Spagna, governo approva legge su crimini della dittatura

Permetterà indagini su violazioni diritti umani durante franchismo

SET 16, 2020 -

Roma, 16 set. (askanews) – Il governo del premier spagnolo Pedro Sanchez ha approvato il progetto della nuova Legge sulla Memoria democratica, che dovrebbe entrare in vigore nel primo semestre del 2021 e permetterà per la prima volta da quarant’anni di indagare sui crimini della guerra civile e della dittatura franchista.

Si tratta di un passo avanti rispetto alla legge sulla Memoria storica del 2007, ma che rischia essenzialmente di scontrarsi con gli stessi ostacoli che hanno di fatto paralizzato la piena applicazione del provvedimento, come la vigente legge di amnistia e i termini di prescrizione applicati malgrado la tipologia dei crimini.

La nuova legge infatti parla esplicitamente di “violazione dei diritti umani”, reati quindi non prescrivibili – salvo interpretazioni di giudici fin qui restii ad affrontare l’argomento e che anzi hanno spesso cercato di insabbiare qualsiasi inchiesta avviata in patria o all’estero (come nel caso della cosidetta “causa argentina”: una circolare del Ministero della Giustizia spiegava addirittura come aggirare gli argomenti dell’accusa).

A tale scopo il nuovo provvedimento prevede la craezione di una Procura ad hoc (battezzata “della memoria democratica e dei diritti umani”) che garantisca – quanto meno l’apertura dei fascicoli e l’avvio delle indagini, anche se al momento appare improbabile che si arrivi mai a delle condanne penali.

L’ostacolo maggiore rimane proprio la legge di Amnistia votata nel 1977, parte del “pacchetto oblio” previsto dalla Transizione e approvata poco dopo l’adesione spagnola al patto internazionale dei Diritti umani e politici, di cui costituisce una flagrante violazione – come più volte fatto notare dall’Onu.

Data la prevedibile ostilità della destra, erede politica del franchismo, per l’approvazione saranno necessari i voti dei nazionalisti e indipendentisti catalani e baschi: non a caso la legge prevede l’annullamento di tutti i processi e le condanne politiche durante la dittatura, fra cui quello del presidente della Generalitat catalana Lluis Companys, fucilato nel 1940.