Wang Yi domani a Roma, prima tappa di un lungo tour europeo

Una scelta non casuale: tra Italia e Cina forti rapporti

AGO 24, 2020 -

Roma, 24 ago. (askanews) – L’Italia non è a caso la prima tappa di un viaggio in Europa con il quale il ministro degli Esteri cinese Wang Yi vuol provare a rafforzare i rapporti con i Paesi del Vecchio Continente inserendo con più forza il cuneo tra l’unilateralismo degli Stati uniti trumpiani e la sensibilità euroasiatica europea, in un momento in cui gli americani sembrano occupati a usare la questione Cina soprattutto sul tavolo delle elezioni presidenziali. Si tratta della prima volta che Wang viaggia all’estero dall’inizio della pandemia COVID-19.

Non è un caso, appunto, che il tour di Wang inizi dall’Italia, perché iniziare con l’Italia “metterà un solido fondamento e creerà una buona atmosfera per le tappe seguenti del viaggio”, ha segnalato Cui Hongjian, direttore del Dipartimento studi europei dell’Istituto cinese di studi internazionali al Global Times, una testata del Partito comunista cinese.

“La cooperazione tra Cina e Italia prima e durante la pandemia COVID-19 ha creato un modello di cooperazione tra la Cina e gli altri paesi europei, dal momento che Italia e Cina hanno firmato un memorandum d’intesa sull’Iniziativa Belt and Road nel 2019 e la Cina ha inviato esperti e aiutato la lotta dell’Italia contro la pandemia”, ha affermato Cui.

L’Italia è stata, in effetti, il primo dei paesi del G7 ad aderire al grande progetto infrastrutturale e geopolitico cinese Belt and Road, altrimenti detto Nuova Via della Seta, anche provocando qualche malumore a Washington. Inoltre ha resistito alle pressioni Usa per escludere il gigante cinese Huawei dalla gara sul 5G, anche se poi Telecom Italia ha escluso Huawei. A Pechino questa decisione è stata vista come “una decisione commerciale che non ha politicizzato la questione”, ha detto Cui, diversamente da quanto accaduto negli Usa o in Gran Bretagna.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio accoglierà il suo omologo cinese domani pomeriggio a Villa Madama. I due terranno in seguito un punto stampa, ha spiegato la Farnesina.

I capi delle due diplomazie si sono incontrati in maniera virtuale il 30 luglio scorso e hanno concordato di rafforzare il potenziale della cooperazione “in un’ottica win-win” come disse allora Wang, ripetendo una formula rituale solitamente utilizzata dai membri dell’amministrazione cinese.

Durante quell’incontro Wang insisté particolarmente sulla necessità di sbloccare il potenziale della cooperazione nei campi della digitalizzazione, delle comunicazioni, delle infrastrutture a partire da quelle portuali. Inoltre propose a Di Maio d’inserire nella Via della Seta della Salute, una comunità globale della salute per tutti. E disse che la cooperazione sino-italiana sul COVID-19 ha posto “un esempio per la cooperazione nella comunità internazionale”.

Dopo l’Italia, Wang si recherà in Olanda, Norvegia, Francia e Germania. “L’accoglienza dimostrata dai paesi interessati dimostra che entrambe le parti assegnano grande importanza alle relazioni CIna-Europa”, ha spiegato Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri cinese oggi.

I tre obiettivi del viaggio specificamente dichiarati sono far avanzare l’agenda politica ed economica delle due parti, stabilizzare la catena di approvvigionamento globale dell’industria di fronte alla pandemia e esplorare ulteriori collaborazioni in aree emergenti come l’economia digitale e la green economy. L’ottica – secondo Zhao – è quella del “multilateralismo perché la governance globale venga migliorata per dare un migliore contributo alla pace mondiale, alla stabilità e allo sviluppo”.

La visita di Wang viene dopo che il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha effettuato due tour in Europa in cui ha cercato di spingere i paesi europei contro Pechino. Ha accusato la Cina di “azioni provocatorie dal punto di vista militare”; di aver “violato diversi impegni internazionali, compresi quelli con l’Oms, con l’Omc, con le Nazioni unite e con il popolo di Hong Kong”; di mettere in atto “pratiche economiche predatorie, come cercare di costringere le nazioni a fare affari con Huawei, un braccio dello stato di sorveglianza del Partito comunista cinese” e di “innumerevoli abusi dei diritti umani”. Per questo, ha detto Pompeo, “noi dovremmo affrontare questa sfida assieme, come partner transatlantici che hanno già affrontato tante sfide”. Un appello alla collaborazione che, in realtà, ha lasciato tiepidi i partner del Vecchio Continente e che stride con molte decisioni prese dall’amministrazione Trump, la quale spesso non è sembrata granché interessata a comportarsi da alleata.