Sudcoreano ucciso, Seoul chiede a Pyongyang inchiesta congiunta

La vicenda però presenta diversi elementi oscuri

SET 28, 2020 -

Roma, 28 set. (askanews) – La Corea del Sud ha chiesto oggi al Nord un’inchiesta congiunta sulla drammatica e bizzarra vicenda dell’uccisione da parte di marinai nordcoreani di un funzionario del Sud che si trovava in mare al di sopra della linea non riconosciuta che divide gli spazi marittimi delle due metà della Penisola coreana.

La vicenda, che mantiene ancora elementi oscuri, è diventata un problema non solo per i rapporti tra le due Coree, ma anche per il presidente sudcoreano Moon Jae-in, che si trova attaccato in patria per non aver reagito in maniera dura all’uccisione dell’uomo.

“Che piaccia o no, non si può proteggere la pace attraverso la comunicazione. Per prevenire che questo incidenti si trasformi in un serio contrasto, deve essere condotta il prima possibile un’indagine”, ha detto alla radio sudcoreana il primo ministro Chung Sye-kun.

La vicenda è effettivamente strana. Martedì marinai del Nord hanno aperto il fuoco, uccidendo un funzionario sudcoreano 47enne che lavorava per il ministero degli Oceani e della Pesca e che era scomparso da una nave di 499 tonnellate lunedì pomeriggio, mentre effettuava un’ispezione a bordo dell’imbarcazione nei dintorni dell’isola di Yeonpyeong. Si tratta di un’isola che si trova al limite del confine marittimo non riconosciuto e conteso tra le due Coree.

Secondo lo Stato maggiore della difesa sudcoreeano, pare che il funzionario si sia buttato tra le onde dalla nave, probabilmente in un tentativo di fuggire verso la Corea del Nord. Sull’imbarcazione sono state ritrovate le sue scarpe. L’uccisione sarebbe avvenuta a circa 38 km dalla posizione della nave da cui era saltato giù, secondo lo stato maggiore sudcoreano.

Ci sono insomma diversi elementi strani nella vicenda. Il leader nordcoreano Kim Jong Un, a fronte della richiesta di scuse arrivata dal Sud, ha inviato un messaggio a Moon in cui ha espresso il rincrescimento per quanto accaduto, con una formulazione ambigua, che è stata letta internazionalmente come una dichiarazione di scuse, ma che in realtà non addossa la responsabilità di quanto accaduto ai militari di Pyongyang.

Oggi Moon, per la prima volta, ha parlato esplicitamente dell’episodio, porgendo le sue condoglianze alla famiglia della vittima, “al di là di come sia finita nelle acque nordcoreane”.

Il presidente sudcoreano, inoltre, ha voluto valorizzare la presa di posizione di rincrescimento rapida e diretta di Kim, definendola “senza precedenti, molto inusuale” e ha auspicato che le due parti siano “in grado di ravvivare il dialogo e diaprire le vie d’acqua alla cooperazione, a partire dalla soluzione congiunta di questo caso”.

Ma all’interno la posizione soft del presidente progressista ha dato adito all’opposizione conservatrice di attaccarlo. Il Partito popolare del popolo, principale formazione anti-Moon, ha oggi attaccato. “Il presidente Moon ha detto diverse volte che la responsabilità nel salvaguardare le vite dei cittadini è del presidente stesso. Ma rispetto all’ultimo incidente, è rimasto in silenzio”, ha accusato il leader del partito d’opposizione Kim Chong-il. “Si muova – ha continuato – e chiarisca la sua posizione”.