L’Eliseo vuole onorare Napoleone “in modo equilibrato”

Domani Macron deporrà corona di fiori agli Invalides

MAG 4, 2021 -

Roma, 4 mag. (askanews) – “Il vagabondaggio commemorativo del mandato quinquennale di Emmanuel Macron passerà quindi per la capanna Napoleon”, scriveva giorni fa con ironia Le Monde a proposito delle imminenti celebrazioni per il bicentenario della morte di Napoleone.

Il Presidente della Repubblica terrà un discorso mercoledì 5 maggio sotto la cupola dell’Institut de France in occasione del bicentenario della morte dell’Imperatore nel suo esilio a Sant’Elena il 5 maggio 1821. Gli studenti delle scuole parteciperanno alla cerimonia, che proseguirà con una corona di fiori deposta ai piedi della tomba di Napoleone agli Invalides.

“I francesi vivono ancora in una serie di luoghi della memoria ereditati dal Consolato e dall’Impero: il codice civile, il codice penale, la figura del prefetto, il sindaco, il diploma di maturità, le grandes écoles …”, sostiene un fonte vicina al capo dello Stato per giustificare il tributo in vista di una ricorrenza che ha aperto un forte dibattito sull’opportunità o meno di celebrare la figura gloriosa e allo stesso tempo controversa di Napoleone Bonaparte.

Questa ambivalenza a volte ha portato i predecessori di Emmanuel Macron a aggirare l’ostacolo napoleonico. Nel 2005 Jacques Chirac ha usato il pretesto di un vertice Francia-Africa per disertare le celebrazioni per il bicentenario della battaglia di Austerlitz, attirando critiche da parte del suo campo, che lo vedeva come un “boicottaggio”. Nemmeno Valéry Giscard d´Estaing, François Mitterrand o François Hollande si sono particolarmente distinti nelle celebrazioni dell’imperatore e anche Nicolas Sarkozy non seguì ai suoi tempi l’idea proposta dal suo consigliere, Patrick Buisson, di compiere un pellegrinaggio sulle orme dell’Imperatore.

In realtà, solo Georges Pompidou ha reso un vibrante omaggio al “destino prodigioso” del personaggio recandosi ad Ajaccio il 15 agosto 1969, per celebrare il bicentenario della nascita. Pompidou elogiò poi il ruolo di unificatore della nazione francese di Bonaparte dopo la Rivoluzione, pur riconoscendo che Napoleone cedette “al suo temperamento preoccupandosi più di assicurare la propria autorità che non di proteggere le libertà politiche”.

La posizione di Emmanuel Macron sembra più sfumata di quella dei suoi predecessori. Nel 2019 il Presidente della Repubblica ha rimproverato il suo “consigliere della memoria”, Bruno Roger-Petit, per non aver organizzato nulla per i 250 anni dalla nascita dell’Imperatore. Il capo dello stato intende ora garantire la sua seduta riparatrice ristabilendo l’uomo come anello di congiunzione nell’epopea repubblicana. “Guardiamo Napoleone in faccia; la Repubblica mette in luce il meglio dell’Imperatore e prende le distanze dal peggio dell’Impero”, sostiene un collaboratore di Macron. “Non siamo né nella negazione né nel pentimento. Non dobbiamo leggere in modo anacronistico o falsificare il nostro passato, o fargli sopportare il peso dei nostri dibattiti contemporanei”. Un modo per affermare che l’episodio del ristabilimento della schiavitù va letto nel contesto del tempo.