Hong Kong, condanna Wong e altri: per Pechino un segnale ai giovani

Incriminzione per anche per l'editore dell'Apple Daily

DIC 2, 2020 -

Roma, 2 dic. (askanews) – Le condanne comminate oggi a tre dei leader dell’opposizione democratica a Hong Kong rappresentano un segnale preciso ai “giovani” della città, alcuni dei quali sono “avvelenati” dalla cattiva influenza dei rivoltosi. Questo dice l’incipit di un articolo del Global Times, una delle testate del Partito comunista cinese, interprete della linea dura, dopo che Joshua Wong, Agnes Chow e Ivan Lam sono stati condannati a pene detentive che vanno dai 13 mesi e mezzo di Wong ai sette mesi di Lam.

Nell’ex colonia britannica, tra le proteste internazionali, è sostanzialmente in corso un giro di vite contro chi si oppone alla montante presa della madrepatria sulla città semi-autonoma. Wong è stato condannato per una protesta di giugno 2019, quando i manifestanti assediarono il quartier generale della polizia di Hong Kong. Le proteste erano contro la legge sull’estradizione verso la Cina e il crescente potere cinese sulla città. In seguito, una nuova legge sulla sicurezza nazionale è stata imposta da Pechino su Hong Kong.

“La sentenza comminata oggi ai tre secessionisti di alto profilo di Hong Kong, a partire da Joshua Wong e Agnes Chow, è stata definita dagli osservatori come un ‘campanello d’allarme per i giovinastri della città, alcuni dei quali sono stati avvelenati dalla cattiva influenza dei rivoltosi”, ha scritto il Global Times. “Questi rivoltosi, specialmnete Joshua Wong, hanno chiamato la gente a scendere per strada e incitare il secessionismo a lungo, senza essere puniti. Ora la punizione legale imposta a loro sarà un monito ai giovinastri che vogliono seguire i loro passi”, ha commentato Tang Fei, membro dell’Associazione cinese per gli studi su Hong Kong e Macao, alla testata.

Wong, ex leader del movimento Demosisto, si era dichiarato colpevole di aver incitato e organizzato una manifestazione non autorizzata. Dopo la sentenza, sul suo account lo staff che lo gestisce mentre lui è in detenzione, ha scritto citandolo: “Non è la fine dell alotta. Davanti a noi c’è un’altra sfida. Noi ci uniamo ora alla lotta in prigione, con tanti altri dimostranti coraggiosi, meno visibili ma comunque essenziali alla lotta per la democrazia e la libertà a Hong Kong”. Agnes Chow, 26 anni, è scoppiata invece in lacrime alla lettura della sentenza.

Il ministro degli Esteri britannico Dominic Raab ha condannato la sentenza in un duro comunicato. “Nel momento in cui tre attivisti di Hong Kong iniziano a scontare la loro pena detentiva, io invito le autorità di Hong Kong e di Pechino a interromper ela loro campagna per schiacciare l’opposizione. (…) Le decisioni della giustizia dovrebbero essere giuste e imparziali. I diritti e le libertà a Hong Kong devono essere mantenuti”.

Ma il messaggio all’opposizione di Hong Kong è chiaro. E a rafforzarlo è venuta anche l’incriminazione di Jimmy Lai, il patron della Next Digital che pubblica l’Apple Daily, e di due manager della sua società. Lai era stato arrestato in un primo momento ad agosto scorso, ora sarà di nuovo arrestato per apparire domani davanti al giudice. Nei suoi confronti è stata presentata un’accusa per truffa, anche in complicità con forze straniere.