Cina, Xi: no a ingerenze straniere sul Kazakistan

Nur-Sultan importante nelle strategie centro-asiatiche di Pechino

SET 14, 2022 -

Cina-Kazakistan Roma, 14 set. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha espresso “forte sostegno” all'”indipendenza, sovranità e integrità territoriale” del Kazakistan rispetto alle “ingerenze di qualsiasi forza negli affari interni del paese” dell’Asia centrale. Lo riferisce un resoconto del suo incontro con il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev, pubblicato sul sito della presidenza di Nur-Sultan. E’ il primo viaggio all’estero di Xi dall’inizio della pandemia Covid-19 e simbolicamente ha come meta proprio il paese dal quale nel 2013 ha avviato l’Iniziativa Belt and Road per una nuova “via della seta” euro-asiatica. Domani il presidente cinese si sposterà a Samarcanda, in Uzbekistan, dove prenderà parte al summit dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai e, a margine, avrà una serie d’incontri tra i quali uno molto atteso col presidente russo Vladimir Putin. “Qualsiasi siano i cambiamenti nella situazione internazionale, noi continueremo a dare il nostro forte sostegno al Kazakistan nel proteggere la sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale”, ha affermato Xi. “Inoltre – ha continuato – daremo il nostro fermo sostegno alle riforme che state conducendo per assicurare stabilità e sviluppo, e ci opporremo fortemente alle interferenze di qualsiasi forza negli affari interni del vostro paese. La Cina è stata e rimane un amico degno di fiducia e affidabile del Kazakistan”. Il messaggio di Xi appare particolarmente forte, nell’ottica della competizione sotterranea per un ruolo chiave nell’Asia centrale, un’area che tradizionalmente è legata alla Russia. Il Kazakistan ha rapporti importanti con la Cina, essendo paese di transito del gas che arriva dal Turkmenistan, oltre che un paese di peso nella strategica regione dell’Asia centrale che è fondamentale nelle strategie geopolitiche della Cina. Nel 2021 il commercio bilaterale sino-kazako ha raggiunto i 25 miliardi di dollari. Inoltre Pechino ha anche una quota importante di investimenti nell’economia kazaka, a partire dai settori del petrolio e gas, oltre che nelle energie rinnovabili e nell’automotive. Il Kazakistan, dal canto suo, vive una situazione piuttosto precaria. Se da un lato è tradizionalmente vicina alla Russia, la sua politica internazionale da sempre s’impone di essere neutrale. Così, con l’invasione russa dell’Ucraina, ha rifiutato di riconoscere le repubbliche autoproclamate di Lugansk e Donetsk e ha aderito alle sanzioni occidentali nei confronti di Mosca. Questo nonostante il regime kazako, a gennaio scorso, abbia goduto dell’appoggio militare russo nel reprimere le rivolte scopiate in quel frangente. Inoltre, con il rallentamento dell’economia russa, il Kazakistan sta cercando una via per compensare la situazione e alllentare la sua eccessiva dipendenza da Mosca, bussando alla alla porta del partner più a portata di mano: la Cina. In particolare, a Nur-Sultan interessa trovare un altro sbocco per il suo petrolio su un mercato internazionale, in un momento in cui l’oleodotto che porta il greggio kazako in Russia è fermo per “riparazioni”. Un’ipotesi è quella di aprire una nuova rotta attraverso il mar Caspio che porti direttamente alla Cina. E in questo senso si rientrerebbe in pieno negli obiettivi Belt and Road.