Cervelli in fuga possono tornare in Italia? Parlano i ricercatori

Un forum organizzato da La Voce di New York

NOV 26, 2021 -

Italiani nel mondo Roma, 25 nov. (askanews) – I cervelli in fuga possono tornare in Italia? A questa domanda hanno risposto 15 ricercatori dagli Usa in un forum organizzato da La Voce di New York e dall’American-Italian Cancer Foundation Il tetto delle 500 borse di studio è ampiamente stato superato. Oltre 500 laureati – per l’esattezza 520 – in medicina, chimica, biologia, scienze veterinarie hanno avuto la possibilità di fare ricerca nei laboratori delle più prestigiose università degli Stati Uniti grazie all’American Italian Cancer Foundation (AICF). Era il 1993, quando la fondazione mosse i primi passi ad opera dell’oncologo Umberto Veronesi e di Alessandro di Montezemolo e in meno di 30 anni ha dato la possibilità a 520 laureati in possesso del dottorato di fare una esperienza di ricerca negli Usa. Grazie all’impulso de La Voce di New York, giovedì 18 novembre, con titolo “I cervelli in fuga possono tornare in Italia?”, è stato organizzato un webinar cui hanno partecipato 13 titolari della borsa di studio per l’anno 2021-2022, la direttrice esecutiva della Fondazione Cristina Aibino e due membri della commissione che ogni anno sceglie chi è meritevole di fare una esperienza di ricerca negli Usa: la professoressa Silvia Formenti, presidente del dipartimento di Radioterapia oncologica del Weill Corner e direttore associato del Meyer Cancer Center del Presbiterian Hospital di New York, e il professor Virgilio Sacchini, ordinario di chirurgia al Weill Medical College della Cornell University e dal 2016 ordinario di chirurgia presso l’Università Statale di Milano. Il forum de La Voce di New York, coordinato dai giornalisti Antonio Carlucci e Giampaolo Pioli, ha focalizzato tre temi: attraverso il racconto delle direttrice esecutiva della fondazione Cristina Aibino, è stato illustrato il ruolo della Aicf come motore della possibilità per laureati italiani che hanno già l’esperienza di un dottorato di ricerca di ampliare le loro conoscenze con una ricerca nei laboratori delle università statunitensi. I professori Silvia Formenti e Virgilio Sacchini hanno illustrato il lavoro della commissione che riceve e seleziona le domande di borsa di studio. La scelta, hanno spiegato Formenti e Sacchini, avviene esclusivamente sulla base delle proposte di ricerca che i candidati presentano e guardando la loro precedente esperienza e risultati ottenuti prima con la laurea e poi con il dottorato di ricerca. Tredici post-doc titolari della borsa di studio dell’Aicf hanno quindi illustrato la loro esperienza: sia quella degli studi e delle ricerche che hanno consentito di essere accolti nei laboratori Usa a New York, Boston, San Francisco, Los Angeles, sia l’obiettivo e gli studi che stanno facendo attualmente. Tutti, indistintamente, hanno messo al centro dei loro interessi l’esperienza che stanno vivendo. Mentre, su quello che sarà il futuro e le scelte da fare hanno tutti ragionato sull’importanza del lavoro che stanno facendo e come i risultati che raggiungeranno saranno decisivi per le scelte da fare. Certo, all’orizzonte, resta comunque la domanda se tornare e come in Italia oppure se inseguire altre avventure di ricerca nel mondo. Dei tredici che hanno partecipato al forum, molti hanno espresso il desiderio di tornare soprattutto se per loro ci sarà la possibilità di fare ricerca e di essere valutati esclusivamente sulla base di quanto hanno fatto fino a quel giorno. Altri hanno immaginato un futuro nei laboratori di tutto il mondo, ovunque possano inseguire il loro sogno di giovani scienziati. Questo porre al centro del futuro il lavoro di oggi ha spinto la professoressa Formenti a dire che questa generazione di ricercatori italiani va catalogata più che con la definizione di cervelli in fuga, come la generazione dei cervelli senza frontiere.