IIC Lione: il 15-4 un webinar sullo spreco alimentare con Segrè

In occasione della Giornata della Ricerca italiana

APR 13, 2021 -

Roma, 13 apr. (askanews) – Un focus sullo spreco alimentare, attraverso il confronto fra la normativa francese e quella italiana, è l’evento di punta promosso nella Giornata della Ricerca italiana, giovedì 15 aprile prossimo, dall’Istituto Italiano di Cultura a Lione, in sinergia con il Consolato Generale d’Italia e con la partnership della campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero. “Francia/Italia, food waste in tempo di pandemia” sarà il filo rosso dell’intervista all’agroeconomista e accademico Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market e direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher International, a cura del giornalista Claudio Rosmino di Euronews, autore e conduttore del programma “Farm to fork” che ruota intorno ai temi dello spreco alimentare e della sua prevenzione.

Obiettivo della conversazione sarà anche il lancio della proposta di “Recovery Food”, che Andrea Segrè ha elaborato con il team della campagna Spreco Zero e dell’Università di Bologna – Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari, per promuovere una capillare svolta culturale in tema di educazione alimentare e prevenzione degli sprechi. Appuntamento per tutti online, il 15 aprile dalle 17, sulla pagina facebook dell’Istituto Italiano di Cultura di Lione Institut Culturel Italien de Lyon (facebook.com) oppure su piattaforma zoom, chiedendo il link di accesso attraverso il form dedicato: IV Journée de la Recherche Italienne dans le Monde – Rencontre avec Andrea Segrè (esteri.it).

Il patto degli italiani col cibo è probabilmente una delle conquiste più significative del lockdown della primavera 2020 e dei lunghi mesi invernali di distanziamento: Il cibo come scelta più consapevole per la propria salute e il benessere, lo ha confermato il report 2021 di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, su rilevazione Ipsos. L’Italia del covid ha ridotto sensibilmente lo spreco alimentare, portandolo nel corso del 2020 a “soli” 27 kg di cibo a testa (529 grammi a settimana), quindi l’11,78% in meno (3,6 kg) rispetto al 2019.

Questo ha significato oltre 222.000 tonnellate di cibo “salvato” dallo spreco in Italia (per la precisione, 222.125 tonnellate) e un risparmio di 6 Ç pro capite, ovvero 376 milioni Ç a livello nazionale, in un anno intero.

“Dalle loro case e dalle loro cucine, reduci dai mesi di lockdown e distanziamento, gli italiani hanno lanciato un’OPA sul loro futuro”, osserva Andrea Segrè “significativa è infatti questa tendenza a una netta diminuzione dello spreco alimentare domestico, che a livello nazionale e globale gioca la parte del leone con un’incidenza anche del 60/70% sullo spreco di filiera. Colpisce poi, sempre nel report dell’Osservatorio Waste Watcher, l’attenzione degli italiani al tema spreco: l’85%, quindi una percentuale quasi plebiscitaria, ha chiesto di rendere obbligatorie per legge le donazioni di cibo ritirato dalla vendita da parte di supermercati e aziende ad associazioni che si occupano di persone bisognose, in seguito all’aumento della povertà generato dalla pandemia covid 19”.

Proprio l’aspetto della donazione obbligatoria è alla base della legge adottata nel 2016 in Francia in tema di spreco alimentare: la normativa vieta infatti ai supermercati di distruggere i prodotti alimentari invenduti e li obbliga a donarli. In Francia lo spreco a livello di consumatore incide per il 33% circa nella filiera generale, i dati segnano poi un 14% a livello di vendita al dettaglio mentre è nelle fasi di produzione e processo che si annida la rimanente percentuale di spreco e perdite alimentari.

La differenza fra perdite e sprechi alimentare, e il conseguente impatto economico, ambientale e sociale, sarà il punto di partenza della conversazione fra Andrea Segrè e Claudio Rosmino, che metterà a confronto la legge Garot (Francia) e la legge Gadda (Italia), in rapporto agli Obiettivi dell’Agenda ONU per lo sviluppo sostenibile. A 14 mesi dalla diffusione della pandemia covid-19 il tema spreco si carica di significati ancora più drammatici, legati all’aumento delle nuove povertà e al crescente “food divide” nelle nostre società.

“La proposta di Recovery Food – afferma Andrea Segrè – permette di raccordare gli elementi più utili della legge francese (obbligo di recupero a fini caritativi) e della legge italiana (incentivo e semplificazione del recupero), istituendo la figura del Food Policy Manager a livello metropolitano, per facilitare la gestione del cibo valorizzando tutti gli attori della filiera, promuovendo sia il recupero che l’educazione alimentare e quindi la svolta culturale necessaria per prevenire gli sprechi anche nelle case, nei ristoranti, nelle mense aziendali e scolastiche”.