Sui vaccini è una corsa contro il tempo (Von der Leyen)

Preoccupazione per varianti virus, non si sta facendo abbastanza

GEN 20, 2021 -

Roma, 20 gen. (askanews) – La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha sottolineato oggi, in un intervento alla plenaria del Parlamento europeo, che la vaccinazione della popolazione contro il Covid-19 è “una corsa contro il tempo”, in cui gli Stati membri dell’Ue dovranno “restare uniti” se vogliono avere successo. Ma, ha osservato, non è solo questione di accelerare enormemente lo sviluppo, l’approvazione e poi la distribuzione dei vaccini, come è stato fatto e si sta facendo: preoccupano molto le nuove varianti del virus, che devono essere individuate e tracciate tempestivamente attraverso il sequenziamento del genoma, per evitare il rischio di compromettere lo sforzo vaccinale. Di queste questioni discuteranno domani in videoconferenza i capi di Stato o di governo dell’Ue.

“Abbiamo compiuto – ha ricordato von der Leyen – progressi a una velocità senza precedenti. Il lavoro sullo sviluppo di vaccini che normalmente richiederebbero 10 anni, è stato completato in 10 mesi. Naturalmente, i paesi di tutto il mondo hanno incontrato difficoltà lungo la strada, sia in termini di produzione, che di distribuzione o logistica. Ma supereremo questi problemi. E lo faremo in fretta. Ma ci riusciremo – ha insistito – solo se saremo uniti”.

“Dobbiamo accelerare – ha continuato la presidente della Commissione – i nostri sforzi di vaccinazione. La velocità con cui i paesi europei vaccinano la loro gente continua a variare troppo. Dobbiamo sostenere le aziende coinvolte e aumentare la capacità produttiva”.

“E dobbiamo stare al passo – ha avvertito von der Leyen – con la diffusione di nuove varianti. La diffusione di queste varianti è motivo di grave preoccupazione. Questa è, in effetti, una corsa contro il tempo. L’Ue ha urgente bisogno di accelerare il sequenziamento del genoma”.

“Attualmente – ha rilevato -, solo uno Stato membro sta analizzando più dell’1% dei test positivi” per sequenziare il genoma del virus per individuare le nuove varianti, e molti altri paesi Ue “non hanno nemmeno iniziato a farlo”.

“Dovremmo mirare – ha indicato von der Leyen – a che ogni Stato membro aumenti il sequenziamento in modo che sia effettuato su una quota fra il 5% e il 10% dei test positivi. Lo so, non tutti i paesi hanno la capacità di farlo. Ma la nostra agenzia, l’Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ndr), ce l’ha, e ogni Stato membro ha accesso a questa capacità, ma finora – ha notato la presidente della Commissione – solo due paesi l’hanno utilizzata”.

Von der Leyen, infine, ha ricordato la necessità di salvaguardare il mercato unico. “Il messaggio è chiaro: la chiusura totale delle frontiere in questa situazione non ha senso. Danneggia il funzionamento del nostro mercato unico, e non è efficace quanto le misure mirate. Questo è il motivo per cui abbiamo bisogno di un approccio comune per i test, il tracciamento, i viaggi e le frontiere. E la Commissione- ha concluso – ha messo tutte le proposte sul tavolo per garantire che possiamo farlo”.

Loc/Pie