Coronavirus, forse oggi l’ultimo vertice Ue faccia a faccia

Con seconda ondata sempre più probabile ritorno a videoconferenze

OTT 16, 2020 -

Bruxelles , 16 ott. (askanews) – Il Consiglio europeo svoltosi ieri e oggi a Bruxelles sarà ricordato forse soprattutto come l’ultimo vertice faccia a faccia  prima di un nuovo lockdown, che comporterà un ritorno alle riunioni virtuali, le videoconferenze fra i capi di Stato e di governo che erano state la regola da marzo a giugno.

La progressione della pandemia di Covid-19 in Europa non permette più, ormai, di farsi illusioni sulla possibilità di evitare una seconda ondata, e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha ammesso, durante la sua videoconferenza stampa finale oggi, che sulle riunioni future “si deciderà caso per caso”, tenendo conto delle circostanze, ma ha anche sottolineato certe discussioni strategiche, come quella sulla Turchia al vertice dei inizio ottobre, e come quella di ieri sulla Brexit, sono possibili solo quando i leader sono fisicamente presenti e possono confrontarsi fra loro seduti allo stesso tavolo.

Ben quattro membri del Consiglio europeo non hanno potuto partecipare alla riunione o hanno dovuto lasciarla quando era in corso, dopo aver ricevuto la notifica di essere stati in contatto con una persona positiva al test del Covid-19: il premier polacco Mateusz Morawiecki e l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza comune Josep Borrell erano già in auto isolamento, e dunque assenti, quando il Consiglio europeo è cominciato ieri pomeriggio. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha dovuto lasciare la riunione precipitosamente poco dopo il suo inizio, e la stessa cosa è capitata stamattina, poco dopo le 11, alla premier finlandese Sanna Marin.

E proprio stasera il nuovo premier belga Alexander De Croo, poche ore dopo aver lasciato il vertice Ue, ha annunciato l’adozione di nuove misure durissime per cercare di arginare la pandemia in tutto il Belgio, e quindi anche nella “capitale europea” Bruxelles, che vanno dalla chiusura per un mese di tutti i bar e ristoranti, al telelavoro obbligatorio ogni volta che è possibile, e addirittura, come in Francia, a un vero e proprio coprifuoco da mezzanotte alle cinque del mattino.