni a questo andamento. Kishida ha espresso il desiderio di incontrare presto Xi e la diplomazia nipponica è impegnata a cercare di costruire le condizioni per il vertice a margine di uno dei summit previsti a novembre, in particolare il G20 di Bali. Le relazioni diplomatiche sino-giapponesi ripresero il 29 settembre 1972 con la firma di un comunicato congiunto da parte dell’alora primo ministro nipponico Kakuei Tanaka e premier cinese Zhou Enlai, sull’onda del disgelo tra gli Stati uniti e Pechino suggellata dalla visita del presidente americano Richard Nixon a febbraio di quell’anno e il dialogo di questi con il fondatore della RPC Mao Zedong. Contestualmente alla riapertura delle relazioni diplomatiche con Pechino, il Giappone tagliò quelle con Taiwan, con cui pure ha mantenuto intense relazioni informali. La questione taiwanese è ancora oggi uno dei punti caldi di contrasto nelle relazioni bilaterali e regionali.